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Perché l’esame di maturità è l’ultimo rito di passaggio che resiste nella società contemporanea

Domani inizia l’esame di Stato per più di mezzo milione di studenti. Un evento catalizzatore di emozioni contrastanti ma che allo stesso tempo segna un importante momento di crescita personale e collettiva. Ne abbiamo parlato con lo psicologo Lavenia.
Intervista a Dott. Giuseppe Lavenia
Psicologo e psicoterapeuta
A cura di Francesca Parlato
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In un'epoca in cui tutto ciò che viene dal passato è sempre fortemente ridimensionato mentre il contemporaneo si gonfia e si sgonfia con la stessa semplicità di una bolla di sapone, c'è solo un momento in grado di creare vicinanza, un sentimento comune tra i giovani: l'esame di maturità. Anche se sono anni che ha cambiato nome (dal 1998 è semplicemente ‘esame di Stato') l'hashtag in trend su TikTok è comunque Maturità 2024. Più di mezzo milione di studenti e studentesse domani si siederà tra i banchi della propria scuola per affrontare non solo un semplice esame ma un rito di passaggio, un momento collettivo la cui potenza si avverte forte anche in chi ha già affrontato l'esame. Tutti vogliono leggere le tracce dell'elaborato di italiano, tutti, avendolo vissuto riescono a immedesimarsi nelle sensazioni dei giovani maturandi. D'altra parte Venditti ha cristallizzato questo sentimento 40 anni fa con "Notte prima degli esami" che è diventata infatti un classico della musica italiana.

Come l'esame di maturità rappresenta un rito di passaggio

"L'esame di maturità è un rito di passaggio che conserva ancora oggi un significato profondo e universale per gli adolescenti" spiega a Fanpage.it lo psicologo e psicoterapeuta Giuseppe Lavenia. "In un mondo in costante cambiamento, l'esame di maturità rimane uno dei pochi punti fermi, un rito che accompagna i giovani verso l'età adulta, segnando la fine di un capitolo importante della loro vita e l'inizio di nuove opportunità e sfide". Gli adolescenti si ritrovano ad affrontare qualcosa di più di una semplice prova accademica. "È una sfida personale e collettiva allo stesso tempo, la maturità rappresenta un momento in cui il singolo è chiamato a dimostrare non solo le proprie competenze scolastiche, ma anche la propria capacità di resilienza, di gestione dello stress e di pianificazione". La ritualità di questo evento crea un legame forte tra coetanei "Si condividono le stesse ansie e le stesse aspettative, generando un senso di comunità e di appartenenza che è raro trovare in altre circostanze".

Perché gli adolescenti di oggi sono più stressati

Ogni esame che si rispetti ha un portato emotivo importante. Questo è ancora più vero nel caso dell'esame di maturità, che è lo zenit, il punto più alto della carriera scolastica. "Lo stress e l'ansia da prestazione sono compagni di viaggio per molti studenti che si preparano ad affrontare l'esame di maturità e questi sentimenti non sono affatto una novità. Tuttavia, la società contemporanea, con le sue elevatissime aspettative e la costante pressione per eccellere, ha sicuramente esacerbato questi stati emotivi". In passato, l'ansia legata all'esame era presente, ma la cornice culturale e sociale era diversa. "Gli studenti vivevano in un mondo meno globalizzato e meno interconnesso, dove le aspettative erano spesso più legate al contesto locale e alla famiglia. Oggi, invece, i giovani sono esposti a una competizione globale e si trovano a dover soddisfare aspettative non solo dei genitori e degli insegnanti, ma anche dei loro coetanei sui social media". Questa esposizione costante a modelli di perfezione spesso irrealistici può generare un senso di inadeguatezza e di ansia di non essere all'altezza. "La moderna enfasi sulla performance accademica come misura principale del successo personale contribuisce a rendere l'esame di maturità una fonte di grande stress. La paura del fallimento, il timore di deludere le aspettative proprie e altrui, e la pressione di dover ottenere risultati eccellenti per garantire un futuro promettente sono tutti fattori che intensificano l'ansia e lo stress negli studenti di oggi".

Se la paura del giudizio è cresciuta negli ultimi anni

Viviamo in un'epoca di contraddizioni. Siamo aperti, siamo comprensivi, siamo attenti a non giudicare eppure siamo nell'epoca della performance, dove le aspettative sono alte e sbagliare non è contemplato. E questa contraddizione investe a pieno anche gli adolescenti che sono sempre più fragili e meno in grado di gestire le difficoltà o i momenti critici come un giudizio più severo o in generale il momento della valutazione. "L'idea che gli adolescenti di oggi siano più fragili e troppo protetti è una percezione diffusa, ma va analizzata con attenzione. La protezione e il sostegno che ricevono sono una risposta a una società che è diventata sempre più complessa e competitiva". Tuttavia, questa iperprotezione può avere conseguenze indesiderate. "Quando i giovani non sono esposti a sufficienti sfide e non hanno l'opportunità di sperimentare il fallimento, possono sviluppare una minore capacità di affrontare le difficoltà e di resilienza. Il momento della valutazione e del giudizio diventa quindi un banco di prova particolarmente arduo, poiché non sono abituati a gestire la pressione e l'incertezza. Questo può portare a una reazione eccessivamente negativa nei confronti del giudizio esterno, percepito come una minaccia alla propria autostima e identità". La paura di non essere all'altezza e di fallire può diventare paralizzante. "Tuttavia, è importante riconoscere che la fragilità non è un tratto intrinseco degli adolescenti di oggi, ma piuttosto il risultato di un ambiente che spesso non favorisce lo sviluppo dell'autonomia e della resilienza. Offrire ai giovani strumenti per affrontare le sfide, incoraggiarli a vedere il fallimento come un'opportunità di crescita e costruire un senso di autostima basato sulle loro capacità e sui loro successi può aiutarli a vivere meglio il momento della valutazione e del giudizio. E poi – conclude Lavenia – Aiutiamo i ragazzi a non perdere la bussola: l'esame di maturità è un momento importante ma non definisce il percorso della vita. Concentrarsi su ciò che si è già realizzato e avere fiducia nelle proprie capacità può aiutare a ridurre la pressione e a vivere questo momento con maggiore serenità".

Le informazioni fornite su www.fanpage.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.
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