Sunshine guilty, quando d’estate ci sentiamo in colpa se stiamo in casa invece di goderci il sole
Fuori c'è il sole, è estate, tutti parlano di ferie e vacanze, c'è chi organizza gite in spiaggia a sinistra e aperitivi in piscina a destra: eppure l'idea di restare comodamente sul divano di casa vince sull'avventura all'aria aperta. Follia? No, è più comune di quanto si pensi. Si tratta del cosiddetto sunshine guilty, quella sorta di senso di colpa che proviamo quando d'estate tutti hanno voglia di godersi il sole e fare cose, mentre tutto quello che vorremmo è trincerarci in casa a poltrire. E i social, col loro costante sfoggio di bella vita e divertimento, non aiutano affatto a superare questa negatività, accentuandola.
Perché ci sentiamo in colpa d'estate
In questi giorni è sufficiente aprire Instagram per essere sommersi di foto di influencer al mare, in piscina, a bordo di yacht, in giardino. Tutti sono in vacanza, in ferie, si stanno godendo mete esotiche o luoghi da sogno, tra spiagge paradisiache e resort di lusso. E noi siamo a letto col cellulare in mano a scrollare Instagram: ma per scelta. L'estate è la stagione per eccellenza del divertimento, per questo si può provare un vero e proprio senso di colpa se, a questo divertimento all'aria aperta, si preferiscono attività più tranquille e casalinghe, dentro le mura domestiche.
Si parla non a caso di sunshine guilty e avanza quando si sente di non godere appieno di una bella giornata di sole e caldo estivo. Si potrebbero organizzare tante cose, invece si preferisce il divano di casa, una serie tv, un libro, una pennichella davanti al ventilatore. Questo sentimento è figlio anche della pressione, del confronto a cui ci espongono i social, dove tutti amano sfoggiare le loro splendide vite, dove c'è sempre qualcosa di entusiasmante da fare. E se non fai altrettanto, resti inevitabilmente indietro.
Vedere gli altri così coinvolti all'aria aperta, fa provare ingratitudine e rimorso, perché non si sa se e quando si avrà l'occasione di approfittare di quella bella giornata di sole a cui stiamo rinunciando in nome del sano ozio. Questo "senso di colpa per il sole" è considerato una forma di FOMO (fear of missing out ossia la paura di perdersi qualcosa).
La neuropsicologa Sanam Hafeez ha detto a Business Insider che alcune "culture enfatizzano il trascorrere del tempo all'aperto quando il tempo è bello, incoraggiando la convinzione che stare dentro sia solo lo spreco di una bella giornata".
Circa il 5% della popolazione statunitense soffre di disturbo affettivo stagionale (SAD) secondo Mental Health America. È una sorta di "mal d'estate", si parla di summertime sadness e si manifesta in questa stagione con depressione, affaticamento, malumore, irritabilità. Ma a differenza della summertime sadness, il sunshine guilty "non è una condizione medica riconosciuta" ha spiegato Hafeez, perché non ha sintomi che impattano significativamente sulla quotidianità e sulla qualità della vita. Più che stagionale, infatti, è situazionale: avanza se si rinuncia a un pomeriggio in piscina, se si dice no a un concerto all'aperto, se si declina l'invito a un matrimonio.
Come superare il senso di colpa estivo
Il segreto è trovare un sano equilibrio tra attività indoor e outdoor, programmando queste ultime per esempio nel weekend e nei giorni liberi, così da poter comunque trascorrere tempo in casa a fare attività più "tranquille". Un altro suggerimento è incorporare nella quotidianità piccoli gesti come una semplice passeggiata: non servono necessariamente grandi eventi per godere di una bella giornata. Secondo Hafeez possono aiutare a ridurre i sensi di colpa: ravvivare l'arredamento in casa con piante e luce naturale, praticare qualche attività salutare in casa come lo yoga, ma soprattutto essere sempre gentili verso se stessi. Bisogna tutelarsi sempre. Non è necessario fare qualcosa che non si desidera fare, agire sempre per assecondare gli altri, per aderire alle convenzioni sociali: è importantissimo invece dare priorità a ciò che fa stare bene, ai propri bisogni e desideri reali.