La solitudine del Natale: i consigli della psicologa per affrontare con serenità le feste
Natale è quel periodo dell'anno in cui sembra che sia necessario essere felici. Ci sono i pranzi e le cene in famiglia, l'albero da addobbare, i regali, i brindisi con i colleghi. Eppure per molti si potrebbe passare direttamente dall'8 dicembre al 7 gennaio. Malinconia, solitudine, sensazione di spaesamento sono sentimenti che in questo periodo possono tornare a fare capolino nella vita di tutti noi. "Dicembre non è un mese psicologicamente facile. – spiega a Fanpage.it la psicologa e psicoterapeuta Carolina Traverso – Gli eventi della vita non seguono il calendario e nonostante le mille luci e gli addobbi natalizi, per alcuni il buio dentro può essere grande. Può accadere per le più svariate ragioni: stress economici in un momento in cui il consumismo è spinto a livelli parossistici, cambiamenti famigliari importanti inclusi separazioni e perdite, problemi di salute o difficoltà sentimentali". Non è un caso se da qualche anno abbiamo cominciato a familiarizzare con l'espressione Christmas Blues, uno stato d'animo caratterizzato dalla tristezza e dalla malinconia che scompare generalmente, al termine delle Feste.
La solitudine del Natale
Una fotografia reale di quante persone soffrano di solitudine o siano in difficoltà nei giorni di Natale ce la offrono i dati di Telefono Amico, un'organizzazione di volontariato che promuove la cultura dell’ascolto empatico come fattore di salute emozionale e di contrasto alla solitudine. e che da 10 anni mantiene attivo un servizio di ascolto telefonico per stare accanto a chi è solo durante le feste dalle 10 del giorno della Vigilia fino alla mezzanotte di Santo Stefano. Nel 2022 durante i giorni delle feste 720 persone hanno contattato i numeri di Telefono Amico Italia, con un aumento del 13% rispetto ai contatti (telefono, mail, Whatsapp) ricevute nel 2021 e del 42% rispetto al 2020. Le problematiche prevalenti riguardavano la solitudine, il bisogno di compagnia e difficoltà nelle relazioni familiari. Dai dati emerge anche che a telefonare e contattare i volontari dell'organizzazione sono persone di tutte le età. "La solitudine come stato d’animo che pesa sul cuore può riguardare tutti a ogni età. – spiega Traverso – Può essere acuita dalla sensazione di essere incompresi, sbagliati, abbandonati, non voluti. E si può soffrire di solitudine anche all’interno del proprio nucleo famigliare quando la comunicazione è difficile o assente, può valere per le coppie così come per famiglie intere. Condividere le nostre emozioni è l’unico modo per non sentirci soli e coltivare relazioni autentiche e quando questo manca in casa dovremmo rivolgerci agli amici che, come dico spesso, in fondo sono i nostri grandi amori platonici. E anche chi è single e magari sereno in altri momenti dell’anno, a dicembre può patire di più la solitudine sia perché il marketing del Natale è associato allo stare insieme, sia a causa delle domande di famigliari e conoscenti sulla sua situazione sentimentale, che sembrano talora alludere all’idea che non essere in coppia debba essere per forza un fatto preoccupante".
Solitudine a Natale: istruzioni per l'uso
Solitudine non vuol dire essere soli. Anche con una famiglia intorno o con un partner si può avvertire forte questo sentimento. E se ci sentiamo pervadere da questo stato d'animo, se proprio non riusciamo a trovare un motivo per cui passare la vigilia con i parenti, forse è bene fare qualche riflessione. "Dovremmo per prima cosa chiederci perché non vogliamo andare, ricordandoci che da vicino nessuno è perfetto, che la famiglia ideale non esiste e che, a volte, smettere di aspettarci che gli altri siano diversi da come sono è la chiave della serenità" consiglia la psicologa. Tuttavia, se valutiamo che partecipare al Natale in famiglia potrebbe mettere a repentaglio la nostra salute mentale allora è bene proteggersi. "In queste circostanze è consigliabile creare un rituale alternativo. Potrebbe essere un momento di condivisione con gli amici o il dedicarci del tempo semplicemente per riposare o fare qualcosa che ci fa stare bene".
La solitudine: uno spazio da coltivare
Ma c'è anche un altro tipo di solitudine, che oggi forse sottovalutiamo, ed è quella che ci offre il tempo e la libertà di fare quello che più ci pare, di godere del tempo per noi stessi, di ritrovarci. "La solitudine è anche uno spazio di cui tutti abbiamo bisogno per ricaricarci. Poter assecondare i nostri bisogni momento per momento, senza dover rendere conto a nessuno, è forse il dono più grande che la solitudine possa offrirci. Possiamo fare ciò che più ci va, quando ci va. Se la solitudine è scelta, come spazio per ricaricarsi, da dedicare al riposo, alla creatività, alla rigenerazione del corpo e della mente, allora è tutta un’altra storia".