Secchezza vaginale, la ginecologa: “Il dolore durante i rapporti ha anche una componente psicologica”
Un tempo si parlava genericamente di secchezza vaginale, oggi si parla di sindrome genitourinaria della menopausa, espressione che vuole abbracciare maggiormente la sintomatologia di questa condizione. Negli ultimi 15 anni l'argomento è stato approfondito dai medici e dal lato delle pazienti c'è una maggiore apertura: si sta superando il tabù che portava le donne a sottovalutare questo disturbo, accompagnato spesso da un senso di vergogna, che peggiorava la chiusura nell'affrontarlo. La dottoressa Arianna Casiraghi, ginecologa presso IRCCS Ospedale San Raffaele, a Fanpage.it ha chiarito che cos'è la secchezza vaginale, la sua relazione con la menopausa, come gestirla e ha sottolineato proprio l'importanza di superare l'imbarazzo, informando i medici competenti così da farsi aiutare.
Che cos'è la secchezza vaginale
La secchezza vaginale è chiamata anche atrofia vulvo vaginale, ma in realtà negli ultimi anni si parla più di sindrome genitourinaria della menopausa. La ginecologa ha spiegato: "È una patologia causata da una carenza di estrogeni, quindi sostanzialmente è una condizione che interessa prevalentemente le donne dopo la menopausa. È caratterizzata da una perdita di trofismo delle mucose vaginali e genitali, ma anche della vescica e a livello uretrale. Coinvolge a diversi livelli l'apparato urogenitale e l'apparato urinario, per questo negli ultimi 10 anni è cambiata un po' la definizione: si è passati dalla secchezza o atrofia a questa sindrome che va a incorporare un po' tutti i sintomi legati a questa condizione".
I sintomi della condizione
La sindrome genitourinaria della menopausa si manifesta con diversi sintomi. L'esperta ne ha elencati alcuni: "I sintomi sono sensazione di secchezza, bruciore a livello genitale, prurito, sensazione di mancata lubrificazione sia durante il rapporto sia nella comune vita quotidiana, dolore nei rapporti che può essere sia un dolore iniziale alla penetrazione che più profondo. Talvolta queste donne sono impossibilitate completamente ad avere rapporti, perché non riescono a sopportare il dolore, il fastidio. E poi tutta una serie di sintomi urinari come l'urgenza, la sensazione di dover continuamente svuotare la vescica, l'incontinenza e la nicturia, quindi quella necessità di doversi alzare di notte per andare a fare pipì".
La relazione tra secchezza e menopausa
La secchezza riguarda soprattutto le donne in menopausa, ma non solo. La dottoressa Casiraghi ha infatti chiarito: "Talvolta è presente anche in donne più giovani o perché hanno avuto una menopausa anticipata, quindi sempre legata a quello, o saltuariamente anche nelle ragazze giovani che assumono la pillola. Alcune pillole possono dare a livello genitale una sensazione simile all'atrofia, ma ovviamente è molto più lieve e risolvibile. Col trattamento si ricostituisce una condizione normale. La menopausa prematura e precoce avviene in donne che sono predisposte dal punto di vista genetico. Le donne molto stressate hanno una soppressione momentanea dell'attività ormonale e ovarica. È come se inducesse una sorta di pseudo menopausa temporanea. Sono gli stessi disturbi, ma non è una menopausa effettiva. Modificando le abitudini di vita si torna una condizione normale".
Come si cura
A seconda della gravità della condizione si agisce in modo diverso. L'esperta ha spiegato: "Noi vediamo donne con un ampissimo range di severità dei sintomi. Quindi se i sintomi sono lievi ed è una condizione iniziale si può partire con delle terapie locali a base di lubrificanti o idratanti. Generalmente sono a base di acido ialuronico e vitamine, sotto forma di ovuli o creme da applicare localmente. Agiscono un po' come le creme da viso, quindi sono creme idratanti che aumentano la lubrificazione e riducono un pochino questa sensazione di secchezza. Se questi non sono sufficienti si passa a trattamenti ormonali. In prima istanza sono dei trattamenti sempre locali (ovuli e creme a base di estrogeni) che hanno il vantaggio di andare a ripristinare a livello locale la concentrazione di estrogeni. Quindi vanno a stimolare il tessuto vaginale e anche vescicale come se la donna non fosse in menopausa, però non vengono assorbiti a livello sistemico quindi sono più sicuri e sono anche più accettati dalla paziente rispetto a una terapia ormonale sostitutiva". Le cure dipendono sia dalla gravità del caso che dal tempismo con cui si agisce: "Tengono sotto controllo e migliorano la sintomatologia e anche la condizione anatomica. Nei casi più severi non si riesce a tornare a una condizione normale, nei casi lievi e moderati si ha una quasi completa guarigione".
