Un tempo era il “bello e dannato” ora è il “malessere”: perché non sappiamo resistere al suo fascino
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Non è esattamente una persona equilibrata, cambia anzi umore piuttosto facilmente e i suoi comportamenti sono difficili da decifrare. Proprio per questo, quando cadi nella sua rete, cominci a oscillare tra stati d'animo contrastanti, che variano in base ai suoi: un giorno ti ama e l'altro gli sei indifferente, quindi ti respinge. Eppure più gioca in questo modo, togliendo ogni certezza e facendo scenate di gelosia immotivate, più diventa impossibile sottrarsi al suo fascino. È la descrizione del tipico malessere. È sicuro di sé, spavaldo e la sua possessività, spesso esagerata e fuori controllo, viene interpretata come dimostrazione d'amore, dunque qualcosa da apprezzare. Per questo diventa difficile sottrarsi al suo fascino. Fanpage.it ha approfondito questi sottili meccanismi psicologici con la dottoressa Lucia Montesi.
Perché siamo attratti dal malessere
Avere a che fare con un malessere è una continua lotta tra testa e cuore, tra ragione e sentimenti, tra chi scappa e chi insegue. Sappiamo che ci farà soffrire, ma non riusciamo a voltargli le spalle. Su TikTok è pieno di video virali che ironizzano sui comportamenti tipici del malessere, espressione che ovviamente non ha riscontro in psicologia, ma che è stata coniata proprio sui social. Ormai non si contano più, i video in cui ragazzi e ragazze descrivono il loro malessere, i suoi comportamenti, ciò che amano e odiano di quella persona che razionalmente vorrebbero allontanare, ma che poi si ritrovano puntualmente a inseguire. E c'è un motivo, soprattutto se è un comportamento reiterato nel tempo: "Può essere la spia di una problematica psicologica: ripetere un copione già vissuto nella propria famiglia di origine con i propri genitori, pensare di non meritare una relazione migliore, la sindrome della crocerossina che porta ad accudire un altro problematico e a volerlo cambiare, una bassa autostima. I belli e dannati come si diceva una volta, o i malesseri come si dice ora, esercitano sulle donne un fascino particolare".
Questo fascino particolare deriva da alcuni tratti caratteriali e comportamentali: "Il cattivo ragazzo ha infatti caratteristiche del cosiddetto maschio alfa: sicuro di sé, competitivo e predominante, qualità che tuttavia sono spesso associate anche ad egoismo, comportamento poco rispettoso e scarsa disponibilità emotiva. Le donne sono attratte dal maschio alfa perché garantirebbe protezione, guida e sicurezza, un retaggio di origine preistorica. Il cattivo ragazzo esercita anche il fascino del proibito e del pericoloso, del torbido, dell’avventura, della ribellione rispetto alle regole, delle emozioni forti. Essere la sua prescelta tra tante che lo desiderano diventa una sfida. Anche gli ormoni fanno la loro parte, si è osservato infatti che l’attrazione verso i cattivi ragazzi si intensifica durante l'ovulazione".
In questo processo serie tv e pubblicità hanno un ruolo. Senza che ce ne rendiamo conto quei personaggi che vediamo sullo schermo possono influenzare le nostre relazioni quotidiane o creare un immaginario distorto della relazione. Le derive più pericolose sono quelle in cui non ci si trova più di fronte a dinamiche che, per quanto gravi, riescono ancora a spingere un po' sull'ironia: quando si arriva alla violenza verbale, fisica e psicologica c'è ben poco da scherzare e non c'è TikTok che tenga. Purtroppo il problema è che il confine è labile e si è assottigliato: soprattutto ai più giovani mancano gli strumenti per decifrare correttamente le situazioni, immersi come sono in un mondo virtuale dove tutto è permesso, dove tutto è apparenza.
L'esperta ha spiegato a tal proposito: "Cinema, televisione e pubblicità trasmettono l'idea che il cattivo ragazzo sia vincente, oppure che sia l'ambito oggetto del desiderio da conquistare e magari convertire in bravo ragazzo. Oggi sono soprattutto i social a dare risalto ai tipici comportamenti dei cattivi ragazzi: le loro imprese attirano visualizzazioni e apprezzamenti, suscitano ammirazione e desiderio di imitazione. Il malessere è il ragazzo retrogrado, maschilista, possessivo, geloso, irrispettoso che si vanta di essere tale, oppure quello che non dà certezze, lascia sulle spine o concede le sue attenzioni come fosse un favore. Ma il suo atteggiamento non è condannato, anzi, viene giustificato, vissuto come qualcosa di positivo o trattato con ironia. Ad esempio, la gelosia possessiva, il controllo e la limitazione della libertà verso la partner vengono interpretati dalle ragazze come segno di amore e interesse. Le ragazze giovani non sono perciò consapevoli di trovarsi in una situazione di maltrattamento. I social fungono da megafono di questa visione distorta della relazione amorosa e trasmettono un messaggio pericoloso, in un momento storico in cui invece è così urgente contrastare in ogni modo la violenza di genere".
Come capire se una relazione è sana o tossica?
Di fatto, avere a che fare con un malessere significa ritrovarsi in una situazione tossica. L'esperta ha chiarito: "In una relazione sana dovrebbero essere presenti alcuni elementi: amore disinteressato, fiducia, comunicazione, stima e apprezzamento dell’altro, capacità di mettersi nei panni dell'altro, flessibilità e capacità di adattarsi e venire a compromessi, sostegno, rispetto, condivisione, preoccupazione per il benessere dell'altro, reciprocità, parità. In una relazione sana ci si sente liberi di essere stessi, accettati e amati per come si è. Nelle relazioni disfunzionali, invece, ci sono sbilanciamenti di potere, denigrazione e critica dell'altro, controllo e limitazione della libertà e degli spazi dell'altro, assenza di comunicazione o comunicazione eccessivamente aggressiva, rigidità dei ruoli per cui ad esempio c’è sempre uno che decide e l'altro che subisce, o uno che è problematico e l'altro che lo aiuta".