Fireflies on the Water, a Bergamo l’installazione più iconica di Yayoi Kusama
Una fila lunghissima, poi una porta. Una volta aperta, si entra rigorosamente da soli. A disposizione un solo minuto di tempo (cronometrato) che una volta dentro sembra durare anche meno, appena un battito di ciglia. La fruizione dell'opera avviene così: in solitudine e per soli 60 secondi di stupore e meraviglia, in cui ciascuno può lasciare andare i pensieri nella direzione che vuole.
Apre oggi al pubblico una delle mostre più attese di sempre: quella di Yayoi Kusama a Bergamo curata da Stefano Raimondi e visitabile presso il Palazzo della Ragione. Infinito Presente, promossa da The Blank Contemporary Art e dal Comune, rientra nell'ambito dell'iniziativa Bergamo Brescia Capitale italiana della Cultura ed è un'occasione a dir poco preziosa per fare un'esperienza quasi irripetibile. L'opera portata in città, infatti, arriva dritta dalla collezione del Whitney Museum of American Art di New York. Fireflies on the Water (2002) è una delle Infinity Mirror Room più iconiche della celeberrima artista giapponese.
È stata esposta in pochissimi altri luoghi del mondo e sempre in importantissimi e grandi musei, mai in un contesto come questo. Bergamo diventa quindi teatro di qualcosa di unico e raro, che segna con forza anche la ripartenza di questa città dopo il difficile periodo della pandemia: un regalo a tutta la comunità. La risposta a dir poco positiva del pubblico non si è fatta attendere, con biglietti sold out i in pochissimo tempo e prenotazioni da tutta Europa. Da qui la decisione di estendere gli orari di apertura e allungare la mostra fino al 24 marzo, con nuovi biglietti disponibili. Il curatore Stefano Raimondi ha raccontato a Fanpage.it il significato dell'installazione e perché la sua potenza ha un potere quasi catartico.
Fireflies on the Water: diventare luce tra le luci
Portare a Bergamo, nella propria città, un'opera di così grande valore è per Stefano Raimondi la realizzazione di un sogno dopo anni di lavoro, come ha confidato a Fanpage.it con grande orgoglio. La mostra, con allestimento curato da Maria Marzia Minelli, approfondisce la ricerca artistica di Yayoi Kusama anche attraverso poesie, filmati, libri e documentazioni, per entrare nel mondo della celebre artista giapponese a 360 gradi.
Il nome della mostra racchiude tutto questo, come ha spiegato il curatore: "Infinito Presente è la materializzazione qui e ora di un tempo ma anche di una vita: la vita di Yayoi Kusama. Nelle sue opere ha sempre messo tutta l'energia possibile, l'arte è stato un modo per superare allucinazioni e disagi psichici. Infinito Presente è un modo per approcciarsi alla vita e all'arte, il modo con cui Kusama è riuscita ad arrivare a tutti, a comunicare a tutti".
Fireflies on the Water è il fulcro dell'esposizione come ha spiegato l'esperto: "Significa "lucciole sull'acqua" ed è la prima Infinity Room in cui compare un elemento naturale, l'acqua. C'è un piccolo molo, uno spazio buio illuminato da 150 piccole luci-lucciole e lo spazio si dilata all'infinito, avvolge lo spettatore. Ognuno vive questa esperienza, un minuto di solitudine e silenzio, in modo diverso: c'è chi riflette sul futuro, chi riavvolge la propria vita. È una stanza piena di emozioni. L'artista vuole donare il suo mondo. L'Infinity Room è l'artista disciolta in uno spazio, è la sua voglia di donare tutta se stessa al pubblico. È come entrare nel mondo di Yayoi Kusama".
E a voler entrare in questo mondo così colorato, che scaturisce dai grandi tormenti interiori dell'artista, sono tantissimi, come dimostrano i continui sold out e le lunghe file per entrare. Persino l'attesa ha un ruolo, in tutto questo: "Yayoi Kusama è giapponese e per i giapponesi l'attesa è qualcosa di assolutamente sacro, di molto diverso dal nostro concetto. Per gli occidentali è una perdita di tempo che si cerca di evitare in tutti i modi. Invece le attese che si generano a una mostra di Kusama hanno un ruolo diverso: è il viaggio, l'attesa è il tempo che intercorre per arrivare da un punto A fino all'arrivo. E penso che attendere per arrivare all'infinito ne valga la pena".
Siamo tutti Yayoi Kusama
Yayoi Kusama oggi ha 94 anni ed è considerata l'artista vivente forse più famosa al mondo, un successo che Stefano Raimondi spiega nella sua esperienza artistica così tanto correlata all'esperienza umana, in cui ha conosciuto tante sofferenze e dolore: "Kusama racchiude tutto ciò su cui si affaccia la nostra contemporaneità. È un'artista donna, ha vissuto la Seconda guerra Mondiale, per farcela negli anni Sessanta ha dovuto lasciare la sua terra il Giappone e andare a New York, dove l'ambiente artistico era molto maschile e maschilista. Lei ha vissuto la gloria, ma anche l'abbandono: è stata dimenticata e poi riscoperta, ma non ha mai smesso di credere nel suo lavoro, nella sua arte, in ogni frangente della sua vita. Come dice lei stessa: non ha paura della vita né della morte, ma solo della solitudine. Ed è quello di cui tutti noi abbiamo paura. Questo suo essere sincera e pura ci fa sentire tutti parte di Yayoi Kusama".