Perché hai sempre praticato yoga nel modo sbagliato
Lo yoga è tra le attività fisiche più in voga degli ultimi anni, capace di tonificare il corpo e allo stesso tempo di rilassare la mente. Sui social sono moltissimi i "guru" del settore che propongono i loro allenamenti più o meno faticosi, da quelli in cui si arrivano ad assumere posizioni "impossibili" a quelli fatti all'aria aperta, fino alle varianti praticate in compagnia dei cuccioli. La cosa che in pochi sanno è che questi workout spesso non hanno nulla a che vedere con lo yoga "puro". A rivelarlo è stata la maestra londinese Nikita Desai, che ha spiegato come praticare questa attività nel modo giusto.
Cos'è davvero lo yoga
Sebbene le lezioni di yoga siano sempre più diffuse e variegate, spesso perdono la loro vera essenza, mandando nella più totale confusione coloro che vogliono muovere i primi passi nel settore. Queste rivisitazioni moderne, infatti, sono divertenti e social ma si allontanano molto da ciò che è realmente lo yoga. Nikita Desai ha spiegato che questo sport è molto di più di un'esercizio fisico, è un'attività che va praticata quando si vuole trovare equilibrio, pace interiore, connessione con un potere superiore. Mantra, asana e bhakti: lo yoga non è solo una routine, è una riflessione silenziosa, un tocco di luminosità nella proprio giornata, dunque sarebbe bene evitare di marciare la tendenza del momento, trasformandolo in un mero allenamento fisico.
Gli "errori" nelle lezioni di yoga moderne
Gli errori che si commettono più spesso nelle lezioni di yoga moderne? Innanzitutto vengono trasformate in eventi di intrattenimento, basti pensare al fatto che a volte gli allenamenti sono praticati con i cuccioli o associati a degli aperitivi serali. Come se non bastasse, complici i reel virali sui social, spesso si crede che l'obiettivo finale sia il raggiungimento di pose perfette piuttosto che la trasformazione interiore. Questa ossessione per l'estetica non fa altro che rendere lo yoga una pratica riservata a giovani, persone flessibili o semplicemente benestanti. Non è forse arrivato il momento di dire addio alla commercializzazione di questa attività, ritornando alle sue radici spirituali e filosofiche più profonde?
