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Il profumo dell’autunno ci rende particolarmente emotivi (e la scienza spiega il perché)

I profumi provocano risposte emotive immediate che si intensificano in autunno: questa stagione ha un odore tutto suo, su cui si è interrogata anche la scienza.
A cura di Giusy Dente
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La magia autunnale ha il colore aranciato della zucca che si mescola al giallo ocra, al marrone, al rosso scuro: le foglie perdono il verde brillante e vestite di queste nuove nuances si poggiano a terra formando tappeti variopinti. Ma l'autunno è anche la stagione che profuma di torta di mele, di cannella spruzzata sul latte caldo, di caldarroste vendute agli angoli delle strade e vin brulé. Questa stagione ha un odore tutto suo, inebriante e romantico, che inonda l'aria: è un'esperienza totalizzante che allerta i sensi, l'umore e ha effetti fisici sul corpo stesso. Se vi è capitato di sentirvi stranamente calmi in questo periodo, oppure se una boccata d'aria fresca al parco, stretti in un morbido cardigan di lana con tutt'intorno lo spettacolo del foliage, vi ha reso nostalgici, sappiate che un motivo c'è: ed è scientificamente provato.

L'autunno ha un odore tutto suo

Il romanziere e poeta inglese George Eliot definì l'odore dell'autunno "a perfect anodyne to the restless spirit" ("un perfetto anodino per lo spirito inquieto") alludendo al suo potere stranamente calmante quasi anestetizzante, capace di placare anche gli animi più tormentati, proprio come un anodino, quello che oggi chiamiamo comunemente analgesico o antidolorifico. Da bravo poeta, Eliot l'ha messa in termini aulici: ha colto pienamente quella sensazione che proviamo e che difficilmente riusciamo a descrivere a parole in modo chiaro e definito. Eppure l'autunno, quell'odore tutto suo ce l'ha davvero. Si porta dietro questa fragranza impalpabile e ineffabile che ha effetti sul corpo e sullo spirito. È qualcosa di viscerale, un aroma fatto di pura magia ma anche di scienza.

La scienza spiega il profumo dell'autunno

Il profumo dell'autunno si sente soprattutto negli spazi aperti: boschi, campagne, parchi. Qui, dove cadono le foglie, si crea questo odore caratteristico che deriva in gran parte dal materiale vegetale in decomposizione. Theresa M. Crimmins (ricercatrice, direttrice dell'USA National Phenology Network e professore associato di fenologia presso l'Università dell'Arizona) ha spiegato a Self: "Gli zuccheri e i carboidrati si scompongono, emettendo composti organici volatili e altri gas che hanno un odore muschiato, un po' dolce che varia a seconda della regione, a seconda delle piante in particolare che perdono le foglie. L'aria più fredda contiene meno molecole, il che significa che ci sono meno cose che fluttuano in giro e che il nostro naso può rilevare: l'aria è meno ingombra rispetto alle stagioni più calde e umide". Tutto questo spiega la sensazione di pulito e di fresco che cogliamo all'aria autunnale, fatta di foglie in decomposizione che interagiscono con il clima fresco e meno umido. Questi aspetti tecnici, però, non avrebbero ragione di esistere senza una parte di esperienza sensoriale. A fare la differenza sono tutte le sensazioni che colleghiamo al periodo autunnale.

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Perché il profumo dell'autunno è così carico di emozioni

L'olfatto è strettamente legato alle emozioni e alla memoria. Valentina Parma, ricercatrice e psicologa che studia l'olfatto umano nonché vicedirettrice del Monell Chemical Senses Center di Philadelphia, ha spiegato a Self che quando si inalano molecole di odore, queste si legano ai recettori nelle narici che inviano segnali al bulbo olfattivo nella parte anteriore del cervello. Questa piccola massa di tessuto ha il compito di interpretare tutte le informazioni sensoriali provenienti dal naso ed è direttamente collegata sia all'amigdala, che elabora le emozioni che all'ippocampo, che forma e recupera i ricordi. Quando il cervello riceve impulsi dalla vista e dall'udito, queste informazioni passano prima attraverso il talamo (uno specifico centro di elaborazione sensoriale).

L'olfatto, invece, segue una via più rapida raggiungendo direttamente l'amigdala e l'ippocampo. "Questo percorso diretto consente agli odori di evocare rapidamente intense risposte emotive e ricordi" ha spiegato l'esperta. Ecco perché i profumi ci provocano risposte emotive immediate: come l'effetto che ci procura sentire per strada il profumo di un ex! Qualcosa si attiva prima ancora che razionalmente associamo il profumo al ricordo e quindi alla persona. È per questo che il profumo dell'autunno è indissolubilmente legato a un sentimento.

Il foliage in Vermont
Il foliage in Vermont

La reazione è particolarmente forte in chi ha ricordi significativi legati all'autunno: l'odore della stagione potrebbe evocarli all'istante, che si tratti della torta preparata con la nonna o della partita a calcetto con gli amici d'infanzia e così via. E questo si collega col fattore nostalgia, quella sorta di sentimentalismo rivolto al passato. I ricercatori spesso si riferiscono alla connessione tra odore e memoria come al "fenomeno di Proust" in riferimento allo scrittore francese. Nel suo romanzo Alla ricerca del tempo perduto, Proust scrisse che il sapore di una madeleine intinta nel tè gli riportò alla mente un'ondata di ricordi della sua infanzia. Secondo i ricercatori i ricordi nostalgici innescati dall'olfatto sono tra i più potenti. Vengono intensificati dall'autunno, che essendo un periodo di transizione e cambiamento, si presta particolarmente alla nostalgia.

"I profumi associati all'autunno, come cannella, noce moscata, zucca e fumo di legna sono spesso associati a sensazioni di calore, intimità e comfort – ha spiegato la dottoressa Parma – Questi odori possono attivare i centri di ricompensa del cervello, rilasciando neurotrasmettitori come dopamina e serotonina, che migliorano l'umore e favoriscono il rilassamento". Vale anche per i profumi familiari della natura, che sia la terra bagnata o le foglie marce: "Possono creare un senso di radicamento, aiutando le persone a sentirsi connesse al mondo naturale, il che ha un effetto calmante".

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