Perché dovremmo bere meno latte vaccino (e no, l’origine animale non c’entra nulla)
Le vendite di latte vaccino sono in netto aumento rispetto agli scorsi anni e la cosa particolare è che il prodotto non viene riservato solo ai bambini. Sono sempre di più anche gli adulti che lo consumano, preferendolo alle opzioni ipocaloriche a base di soia, di riso o di avena, ovvero che non hanno le sue stesse origini animali. Quello che ci si chiede, però, è: quanto fa davvero male alla salute? Ecco per quale motivo si dovrebbe limitare l'uso di latte intero, preferendo le varianti parzialmente scremate e totalmente scremate (e no, l'origine animale non c'entra nulla).
Che differenza c'è tra latte intero, parzialmente scremato e scremato
Il consumo di latte vaccino va limitato perché si tratta di un prodotto di origine animale? No, questo dettaglio non c'entra assolutamente nulla. I grassi saturi contenuti nel latte hanno un impatto diverso sull'organismo rispetto a quelli contenuti nel burro o nelle carni rosse: i latticini, infatti, contenendo anche calcio, proteine e altri composti bioattivi, attenuerebbero gli effetti negativi dei grassi sul colesterolo. La differenza sta nella tipologia di latte vaccino che si consuma, ovvero intero, parzialmente scremato o scremato. Quello intero contiene molti più grassi saturi e calorie rispetto alle sue varianti "light" ed è perfetto per chi ha bisogno di energia o di aumentare il senso di sazietà. Chi segue una dieta restrittiva o ha problemi cardiovascolari farebbe bene, invece, a preferire latte parzialmente scremato o scremato: sebbene fornisca al corpo gli stessi nutrienti essenziali, conta meno calorie e grassi saturi.
Il latte vaccino non è un prodotto ultra-processato
Da sfatare anche il mito secondo cui il latte intero contiene più calcio: i livelli di questo nutriente sono gli stessi nelle tre tipologie di prodotto, il motivo? Il calcio si trova nella parte acquosa del latte e non nel grasso. Quello che cambia in modo considerevole è la presenza di vitamina A (i cui livelli si dimezzano nel latte scremato) ma è difficile che qualcuno soffra di carenza della sostanza. Come ultima cosa, è necessario anche mettere a tacere la diceria secondo cui il latte vaccino farebbe male perché è prodotto lavorato. Il latte fresco viene pastorizzato per garantirne la sicurezza, mentre la scrematura fatta per rimuovere il grasso è un processo semplice e meccanico che non rende la bevanda "ultra-processata". In linea generale, dunque, il latte vaccino non deve essere demonizzato: sarebbe bene, invece, assecondare i propri gusti ma avendo sempre presenti le proprie necessità di salute.