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Pulizie di primavera o cleaning therapy: perché pulire casa ci fa sentire meglio

Le famose pulizie di primavera hanno un doppio scopo: tirare a lucido le case e fare ordine nella nostra mente. Ne abbiamo parlato con la psicoterapeuta Francesca Santamaria Palombo.
Intervista a Dott.ssa Francesca Santamaria Palombo
Psicologa e psicoterapeuta esperta di mindfulness
A cura di Francesca Parlato
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Proprio ora che Marie Kondo ci aveva rassicurato dicendo che neanche lei riesce a tenere in ordine la casa, arriva il tempo della cleaning therapy, letteralmente terapia delle pulizie. Un tempo si chiamavano semplicemente pulizie di primavera e si facevano in vista della Pasqua: si lavavano i tendaggi, si lucidava l'argenteria, si dava la cera ai pavimenti, si spolveravano a fondo i lampadari e si mettevano a posto gli armadi. Si tirava a lucido la casa perché così doveva essere fatto. Oggi che niente è fine a sé stesso, anche le pulizie hanno un secondo scopo: precisamente uno scopo terapeutico. Si fa ordine in casa e si fa ordine nella mente. "Potremmo definirla come una pratica di mindfulness informale – ha spiegato a Fanpage.it la psicoterapeuta Francesca Santomaria Palombo – Se per mindfulness formale intendiamo sederci e meditare, fare le pulizie in maniera immersiva è un modo per concentrarci solo su quello che stiamo facendo. Mettiamo a posto la casa, laviamo piatti e bicchieri e non pensiamo ad altro. La mente si libera da pesi e carichi emotivi e si fa pure esercizio fisico".

La cleaning therapy per migliorare l'ambiente in cui viviamo

D'altra parte ci sono anche delle ricerche scientifiche che ci dicono che un ambiente ordinato favorisce la capacità di concentrazione: uno studio del Princeton Neuroscience Institute già nel 2011 aveva stabilito che avere troppi elementi nel proprio campo visivo limita la capacità del cervello di elaborazione delle informazioni e per questo vivere o lavorare in uno spazio ordinato favorisce la concentrazione. E pulizia e ordine vanno quasi sempre di pari passo. "L'ambiente intorno a noi ci influenza. Il decluttering, l'eliminazione degli oggetti superflui, è una pratica che ha delle forti valenze anche simboliche. Liberarsi da oggetti superflui che non utilizziamo più, vuol dire dargli una seconda vita (non buttiamo, cerchiamo sempre di riciclare) e ci dice anche qualcosa di noi: chi ha difficoltà a lasciarsi andare nella vita quasi sempre ha  anche difficoltà a disfarsi delle cose superflue. Lavoriamo su noi stessi e così il decluttering sarà emotivo e domestico". 

Il segreto: pulire una stanza per volta

Immergiamoci nelle pulizie, abbandoniamo per qualche giorno il mitico robottino che cammina e spazza per tutta la casa, armiamoci di olio di gomito e facciamo pulizia in casa e nella testa. "I benefici saranno tantissimi – assicura Santamaria Palombo – La mente si alleggerisce, si pulisce la casa e si ripulisce anche il nostro bagaglio emotivo. Se si fanno in primavera le grandi pulizie c'è un motivo: le giornate sono più lunghe, più calde, c'è più luce, c'è aria di nuovi inizi. Siamo stati chiusi dentro le nostre case, abbiamo accumulato oggetti e stanchezza e per questo sentiamo il bisogno di alleggerirci e di ripulire gli spazi che abitiamo". Cominciamo da un angolo, non diamoci missioni impossibili, darsi dei piccoli obiettivi ci aiuterà anche a farci sentire più soddisfatti e motivati a continuare. "Basta iniziare da un cassetto, da un lampadario che vogliamo vedere finalmente brillare. Le pulizie e i cambiamenti si fanno così: una stanza per volta". 

Le informazioni fornite su www.fanpage.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.
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