La casa più controversa della royal family diventa un museo: la storia di villa Windsor
Per anni è stata chiusa al pubblico, custodendo al suo interno misteri, scandali e segreti. Adesso villa Windsor aprirà le sue porte al pubblico: l'ultima casa di Wallis Simpson e del re Edoardo VIII in esilio diventa un museo. Il consiglio comunale di Parigi infatti ha ceduto la villa alla Fondation Mansart, che si occuperà di ristrutturarla per accogliere i visitatori. Villa Windsor non è una tenuta come tante altre: qui si è scritta la pagina più difficile e controversa della monarchia inglese e la villa nel corso degli anni ha dato non pochi grattacapi alla regina Elisabetta II.
La storia di Villa Windsor
Lo Chateau Le Bois – questo il nome originale – fu originariamente progettato come residenza estiva dell'urbanista Georges-Eugéne Haussmann, l'artefice del grande piano urbanistico che trasformò la Parigi dell'Ottocento in una metropoli moderna. Lo chateau fu costruito nel 1859 dall'architetto Gabriel Davioud, quando ancora la tenuta era immersa nella campagna parigina, ma dopo la II guerra mondiale diventò di proprietà del governo francese, e nei decenni successivi è sempre appartenuta alla città di Parigi. La villa accolse anche il generale De Gaulle, ma l'inquilino più famoso resta Edoardo VIII, il re d'Inghilterra che abdicò per amore di una divorziata americana, cambiando il corso della storia. La "scandalosa" storia d'amore tra i due non fu mai perdonata dalla royal family: dopo l'abdicazione Edoardo VIII diventò semplicemente duca di Windsor e fu costretto a lasciare il Paese. Insieme alla moglie Wallis trovò una nuova dimora in Francia, nel cuore di Parigi.
Le feste dei Duchi di Windsor
A questo punto la residenza al 4 route du Champ d'Entraînement fu ribattezzata Villa Windsor in onore dei suoi famosi inquilini, che qui diedero feste memorabili e ospitarono tutte le star dell'epoca, da Marlene Dietrich a Aristotele Onassis, da Elizabeth Taylor all'Aga Khan. O almeno, quelle che accettavano di andarci, pur con tutte le implicazioni diplomatiche del caso. Come racconta bene un episodio della popolare serie tv The Crown, gli anni dell'esilio non furono privi di complicazioni per il duca di Windsor, sempre più isolato da famigliari e amici. Per consolarsi, i duchi vivevano all'insegna del lusso e della mondanità: abiti all'ultima moda, feste a tema e una casa piena di tesori provenienti da tutto il mondo. La villa fu arredata dell'interior designer Stéphane Boudin, e la duchessa si divertì a trasformarla in una wunderkammer piena di soprammobili rococò, pezzi orientali e ritratti e foto di carlini.
I due dandy dell'alta società vissero qui per il resto della vita, circondati solo dalla compagnia dei cani e dello staff: nella proprietà lavoravano 30 domestici e 7 cuochi. I rapporti con la royal family furono sempre tesi, salvo un ultimo tentativo di riconciliazione: la regina Elisabetta II e l'allora principe Carlo, fecero visita allo "zio" ribelle poco prima della morte. Wallis Simpson gli sopravvisse per un decennio e morì nel 1986. A quel punto la villa fu presa in gestione da Mohamed Al Fayed, il miliardario proprietario di Harrods, che ristrutturò la villa a sue spese. Per uno strano caso della storia, il figlio di Al Fayed, Dodi, si innamorò lady Diana, ex moglie del pronipote del Duca di Windsor. Villa Windsor avrebbe dovuto ospitare il loro fidanzamento: Dodi e Diana la visitarono insieme nell'estate del 1997. Il fidanzamento, come sappiamo, non ebbe mai luogo: entrambi trovarono la morte il giorno dopo, in un incidente d'auto.
Mohamed Al Fayed decise infine di restituire la magione alla città di Parigi e finalmente Villa Windsor è pronta ad aprire i battenti al pubblico: per visitarla bisognerà aspettare il termine dei lavori di ristrutturazione, ma ci si potrà immergere nella pagina di storia più complicata della royal family giusto in tempo per i giochi olimpici. Fino a questo momento, infatti, si poteva entrare nel parco ma non nella villa. Senza la grande storia d'amore proibita tra Edoardo VIII e Wallis Simpson Elisabetta II non sarebbe mai diventata regina e la storia, oggi, avrebbe perso una direzione diversa.