Banksy rivendica sette opere: “L’Ucraina rimarrà forte e vincerà!”
"L'Ucraina è la mia casa", con queste parole lo street artist Banksy ha rivendicato una serie di opere realizzate in diverse città ucraine, che avevano fatto notizia già nei giorni scorsi. Il post sul suo profilo Instagrama è un video che raccoglie tutti i lavori di Banksy in Ucraina e si chiude con la frase "In solidarietà con il popolo ucraino".
I lavori di Banksy in Ucraina
Già da qualche giorni si erano avute notizie sulla presenza di Bansky in Ucraina. Inizialmente erano stati i curatori di A&M Art Curation Lab a rivelare la presenza di alcune opere dello street artist in zona di guerra, anche se non erano state rivendicate. Uno dei lavori raffigura Vladimir Putin messo al tappeto da un bambino di judo; l'altro mostra due bambini intenti a giocare su un cavallo di frisia.
In seguito lo stesso Banksy aveva pubblicato alcune immagini sul suo profilo che mostravano due lavori realizzati in Ucraina che rappresentavano due ginnaste intente a danzare sulle macerie. Il video condiviso di recente dal famoso street artisti, originario di Bristol, svela di aver realizzato anche altre opere sul fronte di guerra ucraino.
Le nuove opere
Il video postato da Banksy su Instagram rivela altri suoi lavori in Ucraina come un'anziana donna con la maschera antigas e in mano un estintore oppure un anziano che fa il bagno sul muro di un edificio distrutto dalla guerra. Le drammatiche immagini delle macerie e delle opere dello street artist sono accompagnate da una canzone folk locale suonata da due musiciste di strada e da alcune testimonianze dei passanti.
Tra le opere rivendicate da Banksy figura anche una divertente immagine di un pene disegnato col gesso al posto del missile d’ordinanza sul graffito di un mezzo militare delle forze d’invasione di Mosca.
Il video di rivendicazione
Il video, girato a novembre 2022 e condiviso sui social dallo street artist, è accompagnato anche dalle seguenti parole: "piango quando vedo giovani donne vedove, vedo interi villaggi distrutti dai russi – scrive Banksy – abbiamo anche lacrime di felicità, quando vediamo come le persone di Kherson e di altre città disoccupate stanno incontrando le nostre forze armate. Dovremmo vivere e lavorare per questi momenti".