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Perché non sappiamo staccarci dai social, anche se ci fanno sentire insicuri e soli

Bullismo, sessismo, body shaming: nonostante queste insidie, non riusciamo a staccarci dai social, imprigionati nelle insicurezze che ne derivano.
A cura di Giusy Dente
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Sull'autobus, mentre si è in fila al supermercato, quando si è a tavola a pranzare, durante le pause caffè: non c'è momento in cui lo smartphone non sia nelle nostre mani. Le vite di oggi ci vogliono perennemente online, sempre sul pezzo, pronti a leggere l'ultimissima notizia, a condividere il meme del giorno, a commentare il trend virale di turno, a rispondere a quella mail importante. La paura di non stare al passo può portare a una vera e propria dipendenza dai social, da cui diventa sempre più difficile disintossicarsi, proprio per paura di rimanere indietro, di non stare al ritmo degli altri, di essere per questo emarginati. Si parla di FOMO, acronimo di Fear Of Missing Out.

La paura di perdersi qualcosa è più forte del proprio benessere

Nella società iper-connessa di oggi, tutto passa attraverso i social: è online che ci si informa, che nascono le tendenze, che si sviluppano argomenti di discussione su questo influencer o quell'altro. Ogni spunto può ingigantirsi al punto di diventare un vero e proprio evento, ecco perché perdersi un dettaglio può comportare l'essere tagliati fuori. Soprattutto da adolescenti, invece, il gruppo è un'entità importante: sentirsi parte di una comunità è un riconoscimento a cui non si è disposti a rinunciare. Ecco perché sono proprio i più giovani quelli che con maggiore difficoltà si staccano dai social. Eppure, sono anche quelli più consapevoli dei rischi che corrono su certe piattaforme, dove parallelamente ai tutorial di make-up e ai consigli sullo shopping, vengono diffusi anche contenuti potenzialmente più pericolosi.

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I risultati del sondaggio

Un sondaggio condotto da Girlguiding (associazione di beneficenza, la più grande per sole ragazze del Regno Unito) ha rilevato che le ragazze e le giovani donne vedono sempre più immagini sessuali indesiderate sui social e sono vittime di cyberstalking. Tutto questo le rende fragili, le fa sentire insicure, ma nonostante questo sono disposte a sopportare pur di non staccarsi dai social: è più forte la paura di perdersi qualcosa. La FOMO tiene bloccati online, più della metà dei ragazzi dagli 11 ai 21 anni, tutti perennemente connessi su app come TikTok, Snapchat e WhatsApp. Eppure uno su cinque di loro afferma di essere stato perseguitato online e più di un terzo dice di vedere immagini sessualmente esplicite che non desidererebbe vedere. È quanto emerge dal sondaggio condotto su oltre 2.000 ragazze e giovani donne. Secondo i risultati, l'incidenza di questi numeri è in aumento di anno in anno. Nonostante la riluttanza a prendersi una pausa, solo il 37% delle ragazze e delle giovani donne di età compresa tra 11 e 21 anni ha ammesso di avere forti legami online, numero in calo negli ultimi quattro anni.

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Come ci condiziona la FOMO

Essere perennemente connessi espone di più al giudizio altrui, che non sempre si è pronti a ricevere, soprattutto nelle sue forme più violente e meno costruttive come il body shaming, le battute sessiste, l'oggettificazione. L'85% degli intervistati ha dichiarato di essere stato vittima di sessismo nella propria vita quotidiana: poco più della metà nella vita reale, addirittura quasi i tre quarti online. Espone anche al confronto con le vite altrui, sempre perfette, con i corpi altrui, sempre più desiderabili: gli standard di bellezza diventano una gabbia, un modello (irrealistico) a cui rifarsi, che però finisce col condizionare profondamente il rapporto con lo specchio, l'autostima. Ne scaturiscono sentimenti di solitudine, frustrazione, fragilità interiore, che rendono impossibile guardare al futuro con serenità. Infatti i dati hanno anche mostrato che metà delle ragazze e delle giovani donne di età compresa tra i 7 e i 21 anni si sente ansiosa riguardo al proprio futuro: solo un quarto si è detta molto sicura della propria vita.

"Il sessismo continua a essere pervasivo, lasciando molte ragazze vulnerabili e insicure" ha affermato Angela Salt, direttrice generale di Girlguiding. Le ragazze stanno affrontando (e superando) grandi sfide nella società contemporanea, ma ancora tante altre battaglie ci sono da combattere in nome della libertà, dell'autodeterminazione, della parità di genere: ecco perché è importante sviluppare una propria identità, saper pensare con la propria testa e sfuggire alle pressioni e alle negatività che serpeggiano nel virtuale, che possono rendere vulnerabili anche nel mondo esterno, che è quello vero e reale, il mondo che ci chiede di esistere davvero.

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