Come è nato l’impero Trump, la storia del The Grand Hyatt Hotel nel film “The Apprentice”
Giovedì 17 ottobre esce nei cinema italiani The Apprentice – Alle origini di Trump, il film di Ali Abbasi che racconta l'ascesa del Donald Trump imprenditore, interpretato da Sebastian Stan. La pellicola, ambientata negli anni Settanta, racconta l'incontro con l'avvocato Roy Cohn, interpretato dal fantastico Jeremy Strong, già protagonista in Succession. Il film, presentato a Cannes, lo scorso anno ha avuto un'accoglienza molto tiepida al botteghino incassano soltanto 1,5 milioni di dollari nel primo weekend di uscita: un risultato deludente visto che racconta le vicende di uno dei due candidati alla presidenza degli Stati Uniti a poche settimane dal voto più atteso dell'anno. The Apprentice, comunque, è una macchina del tempo interessante perché mette in fila gli inizi dell'avventura imprenditoriale di Trump, rivelando molto anche del Tycoon di oggi, che è diventato oggi il politico più controverso al mondo. Tutto inizia con il Commodore Hotel, prima grande acquisizione di Donald Trump.
Com'era fatto il Commodore Hotel
Il Commodore era uno degli hotel più celebri di New York. L'albergo sorgeva nella parallela di Park Avenue, a Manhattan, a pochi passi dal meraviglioso Chrysler Building e dalla Grand Central Station. Cornelius Vanderbilt, celebre magnate newyorkese, finanziò la costruzione dell'hotel a cui dette il suo soprannome the Commodore, inaugurato nel 1919. Nel 1977, però, la Central Railroad di Vanderbilt fallì e anche l'hotel fu costretto a chiudere: fu allora che entrò in scena Trump, rilevò la struttura negli anni Ottanta diventandone socio.
L'architetto Der Scutt, uno dei principali fautori del rinnovamento architettonico di Manhattan, rivoluzionò l'edificio trasformandolo in un palazzo a vetri, suo primo progetto newyorkese. Trump, dimostrandosi scaltro, riuscì a sfruttare l'operazione per trasformarla nel suo primo successo imprenditoriale: il Tycoon, infatti, coinvolse nel progetto la catena di hospitality di lusso Hyatt, da cui deriva il nome dell'hotel ossia Grand Hyatt Hotel. È necessario sottolineare come in questa operazione venne coinvolto anche uno dei sindaci più discussi di New York, Abraham Beame, amico di vecchia data di Trump, che chiese riuscì a ottenere un'agevolazione fiscale spalmata lungo quarant'anni: un'operazione che consentì all'imprenditore di risparmiare 120 milioni di dollari. Inoltre Trump, da anni, cercava di trionfare laddove il padre Fred, costruttore e imprenditore edile, non era riuscito: entrare nel mercato immobiliare di Manhattan e farlo con un'operazione audace e spericolata.
Il Grand Hyatt Hotel oggi a Manhattan
L'edificio originale del 1919 lasciò spazio nel 1980 a un grande palazzo a vetri che aprì le porte ai clienti e ai turisti: il leitmotiv di Trump basato su lusso, modernità, eccentricità aveva prevalso sul patrimonio storico che il Commodore rappresentava. Per anni e forse ancora oggi, l'acquisizione del Commodore e l'inaugurazione del primo Hyatt hotel in città sono state considerate il simbolo dell'arrivismo imprenditoriale di Trump. Il Grand Hyatt Hotel dovrebbe chiudere a breve, facendo così scomparire l'emblema della scalata imprenditoriale del Tycoon, oggi trasformata in una rovinosa parabola industriale, visti i debiti che tutte le società di Trump hanno accumulato. Nel novembre 2020 sono stati resi noti i progetti preliminari per una torre di 83 piani al 175 di Park Avenue che dovrebbe rimpiazzare l'hotel: la data di chiusura definitiva dell'albergo era stata fissata per il 2023. A dicembre 2023, però, la chiusura dell'hotel è stata posticipata ulteriormente perché non erano stati trovati affittuari. L'inizio dei lavori del Progetto Commodore è previsto a oggi per il 2026.