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Cos’è l’effetto nocebo: quando gli effetti collaterali dei farmaci sono solo suggestione

Suggestione o realtà? Quando un effetto collaterale di un farmaco si manifesta è causato davvero della medicina o è soltanto frutto della propria immaginazione. Da cosa nasce l’effetto nocebo.
A cura di Francesca Parlato
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Avete mai sentito parlare dell'effetto Nocebo? Per capire che cos'è, dobbiamo fare diversi passi indietro e partire dal bugiardino che si trova nelle scatole di tutti i medicinali. Tutti sappiamo cosa vuol dire bugiardo e il vezzeggiativo in –ino non lascia spazio a dubbi, ma perché un foglietto che dovrebbe illustrarci nella maniera più sincera possibile gli effetti, positivi e negativi, di un farmaco si chiama in questo modo? Affidiamoci alla Crusca: "Non c'è dubbio che questo nome voglia puntare l'attenzione sulle prerogative di queste particolari "istruzioni per l'uso" che, soprattutto negli anni di boom della farmacologia, tendevano a sorvolare su difetti ed effetti indesiderati del farmaco per esaltarne i pregi e l'efficacia. Non erano quindi vere e proprie "bugie" quelle che vi si potevano leggere, ma nell'insieme il foglietto risultava un "bugiardino" che diceva piccole bugie o, meglio, ometteva informazioni importanti ma che potevano essere compromettenti per il prodotto".
Una volta chiarito questo spiegare cos'è l'effetto Nocebo è decisamente più semplice. Siamo creature suggestionabili. Non è un caso se il mondo si divide in due: tra chi legge – non saltando neanche una riga – i foglietti illustrativi dei farmaci (i bugiardini appunto, oggi sicuramente più sinceri di un tempo) per avere contezza di qualsiasi possibile rischio, effetto collaterale o fastidio, legato all'assunzione di una certa pillola, e chi invece butta giù il farmaco senza pensarci troppo, si affida al medico che l'ha prescritto e cestina il foglietto senza neanche sforzarsi di provare a rimetterlo all'interno della scatola (una missione tra l'altro praticamente impossibile). Di queste due categorie i primi sono quelli più a rischio di subire l'effetto nocebo (il contrario del placebo): ovvero l'avverarsi di alcuni eventi negativi, effetti collaterali descritti nel foglio illustrativo o da un medico ma non causati realmente del farmaco assunto o dalla patologia, ma bensì dalle aspettative negative del paziente.

Che cos'è l'effetto Nocebo

Nocebo viene dal latino e significa nuocere ed è l'inverso del placebo (cioè la convinzione di aver assunto un farmaco provoca degli effetti positivi sul corpo). In questo caso la mente lavora al contrario: ci si concentra solo sugli effetti negativi e qualsiasi evento – anche completamente slegato dalla patologia o dal farmaco – viene ricondotto alla stessa causa (il farmaco o la malattia). Per capire l'impatto dell'effetto nocebo basta leggere alcuni dati: uno studio dell'Imperial College ha monitorato circa 10mila pazienti ai quali era stata prescritta la statina (un farmaco per tenere sotto controllo il colesterolo) durante la prima fase le persone coinvolte non sapevano se stavano assumendo il medicinale o il placebo, nella seconda fase sono stati informati del fatto che stessero assumendo effettivamente la statina e il numero di segnalazioni degli effetti collaterali (in particolare dei dolori muscolari) è cresciuto del 30%.

Come (e dove) nasce la suggestione

Diversi studi scientifici e pubblicazioni hanno indagato l'origine dell'effetto nocebo e di quella che è a tutti gli effetti una suggestione, le aree cerebrali coinvolte sono due: l'ippocampo e il cervelletto. Nella prima zona si formano i ricordi ed è qui che si crea l'associazione tra il concetto del farmaco o della malattia e le aspettative negative. Questo pensiero ci mette sul chi va là, in guardia, vigili su qualsiasi segnale insolito. Ad amplificare il tutto ci pensa il cervelletto, al primo crampo, alla prima avvisaglia di emicrania, esaspera la portata dell'effetto in sé e ci avvia sulla china della paranoia totale. E allora? Come si fa a contrastare questo fenomeno? Informare o non informare? Se, come spiega la Crusca, in passato i fogli illustrativi fornivano al paziente una versione più soft degli effetti collaterali, oggi questa pratica non è più attuabile. La completezza e l'accuratezza dell'informazione sono due caratteristiche necessarie, sia nella comunicazione medico-paziente, sia all'interno dei foglietti illustrativi. Però già essere a conoscenza dell'esistenza dell'effetto nocebo è utile a depotenziarne le conseguenze e poi, soprattutto per chi è facilmente impressionabile, il consiglio è quello di non affidarsi mai a dottor Google e di fare riferimento sempre al proprio medico di base e segnalare ovviamente qualsiasi episodio anomalo, facendo una tara e cercando di ridimensionare quelli che potrebbero essere soltanto degli effetti immaginati e non reali. E, per carità, meglio saltare alla grande il paragrafo dal titolo "Effetti indesiderati molto rari".

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