Perché l’autunno ci rende assonnati e abbiamo particolarmente voglia di dormire
"Mi stendo a letto solo dieci minuti, per riposare un po'": le ultime parole famose! D'autunno può diventare frequente sentire l'esigenza di fermarsi un attimo per ricaricare le batterie. Può capitare di sentirsi particolarmente e stranamente spossati, affaticati, stanchi, deboli, poco reattivi. Il cambiamento nei livelli di energia quotidiana, di questi tempi, è fisiologico: è l'autunno, che influenza il nostro corpo e la nostra mente al punto da farci desiderare nient'altro che un bel pisolino.
Cosa succede al nostro corpo in autunno
Mentre d'estate le giornate di sole invogliano a trascorrere tempo all'aria aperta, a fare attività fisica, a stare in compagnia e socializzare, d'autunno si avvertono stimoli opposti: si tende a voler restare in casa, si ha poca voglia di uscire e incontrare persone. Qualcuno ha ribattezzato questo fenomeno "colpo di frusta meteorologico": il corrispettivo inglese è l'espressione "weather whiplash". La ritroviamo nello studio "Impacts of Meteorological Events Misaligned With Natural and Human Systems in Seasonally Snow‐Covered Regions" pubblicato su una rivista scientifica qualche anno fa.
Si tratta di quegli improvvisi e imprevedibili cambiamenti di temperatura e condizioni meteorologiche, che impattano notevolmente dal punto di vista ambientale sfociando in distruzione di habitat, perdite agricole, problemi nell’approvvigionamento idrico e danni infrastrutturali. Ma senza neppure che ce ne rendiamo conto, hanno una grande influenza anche sul nostro corpo e sulla nostra mente. Proprio questi bruschi cambiamenti, infatti, possono interrompere i ritmi circadiani del corpo, portando spossatezza e un maggiore desiderio di dormire. A differenza dell'estate, dove la luce del giorno prolungata e le temperature più calde spesso incoraggiano l'attività e riducono la sonnolenza, le temperature più basse e le giornate più buie dell'autunno fanno sì che il corpo desideri maggiormente il riposo.
Proprio il calo delle temperature, in realtà, favorisce il sonno, crea una condizione ottimale per il riposo e anche per questo si tende ad averne più voglia: perché il corpo ne trae particolare giovamento. Vale lo stesso per la luce: in sua assenza il corpo produce più melatonina, l'ormone che regola i cicli sonno-veglia e che ci fa sentire naturalmente più stanchi man mano che le giornate diventano più buie. Se da un lato è importante seguire le indicazioni che il nostro corpo ci manda, dall'altro è bene non esagerare. L'equilibrio è la strada migliore, dunque avere sempre una routine piuttosto stabile di alternanza sonno-veglia. "Cambia il clima e cambieranno anche le nostre menti, in un modo o nell'altro" scrive il dott. Moffic, psichiatra sostenitore dei problemi di salute mentale correlati all'instabilità climatica.
Come migliorare la qualità del sonno
Non si può agire sul meteo, ma si può agire sulle proprie abitudini, anche perché il fatto di avere più sonno e sentirsi più stanchi, poi non significa necessariamente riuscire a dormire in modo ottimale. Per migliorare la qualità del sonno è importante dormire in un ambiente fresco: l'ideale sarebbe intorno ai 16-18 °C e con biancheria da letto traspirante, per evitare il surriscaldamento. Esporsi alla luce naturale del sole al mattino aiuta a regolare l'orologio biologico, funge da segnale: dice al corpo che è ora di svegliarsi. È importante anche mantenersi attivi durante il giorno con attività fisica regolare, evitare di mangiare cibi pesanti prima di andare a letto, evitare lunghi riposini durante il giorno: al di sotto dei 20-30 minuti è difficile che vadano a interferire con il sonno notturno.