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Effetto Michelangelo nella coppia, la psicologa: “Il partner fa sì che i sogni dell’altro si realizzino”

L’effetto Michelangelo nasce con connotazione positiva: il cambiamento nella coppia è visto come momento di crescita condivisa, in cui si aiuta l’altro a diventare la versione migliore di sé.
Intervista a Dott.ssa Serena Borroni
psicologa dell’Unità di Psicologia Clinica e Psicoterapia dell’IRCCS Ospedale San Raffaele e associato di Psicologia Clinica all’Università Vita-Salute San Raffaele
A cura di Giusy Dente
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Ci si concentra spesso sui risvolti negativi di alcune relazioni. Sono all'ordine del giorno storie di violenza, in cui le logiche di base del rapporto tra i partner sono quelle tossiche della dipendenza affettiva, dell'abuso, dell'imposizione, della sopraffazione. Ma una relazione non dovrebbe essere questo: dovrebbe essere comprensione, rispetto, condivisione di obiettivi, crescita reciproca. Il cambiamento, con queste premesse, diventa un fattore molto positivo all'interno della coppia. Si cambia per migliorare se stessi e la relazione; si cambia non per stravolgere chi si è già, ma per arrivare a una versione ideale di sé che dia anche ulteriore luce alla persona che si ha accanto. Si brilla insieme, alimentando l'un l'altro la propria versione migliore. Questo è il cosiddetto effetto Michelangelo. A Fanpage.it, la dott.ssa Serena Borroni (psicologa dell’Unità di Psicologia Clinica e Psicoterapia dell’IRCCS Ospedale San Raffaele e associato di Psicologia Clinica all’Università Vita-Salute San Raffaele) ha spiegato nel dettaglio questo fenomeno.

Perché si chiama effetto Michelangelo

Chi dà il nome a questo fenomeno è proprio il famoso artista italiano. La dott.ssa Borroni ha spiegato, a proposito del termine: "Il nome nasce dal lavoro del dottorando di una di una psicologa sociale. Durante un viaggio in Italia negli anni Ottanta guardando le opere di Michelangelo le tornò in mente la frase di un romanzo, in cui c'era scritto che i due partner erano martello e scalpello l'uno per l'altra. Nel romanzo l'autore quando raccontava di questi due innamorati faceva riferimento proprio ai lavori di Michelangelo. Questo dottorando riprendendo il racconto ricevuto dalla sua mentore rispetto a quel viaggio in Italia ebbe l'idea di concentrarsi non tanto sulle caratteristiche negative delle relazioni di coppia ma sugli aspetti che possono essere invece positivi e che possono favorire la crescita di uno o di entrambi i membri della coppia. Da qui è nato il cosiddetto fenomeno Michelangelo o effetto Michelangelo, che ha a che fare con il fatto che i partner di una relazione intima possono aiutarsi a crescere verso il proprio sé ideale".

Michelangelo aveva una precisa concezione della scultura: non un processo di creazione dal nulla, ma piuttosto di modellamento, per andare a tirar fuori dal blocco di marmo qualcosa che in verità già c'era, che era insito e che andava soltanto tirato fuori in una forma nuova. Il bello era presente, andava solo trovato, bisognava farlo emergere, togliendo il materiale in eccesso. La metafora ben si presta anche alle dinamiche di coppia: "Secondo la metafora della scultura, il blocco di pietra non scolpito è analogo al sé attuale di un individuo (la persona che è effettivamente), mentre la scultura completata è analoga al suo sé ideale (la persona che un individuo aspira a diventare). Proprio come Michelangelo scolpì un blocco di marmo per trasformarlo per esempio nel David, i partner di una relazione stretta possono scolpire l'altro in modo da aiutarlo a passare dal suo sé attuale al suo sé ideale. In questo senso, i due partner rappresentano l'uno martello e scalpello dell'altro nel senso che reciprocamente fanno uscire la bellezza che c'è dentro l'altro". Nell’ambito delle relazioni sentimentali, l’effetto Michelangelo ha dunque a che fare con il riuscire a far emergere l’ideale del partner.

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Cambiare nella coppia è positivo o negativo?

L'effetto Michelangelo nasce con connotazione positiva: il cambiamento del singolo, che si riflette nella coppia, non ha una valenza negativa, perché non ha a che fare con dinamiche tossiche. Tutto si sviluppa in modo sano e costruttivo: "Il partner in qualche modo fa sì che i sogni e le aspirazioni dell'altro, le sue abilità, riescano a esprimersi, a manifestarsi". Il processo attraverso cui il partner può favorire l’emergere del sé ideale comprende due comportamenti, che l'esperta ha illustrato: "Il primo ha a che fare con il fatto che il partner abbia una visione realistica dell'altro, delle sue aspirazioni e desideri. In altre parole, non deve imporre quelle che sono le proprie aspirazioni o cercare di trasformare il compagno in ciò che considera un partner ideale. Il secondo comportamento riguarda la capacità di un partner di stimolare l’altro a mettere in atto un comportamento congruente con il proprio sé ideale. Per esempio una persona può aiutare il compagno spronandolo a raggiungere  i propri obiettivi o, in modo più indiretto, può essere supportivo e reagire positivamente quando si muove in una direzione congruente con l'ideale. È proprio attraverso questi due tipi di comportamenti che una persona può agire come uno scultore nei confronti del proprio partner, aiutandolo a plasmare il proprio sé ideale".

Viceversa, quando non c'è la maturità tale da lavorare per il bene dell'altro, ma si vuole alimentare il proprio ego, si sfocia in dinamiche tossiche di manipolazione interpersonale: "Si concretizzano nel considerare l’altro un prolungamento dei propri desideri senza considerazione dei reali desideri e sentimenti del partner. In questo caso è presente un senso di potere e dominanza che uno dei due membri della coppia esercita sull'altro: ti faccio diventare quello che io voglio. Il cambiamento secondo l'effetto Michelangelo è positivo, perché si basa anche su una condivisione degli ideali del sé tra i due membri della coppia. Concretamente uno dei due partner spinge l'altro a raggiungere i propri obiettivi, creandogli situazioni tali e contesti in cui emergere al meglio, in cui alimentare il sé ideale. È giusto cambiare, con questi presupposti positivi, perché il cambiamento è una crescita che avvicina a chi si vuole essere, al proprio sé ideale. Ed è una crescita condivisa. Di contro, in una relazione sopraffattoria l'altro non viene considerato, non se ne rispettano i bisogni e i desideri fino ad arrivare a considerarlo come una proprietà".

Le informazioni fornite su www.fanpage.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.
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