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È vero che il sole fa scomparire i brufoli? Come comportarsi in caso di acne e patologie della pelle

Alcune patologie della pelle non vanno assolutamente d’accordo col sole, altre giovano dei suoi effetti: lo ha spiegato a Fanpage.it la dott.ssa Ines Mordente.
Intervista a Dott.ssa Ines Mordente
Medico Chirurgo, Specialista in Dermatologia e Venereologia
A cura di Giusy Dente
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Il sole ha tanti effetti positivi: aiuta a stimolare la produzione di vitamina D, rafforza le difese immunitarie, ha un potente effetto antidepressivo perché migliora l'umore. Purtroppo, però, bisogna gestire in modo responsabile il modo in cui ci si espone, perché raggi UVA e UVB possono causare eritemi, ustioni, invecchiamento cutaneo e tumori della pelle. La protezione passa attraverso una serie di sane abitudini quotidiane, in primis l'utilizzo di creme solari adeguate. E anche il doposole è un prodotto da integrare nella routine, per lenire e idratare la pelle. Queste regole si fanno ancora più feree nel caso di specifiche patologie della pelle. Mentre per alcune il sole ha un'attività quasi terapeutica, per altre va evitato con cura, come ha spiegato a Fanpage.it la dott.ssa Ines Mordente.

Come comportarsi sotto il sole

L'esperta ha spiegato che le patologie della pelle reagiscono in modo diverso all'esposizione solare: "Ci sono alcune su cui il sole, preso in maniera corretta e per un certo periodo di tempo, ha un'attività terapeutica: certi eczemi, la dermatite atopica, la vitiligine, la psoriasi. Quindi queste persone devono esporsi al sole. Viceversa, quelli che non dovrebbero prendere il sole sono per esempio i soggetti col melasma, ossia quelle macchie scure che escono in gravidanza, o in persone che assumono ormoni (pillola aticoncezionali) o che seguono terapie particolari, per esempio sulla fronte".

Un ruolo importante lo giocano i cheratinociti: sono le cellule più abbondanti nei vari strati dell'epidermide e hanno una funzione protettiva da aggressioni di organismi patogeni, calore, radiazioni UV, perdita d'acqua. Nello specifico la dermatologa ha spiegato: "L'estate giova molto alle patologie della pelle che sono legate a difetti dei cheratinociti come ad esempio la psoriasi oppure a difetti di melanina come la vitiligine oppure la dermatite atopica. Queste patologie si agevolano moltissimo nel periodo estivo. Per un limite di tempo quotidiano di circa 20-30 minuti e fino a un'ora consigliamo anche l'esposizione non protetta in queste zone per favorire la stimolazione di quelle cellule a cui fa bene la luce solare. Si parla sempre di orari non troppo troppo rischiosi, quindi entro le 11 o dopo le 15. Il sole in questi casi agisce proprio migliorando l'immunità locale. Poi d'inverno, quando c'è meno luce solare e non c'è questa agevolazione naturale, consigliamo la fototerapia, cioè le lampade, ovviamente non quelle abbronzanti. Della banda solare viene presa solo quella fascia che ha uno scopo terapeutico sulla pelle, riprodotta in maniera artificiale mediante queste lampade alle quali si sottopongono i pazienti nel periodo invernale".

Come proteggere l'acne dal sole

Sole e acne non vanno d'accordo. L'esperta ha spiegato: "Il sole è uno dei fattori pro infiammatori dell'acne. Per questi soggetti sono sconsigliati sole e lampade abbronzanti. Molte persone che soffrono di acne pensano di migliorare il loro aspetto nel periodo estivo, si dice che si asciugano i brufoletti al sole: è la frase tipica. In realtà è l'acqua di mare che asciuga apparentemente la pelle, perché la fa seccare. Il sole di per sé stimola la proliferazione delle ghiandole sebacee, che si riattivano puntualmente a settembre, quando esplodono tutte le forme di acne apparentemente latenti. Per evitare tutto ciò, si deve utilizzare la produzione solare tutto l'anno. Ci sono protezioni solari specifiche che hanno anche una funzione più terapeutica, con all'interno degli attivi che svolgono anche un'azione seboregolatrice, sono oilfree quindi senza oli, alcune sono anche un po' colorate, quindi hanno un effetto camouflage sul rossore".

Le informazioni fornite su www.fanpage.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.
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