Il lavoro ti stressa? I consigli dello psicologo per riconoscere e prevenire il disagio in ufficio
Ora che ricominciate a lavorare fate caso al modo in cui usate mouse e tastiera. Provate a notare se fate molti errori, se vi perdete con il puntatore sul vostro desktop o se andate diritti all'obiettivo. Il modo in cui clicchiamo sul mouse e battiamo le dita sulla tastiera ci può dire qualcosa del nostro livello di stress. A stabilirlo è una ricerca dell'ETH, l'università di Zurigo che ha rilevato che le persone maggiormente stressate muovono il puntatore del mouse più spesso e in maniera più disordinata ‘percorrendo' distanze più lunghe del necessario sullo schermo, chi invece è più rilassato fa un uso più ragionato del mouse, sceglie sempre la strada più breve e soprattutto quando digita fa meno errori di battitura, mentre chi è stressato scrive con piu velocità ma a causa degli errori è costretto a interrompersi più spesso. "Lo stress influenza la lucidità – ha spiegato a Fanpage.it lo psicoterapeuta Davide Algeri – Ci fa perdere la concentrazione. Uno dei motivi per cui siamo particolarmente stressati è il fatto che dobbiamo occuparci di troppe cose contemporaneamente e questo ci porta facilmente a distrarci e a ‘muoverci' sulla tastiera o sul touchpad in maniera meno precisa".
Si fa presto a dire multitasking
La conclusione dello studio svizzero, come ha spiegato la ricercatrice Jasmine Kerr, una delle autrici dello studio, è che l'aumento dei livelli di stress ha un impatto negativo direttamente sul cervello e sulla sua capacità di elaborazione delle informazioni, influenzandone anche le capacità motorie. "Il problema è che oggi ci troviamo in contesti lavorativi in cui ci viene richiesto di essere multitasking, ci viene negato di lavorare su un obiettivo soltanto e rischiamo di fare fatica, spesso non sappiamo da dove partire e abbiamo difficoltà a organizzare la nostra giornata lavorativa. E questo ovviamente si traduce in un aumento dei livelli di stress".
Come riconoscere lo stress lavoro correlato
Ma oltre a clic maldestri e refusi sulla tastiera ci sono altri segnali che ci fanno capire che il lavoro ci sta stressando "L'apatia ad esempio – spiega Algeri – Oggi assistiamo sempre più spesso al fenomeno del quiet quitting: le persone tendono a demotivarsi e ad abbandonare il posto di lavoro perché non ce la fanno più, perdono interesse, non si sentono a loro agio". Poi ci sono altri segnali come la tensione muscolare, il mal di testa, la stanchezza. "Spesso non ci si rende conto di essere stressati perché si pensa di essere semplicemente stanchi. Lo stress agisce in maniera subdola: si presenta sotto altre forme come il mal stomaco, l’insonnia, la rabbia. In alcuni casi addirittura può provocare la perdita del desiderio sessuale e portare all'isolamento sociale".
Back to work: impariamo a dire di no
Il rientro dalle ferie può essere un buon momento non soltanto per stilare una lista di buoni propositi ma soprattutto per disinnescare quei circoli viziosi che provocano stress e malumori sui luoghi di lavoro. "Se il lavoro ci stressa è perché tutto gira intorno a una concezione del lavoro poco consapevole. Focalizziamoci sugli obiettivi, cerchiamo di capire perché siamo in quel posto, cosa vogliamo, cosa ci aspettiamo e come possiamo mettere a frutto la nostra professionalità". Chi è andato in vacanza ha avuto modo di staccare, di interrompere il solito tran tran "Facciamo tesoro di questa opportunità e impariamo a mettere dei limiti sul lavoro e ad essere assertivi, a esprimere le nostre emozioni e i nostri bisogni, a non subire in maniera passiva le richieste di capi e colleghi". E per finire, per prevenire lo stress da lavoro, proviamo a fare nostri questi tre consigli: "Non rendiamoci disponibili h24. Non carichiamoci di attività, non dobbiamo essere sempre performanti. E se sentiamo un sovraccarico chiediamo pure un aiuto esterno, servirà non solo ad alleggerirci ma anche a vedere le cose da un altro punto di vista".