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Studiare e lavorare con poca luce: i rischi per la vista, la postura e la concentrazione secondo l’esperto

Leggere o studiare con poca luce è una delle pratiche rischiose a cui adulti e giovanissimi prestano meno attenzione. Una scarsa illuminazione, però, può avere conseguenze sia sugli occhi che sulla postura.
Intervista a Dott. Francesco Loperfido,
Oculista e responsabile dell’ambulatorio di Oftalmologia dell’IRCCS Ospedale San Raffaele,
A cura di Arianna Colzi
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Con l'inizio dell'autunno molti studenti tornano a trascorrere i loro pomeriggi alla scrivania. L'anno scolastico è ricominciato da diverse settimane e anche le lezioni all'università sono riprese a pieno ritmo. Uno dei rischi che molti ragazzi non prendono seriamente è quello di studiare o leggere con un'illuminazione insufficiente o con la luce non adatta. Questa pratica è spesso troppo sottovalutata, come sottovalutate sono le conseguenze sulla vista, sulla postura e anche sulla concentrazione e sulla produttività. Come spiega il dottor  a Fanpage.it: "In questo in questo decennio, e anche negli anni precedenti, stanno aumentando e aumenteranno tantissimo i ragazzi miopi. L'aumento della della miopia giovanile è legata a due fattori: il fatto che i ragazzi vivono meno all'aria aperta e che giocano meno e passano più tempo davanti allo schermo". Se il quadro generazionale è questo, ecco che diventa imprescindibile intervenire per assicurarsi un'esposizione corretta alla luce del sole oppure a una fonte di luce artificiale.

Leggere senza un'illuminazione corretta: le conseguenze per la vista

Quando il nostro occhio si ritrova a leggere da vicino, la vista converge sulla pagina. "Oltre a questa azione di convergenza – spiega il dottor Loperfido a Fanpage.it – la pupilla risponde alle frequenze di luce, un’operazione chiamata ‘accomodazione', che consiste nella messa a fuoco di ciò che si ha davanti. Quando leggiamo con luce scarsa o leggiamo al buio, le pupille si dilatano per ricevere più luce e riducono la capacità del cristallino di accomodare: per questo non si deve mai leggere o studiare con luce scarsa, ma bisogna sempre avere una fonte luminosa diretta verso il libro, il quaderno o altro".

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Queste problematiche aumentano se il soggetto ha difetti visivi, come accade per le persone ipermetropi, ovvero coloro che vedono gli oggetti vicini più sfocati rispetto a quelli lontani. I difetti visivi non corretti o corretti male, quando la pupilla si dilata, vengono esasperati: dunque per vedere meglio ci si sforza al punto da avere mal di testa oppure si tende ad allontanarci dal libro o dal quaderno per cercare di vedere meglio.

Le conseguenze sulla concentrazione e sulla postura

Non soltanto mal di testa. Una scarsa illuminazione o un'illuminazione assente ha risvolti negativi anche sulla concentrazione e sulla continuità, come spiega il dottor Loperfido a Fanpage.it. "Se si hanno problemi visiva nella lettura, la concentrazione è più frammentata. Questo problema si amplifica se i difetti visivi non sono corretti o sono corretti male, provocando uno stress visivo. Soprattutto una persona ipermetrope non corretta bene, se costretta a leggere con poca luce, in condizione di luce inadeguata si avrà una discontinuità nella lettura, con minore nitidezza oltre ad una cefalea frontale".

Oltre alla concentrazione, però, a risentire della scarsa esposizione alla luce è anche la nostra postura, soprattutto quando studiamo o lavoriamo a casa. "Un ragazzo miope è sempre piegato in avanti con la schiena e la testa mentre legge o studia, questo per compensare il difetto visivo. Questo crea delle posture inadeguate e nel passaggio vicino-lontano si ha un deficit prolungato di messa a fuoco, durante il quale diventa problematico riportare quanto visualizzato.". I problemi posturali insorgono anche in caso di astigmatismo: la persona che soffre di questo difetto visivo della cornea, tendenzialmente ha una postura storta oppure tende a tenere in obliquo il foglio che ha davanti.

Qual è la tipologia di luce è migliore

Sia i ragazzi che gli adulti spesso non riescono a decidere quale tipologia di luce sia migliore per affaticare meno la vista e la postura. Il dottor Loperfido spiega a Fanpage.it spiega qual è la migliore per non affaticare gli occhi: "Le luci non dirette aumentano l'emicrania. Questa tipologia di luce, quella diffusa e alta, come quella di un lampadario in casa, crea con il nostro corpo un'ombra sulla pagina. Per questo la luce dev'essere sempre diretta".

Come assicurarsi di avere un'illuminazione corretta

Con le giornate che si accorciano e il buio che si prende larga parte del pomeriggio, è bene tenere a mente qualche consiglio per non rischiare di danneggiare la vista. Il primo step è assicurarsi di avere una corretta illuminazione, come sottolinea il dottor Loperfido a Fanpage.it. "Se siamo di giornoè importante mettersi vicino a una fonte di luce naturale, dunque una finestra, ma sempre lateralmente, mai di fronte,  perché spesso con le pagine lucide si ha un riflesso anomalo. Se si utilizza luce artificiale, l'illuminazione deve essere diretta, dunque mai usare luci alte ed evitare luci al neon, che provocano spesso mal di testa. Durante il pomeriggio o durante la sera, l'ideale sarebbe utilizzare delle lampade che cambiano la frequenza di luce in base a come si abbassa la luce del giorno".

Le informazioni fornite su www.fanpage.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.
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