Premio Pritzker 2024: perché il giapponese Riken Yamamoto ha vinto il Nobel dell’architettura
Il Pritzker Prize è il più importante riconoscimento nel mondo dell'architettura, una sorta di Nobel del settore, che viene conferito annualmente a professionisti viventi le cui opere, oltre ad avere particolari visioni creative, hanno soprattutto dato un contributo significativo all'umanità e all'ambiente. Dal 1979 a oggi lo hanno vinto tre italiani: Aldo Rossi nel 1990 per Palazzo Grassi a Venezia, Renzo Piano nel 1998 per il Centro Georges Pompidou di Parigi, Richard Rogers nel 1999 per Banqueting House a Londra. Il premio dell'anno scorso è andato all'architetto britannico David Chipperfield, noto soprattutto per la Biblioteca pubblica di Des Moines in Iowa e il suo Neues Museum a Berlino. Il Giappone è il Paese che ha vinto più volte di tutti: un totale di 8 riconoscimenti assegnati. E proprio a un architetto giapponese è andato anche il Premio Pritzker 2024. Il 78enne Riken Yamamoto è il nono ad aggiudicarsi il riconoscimento. Il suo studio, fondato 50 anni fa, si trova a Yokohama, vicino a Tokyo.
Perché ha vinto Riken Yamamoto
L'architetto giapponese Riken Yamamoto è conosciuto a livello mondiale soprattutto per i suoi progetti abitativi innovativi e di pianificazione urbana. Il presidente della giuria del premio nonché ex vincitore Alejandro Aravena lo ha descritto come: "Un architetto rassicurante che porta dignità nella vita di tutti i giorni. La normalità diventa straordinaria. La calma porta allo splendore". Nel corso di ben cinquant'anni di carriera, Yamamoto si è dedicato al settore edilizio soprattutto concentrandosi sulle città in rapida espansione del Giappone: tutti i suoi progetti abitativi inducono i cittadini (residenti o passanti) a interazioni spontanee. La sua architettura rende labile il confine tra pubblico e privato, fonde le due dimensioni, ma per una giusta causa: far riscoprire il contatto umano.
Mentre negli anni 70 gli architetti avanguardisti giapponesi (in particolare Kenzo Tange, premio Pritzker nel 1987) sostenevano città galleggianti concettuali e grandi megastrutture, Yamamoto prende ispirazione dai piccoli villaggi che ha visitato nei suoi viaggi in giro per il mondo. Parlando alla CNN prima dell'annuncio della vittoria di martedì, ha descritto questi viaggi formativi come: "Il mio punto di partenza come architetto". Dall'America centrale all'Africa settentrionale, ha scoperto la fluidità tra spazi condivisi e spazi privati, tra la dimensione estesa del villaggio e quella ristretta e domestica della famiglia. Ovviamente nelle grandi metropoli questo divario è ampio e radicato, a discapito degli abitanti e delle loro interazioni sociali. "In città abbiamo pochissime comunità, a volte nessuna" ha detto.
Ecco perché la soluzione di Yamamoto è stata un'edilizia abitativa che incoraggiasse i vicini e il pubblico a riunirsi, ad avvicinarsi, ad avere uno scambio umano costruttivo: a diventare una comunità insomma. Dopo aver progettato una serie di case private all'inizio della sua carriera, ha completato il suo primo progetto di edilizia sociale nella città costiera di Kumamoto, nel 1991. Sperando di ispirare un senso di apertura, ha organizzato 110 case in 16 gruppi attorno a un cortile centrale rivestito. Non solo: lo spazio pubblico centrale non ha cancelli ed è raggiungibile solo attraversando i blocchi residenziali, uno schema pensato per aumentare la probabilità di incontri casuali. Diverso il progetto Shinonome Canal Court a Tokyo, dove Yamamoto ha collegato sei enormi blocchi residenziali con un ponte al secondo piano comprendente terrazze e spazi verdi condivisi.
Yamamoto sa che la sua concezione è considerata da alcuni un affronto alla privacy. Basti pensare caserma dei vigili del fuoco da lui progettata a Hiroshima, con pareti e pavimenti in vetro per dare ai pedoni la possibilità di sbirciare all'interno. Stesso discorso alla Saitama Prefectural University e alla Future University (rispettivamente a Koshigaya e Hakodate): qui le finestre affacciano su aule interne e dipartimenti, nella speranza di stimolare la collaborazione accademica. Yamamoto, che ha anche completato edifici in Cina e Svizzera, è l'ultimo di una serie di vincitori riconosciuti per il loro impegno nella sfera pubblica e civica. In comune con gli altri vincitori, Yamamoto ha proprio questo: l'attenzione al sociale, più che alla realizzazione di monumenti iconici. Riceverà come premio 100.000 dollari e una medaglia.