Come gestire l'igiene personale
L'igiene personale è importantissima e ha una relazione con la secchezza vaginale. Molte donne, per ammissione stessa della dottoressa, si stupiscono quando si presenta questo problema, convinte di avere un'igiene personale corretta: "Sono donne che dicono di lavarsi anche cinque volte al giorno e non capiscono come sia possibile: in realtà ottengono l'esatto opposto". L'ossessione e l'utilizzo eccessivo di prodotti, invece, è deleterio: "Anche l'utilizzo di detergenti, a meno che non siano molto delicati, idratanti, a base oleosa, può andare a ridurre soprattutto a livello vaginale e vescicale l'ambiente batterico che è necessario per la protezione dalle infezioni. Desquama le mucose e va a uccidere quei batteri buoni che sono presenti nel nostro organismo e che ci proteggono. Quindi spesso sono anche donne che hanno frequenti infezioni urinarie, cistiti, infezioni vaginali. L'igiene intima deve essere fatta una-due volte al giorno con il detergente e altre volte con acqua tiepida. Eccedere con questi prodotti porta anche escoriazioni, come quelli che si lavano le mani 20 volte al giorno e alla fine la sera hanno tutta la pelle screpolata. Perché noi in realtà quando laviamo togliamo lipidi, che sono necessari per il mantenimento del trofismo dei nostri tessuti. Va benissimo l'igiene, ma deve essere fatta con prodotti adatti. Per la menopausa esistono prodotti specifici a base oleosa".
Come influisce la componente psicologica
La difficoltà nel trattare questa condizione deriva dal fatto che sono le donne in primis a non parlarne, né tra loro né con gli stessi medici. La difficoltà di affrontare l'argomento ha una motivazione ben precisa: "Sicuramente c'è vergogna. Spesso siamo noi in ambulatorio che chiediamo, facciamo proprio una domanda diretta e solo a quel punto rispondono. Molto raramente fanno presente il problema, spesso lo fanno quando ormai la condizione è arrivata a uno stadio avanzato. È un argomento che negli ultimi anni si sta un po' sdoganando, ma è sempre stato un tabù: le donne non ne hanno mai parlato molto volentieri".
Ma c'è anche un secondo motivo: "Anche i medici fino a qualche anno fa, ginecologi e non, non affrontavano l'argomento o quando veniva affrontato davano un po' per scontato che provare dolore fosse normale". Ma così non è: "Nella donna ha sicuramente una componente psicologica il dolore durante i rapporti. Nel senso che una donna che sa che ha secchezza e quindi prova fastidio quando ha un rapporto, non sarà ben disposta ad avere rapporti e quindi è come se aumentasse la sua contrazione, la sua resistenza e proverà ancora più dolore. È un circolo vizioso: io ho dolore, quindi non ha rapporti, quindi mi contraggo di più quando ho rapporti e ho più dolore. Non se ne esce". Ma intervenendo in tempo e con le giuste terapie si può agire anche su questo fronte: "Se noi riusciamo a rompere questo circolo allora riusciamo anche a far ottenere una una vita sessuale soddisfacente".
Migliorare la situazione è possibile: "Prima non esistevano dei trattamenti mirati. Adesso sicuramente le terapie ormonali sono migliorate, si è aggiunto anche tutto un filone di terapie non ormonali e meccaniche come il laser che funziona molto bene per il trattamento di questo tipo di problematica. Sono accettate e utilizzabili anche nelle donne che non vogliono o non possono fare terapia ormonale. Ma stiamo parlando degli ultimi 15 anni. È comunque ancora un argomento di nicchia nel senso che non tutti ginecologi trattano questi tipi di condizioni. Recentemente si è sviluppata una branca della ginecologia che è l'uroginecologia che si occupa anche di problematiche sessuali, vaginali e vescicali. Il ginecologo generalista o non sa o preferisce non sapere, quindi non sempre va a indagare".