Banksy in mostra alla Villa Reale di Monza: i muri dello street artist entrano nello spazio espositivo
Painting Walls è l'esposizione dedicata a Banksy che aprirà il 30 giugno presso la Villa Reale di Monza e che resterà a disposizione dei visitatori fino al 5 novembre. La mostra è a cura di Sabina De Gregori e rende Monza la sede di una prima assoluta nazionale, dedicata al nome più in vista nell'ambito della street art. Come tutte quelle precedenti, anche questa non è stata autorizzata dall'artista.
Painting Walls, le opere di Banksy in mostra
Painting Walls consente di ammirare per la prima volta in Italia porzioni originali di muri, scelti dall'artista britannico come "tele". Sono opere che arrivano direttamente da collezioni private, realizzate nel 2009, nel 2010 e nel 2018 a Londra, nel Devon e nel Galles. I tre mastodontici muri originali pesano sei tonnellate.
Il filo conduttore è l'adolescenza: i giovani di oggi sembrano avere a cuore tematiche a lungo ignorate dai loro genitori, dai loro nonni. Sono sensibili all'emergenza climatica, all'inquinamento, alle disuguaglianze sociali, ai diritti delle minoranze. Non a caso, una di queste opere è stata scelta anche come immagine rappresentativa dell'intera mostra. Si tratta di Season’s Greetings ed è apparsa a Port Talbot (in Galles) nel dicembre 2018. Su questo muro l'artista ha dipinto un ragazzino con le braccia spalancate che ha la lingua allungata fuori dalla bocca per gustare quelli che sembrano candidi fiocchi di neve che scendono dal cielo. In realtà è polvere di cenere che arriva dal vicino bidone della spazzatura in fiamme.
Oltre ai tre muri (Season’s Greetings, Heart Boy e Robot/Computer Boy) saranno presenti anche alcuni pezzi unici per un totale di oltre settanta opere originali. Questo complesso corpus consentirà di entrare nell'immaginario artistico di un'icona del nostro tempo, che ha raccontato trasformazioni sociali, rivoluzioni, scenari culturali con forza dirompente.
Da street artist ad artista in un museo
La street art ha il vantaggio di essere molto diretta: il potere delle immagini è tale da far arrivare con potenza un messaggio in tempi brevi, un messaggio che può essere colto da chiunque. I giovani sono particolarmente sensibili a questo tipo di comunicazione visiva, è in questo modo che cercano di rivolgersi anche agli adulti: con immediatezza e decisione. Da opere di street art, per loro stessa natura fruibili da tutti, quelle di Banksy sono oggi qualcosa di diverso. Il passaggio nel museo implica necessariamente che l'opera venga sradicata dal suo contesto originale, che venga dunque recintata, messa in una teca, trasferita, protetta, identificata con una targa. L'estraniazione dal contesto urbano lascia spazio alla sacralizzazione tipica degli oggetti di nicchia, delle opere d'arte intoccabili: si entra nel circuito del mercato dell'arte.
Ciò che inizialmente era democratico e di tutto diventa privatizzato ed economicamente valorizzato. Cambia la forma ma non il significato. Ecco perché il percorso espositivo comincia con un allestimento povero ed essenziale che vuole ricordare gli inizi della carriera di Banksy. Erano i tempi in cui chiunque per strada poteva passare accanto a una sua opera. Poi si passa gradualmente al processo di sacralizzazione e la parte finale è quella in cui esplode la potenza del mercato dell'arte. La domanda che si solleva riguarda il significato di questo percorso, a maggior ragione perché non è autorizzato. Dov'è l'arte di Banksy? Deve restare sui muri, come street art libera e di tutti, o deve aprirsi alle stanze del museo?