Tutti i corpi sono da spiaggia, le donne sul poster denunciano: non ci hanno chiesto il permesso
Tutti i corpi sono corpi da spiaggia: è la campagna di body positivity realizzata dal governo spagnolo in collaborazione con l'associazione Women's Image Observatory. Con un'immagine forte e significativa si è voluto dare un messaggio di incoraggiamento alle donne che d'estate temono la "prova costume", che si sentono in soggezione in bikini per via dei loro corpi "imperfetti". La foto ritrae un gruppo di donne in spiaggia: sono donne di diversa età e diverso peso: una ha la cellulite, una ha i peli delle ascelle bene in vista, quella sullo sfondo ha i segni di una mastectomia. Insomma, la foto si concentra proprio su quelle caratteristiche fisiche che possono generare imbarazzo, perché non allineate a certi stereotipi di bellezza. Ma non esiste alcun esame da superare, per poter indossare un costume. La campagna mira proprio a smantellare la pressione che deriva dai canoni estetici, rimettendo al primo posto l'accettazione, l'amore verso se stessi, la voglia di godersi la vita senza il bisogno di dover per forza assecondare determinati standard.
La campagna spagnola nella bufera
La campagna spagnola è nata con l'obiettivo di restituire dignità a tutti i corpi femminili; l'intento era incoraggiare le donne ad andare in spiaggia e indossare il costume indipendentemente dal loro aspetto, senza eccessive preoccupazioni. Queste nobili premesse, però, si sono trasformate in polemica. Tre donne britanniche si sono riconosciute nella foto e non hanno gradito quel tipo di esposizione, non avendo mai dato il consenso alla divulgazione della loro immagine.
La prima a farsi sentire è stata Juliet FitzPatrick, sessantenne che in seguito a un tumore al seno ha subito una doppia mastectomia. Si è riconosciuta parzialmente nella donna in piedi sulla sinistra: l'unica differenza è che quest'ultima ha ancora uno dei due seni. Ami Barwell, la fotografa britannica che ha realizzato un suo ritratto a seno scoperto tempo prima, teme che la foto della campagna spagnola sia proprio quella da lei scattata. O meglio: il volto sarebbe quello della sessantenne, ma il corpo no. Sia la signora FitzPatrick che la Barwell hanno scoperto il poster solo dopo aver ricevuto messaggi sui social: nessuno le ha mai contattate per chiedere loro il consenso.
Si sono aggiunte alla denuncia anche Nyome Nicholas-Williams e Sian Green-Lord. La prima (una modella curvy nera) ha affermato che è stata rubata una sua foto condivisa sul profilo Instagram, utilizzata poi come base per l'illustrazione della campagna spagnola (modificando i colori del bikini). "Non hanno chiesto la mia immagine! Ottima idea ma pessima esecuzione. Non meritavo che mi venisse chiesto se la mia immagine può essere usata per una campagna del governo spagnolo? Non merito di essere pagata per l'utilizzo di detta immagine?" ha condannato sui social.
Come lei anche la modella e influencer Sian Green-Lord: nel 2013 le è stata amputata una gamba in seguito a un incidente. La 32enne ha scoperto la campagna spagnola quando alcuni amici le hanno inviato l'immagine incriminata, riconoscendola nello scatto. Si è infuriata, rendendosi conto che la sua immagine era stata usata senza permesso. E non solo usata, ma anche modificata: togliendo la protesi alla gamba, aggiungendo i peli e cambiando leggermente il costume, rispetto allo scatto originale.
Arte Mapache (che ha dato vita alla campagna) si è scusata, come riporta BBC: "Ho deciso che il modo migliore per risarcire i danni che possono essere derivati dalle mie azioni è dividere il denaro che ho ricevuto per il lavoro e dare parti uguali alle persone nel poster. Spero di poter risolvere tutto questo il prima possibile, accetto i miei errori ed è per questo che ora sto cercando di riparare i danni causati" ha detto l'artista.