Perché non bisognerebbe mai trattenere la pipì a lungo: i rischi per la salute
Quante volte capita di avere la vescica piena ma di non avere voglia, modo o tempo di andare in bagno? In casi come questi si provano a ignorare i segnali del corpo, magari assumendo posizioni particolari o semplicemente concentrandosi su altro, ma la verità è che si tratta di una cattivissima abitudine che mette a rischio la salute, soprattutto quando diventa regolare. Che ci si trovi in riunione, in viaggio o semplicemente in pieno relax, è importante trovare un attimo di tempo per andare a fare la pipì: ecco a cosa si va incontro quando si trattiene lo stimolo a lungo.
Come funziona l'apparato urinario
Trattenere la pipì di tanto in tanto è assolutamente innocuo ma, nel momento in cui diventa un'abitudine regolare, potrebbe trasformarsi in una minaccia per la salute. Ad analizzare scientificamente la questione è stato il dottor Jason Kim, professore associato di urologia presso la Renaissance School of Medicine della Stony Brook University di Long Island. Intervistato dalla CNN, ha spiegato: "C'è un complesso sistema neurologico che controlla la minzione. I reni producono urina che viene convogliata in due tubi chiamati ureteri fino alla vescica. La capacità normale della vescica è di circa 400-600 centimetri cubi". Nel momento in cui la vescica è piena per metà, i recettori nervosi cominciano a comunicare al cervello che è arrivato il momento di fare pipì. Il cervello, a quel punto, inizia a far lavorare i muscoli della vescica affinché trattengano l'uscita dell'urina fino a quando non si raggiungerà un "momento socialmente accettabile" per farlo.
I rischi a cui si va incontro quando si trattiene la pipì
Cosa succede quando si riesce a urinare? Il cervello invia segnali che rilassano il muscolo dello sfintere uretrale, facendo contrarre i muscoli della vescica per far uscire l'urina. Trattenersi, invece, innanzitutto mette sotto sforzo i muscoli dell'apparato, che a lungo andare non hanno più la forza sufficiente per espellere l'urina. Come se non bastasse, favorisce anche l'accumulo di tossine di rifiuto, mettendo il tratto urinario a rischio infezioni (la cistite, ad esempio, è un disturbo molto comune legato a questa abitudine). Sarebbe bene, inoltre, anche fare pipì dopo l'attività sessuale: l'attrito del movimento può spingere i batteri nell'uretra, creando un terreno fertile per le infezioni.