Come si affronta la fine di una relazione: “Il dolore va attraversato per essere superato”
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San Valentino è vicino: la festa degli innamorati, di chi ha voglia di celebrare l'amore. Può però essere anche una giornata di dolore, per chi è in un momento di sofferenza dovuto a una recente rottura o a un'imminente separazione. Porre fine a una relazione è un piccolo lutto da elaborare: lo si vive come un fallimento, bisogna ripartire da zero, ricostruire se stessi e rimettere in piedi la propria vita su nuove basi. Con la dott.ssa Lucia Montesi abbiamo indagato questa situazione, per capire cosa comporta per un individuo l'interruzione di una storia d'amore.
Che succede quando finisce una storia
Dover dire addio a qualcuno che si è amato è una sofferenza: significa far uscire dalla propria vita una persona importante, che tanto ha dato e che tanto ha preso, con cui magari erano stati fatti progetti di coppia per il futuro. A volte interrompere una relazione è l'unico modo per salvarsi: non tutti gli amori sono idilliaci come si pensa, a volte si tratta solo di dinamiche tossiche che fanno male a entrambe le persone coinvolte. E ci vuole molto tempo per capirlo, ma quando se ne prende coscienza, è l'unico modo per potersi dare la possibilità di felicità. Quando ci si lascia si soffre da entrambe le parti: chi lascia e chi viene lasciato e per entrambi il primo passo è lo stesso. "È accettare la sofferenza e le emozioni negative di tristezza, rabbia e paura, riconoscerle e dare loro espressione senza reprimerle e senza anestetizzarsi ricorrendo ad esempio ad alcol e sostanze, a farmaci, o a un’immediata nuova relazione che funga da chiodo schiaccia chiodo" ha chiarito l'esperta.
È proprio come un lutto: "E come ogni lutto prevede il normale susseguirsi di diverse fasi: l’iniziale incredulità e lo shock, poi intense reazioni di rabbia, paura, tristezza, quindi una fase in cui si viene a patti con la perdita, una successiva fase di elaborazione con sentimenti depressivi e infine l’accettazione e la riorganizzazione della propria vita. Questo processo, più o meno lungo e intenso a seconda dell’importanza della relazione, richiede comunque un tempo che è necessario concedersi e il dolore deve essere necessariamente attraversato per essere superato. Il bilancio di quanto accaduto è utile anche per approcciarsi al futuro, per capire quali aspetti di sé migliorare e come impostare in modo migliore una relazione affettiva".
Le tecniche per superare il dolore
Ovviamente questi pensieri più costruttivi sopraggiungono solo in un secondo momento, dopo aver fatto i conti coi pensieri più distruttivi, ma è possibile tenerli a bada: "È normale sperimentare pensieri intrusivi in cui si rimugina sulla relazione e sui motivi per cui è fallita: la mente cerca di dare un senso a quanto è accaduto. Se questi pensieri sono eccessivamente invasivi una tecnica utile è quella di scegliere un tempo dedicato ben definito, ad esempio mezz’ora ogni giorno, per farli defluire e invece rimandarli quando si presentano in altri momenti della giornata. Una risorsa utile in questi momenti sono i rapporti sociali e amicali da mantenere o da riprendere nel caso la vita di coppia avesse portato a limitarli, come occasione per ricevere conforto, ricevere altri punti di vista, distrarsi ed essere coinvolti in attività che possono essere di svago e di sollievo. Alcune persone trovano utile tenere un diario, mettere nero su bianco ciò che provano, sia per sfogare le emozioni che per favorire il processo di rielaborazione e di attribuzione di un senso a quanto accaduto. Occorre fare attenzione al meccanismo dell’idealizzazione che scatta dopo una perdita, per cui ricordiamo solo gli aspetti positivi di ciò che non abbiamo più e per cui rischiamo di dimenticare ciò che non funzionava nella relazione, gli aspetti sgraditi del partner o anche il nostro malessere finché eravamo nella relazione".
Un errore comune è rimanere in contatto con l'ex: è un'arma a doppio taglio infatti l'esperta lo sconsiglia: "Generalmente nelle prime fasi della rottura non è utile mantenere contatti con l’ex partner. Sentirsi e vedersi può dare un sollievo temporaneo, ma prolunga l’agonia del distacco e ne ostacola l’elaborazione. Anche a seguire l’ex partner sui social non è di aiuto. Se i contatti devono essere mantenuti perché si hanno figli in comune, è importante resistere alla tentazione di riaprire ogni volta la discussione sui motivi della fine. È importante prendersi cura di sé in questi momenti di fragilità curando l’alimentazione, il sonno, l’attività fisica, cercando di fare attività piacevoli, dando spazio o recuperando i propri hobby e passioni. Se la sofferenza è percepita come eccessiva e ingestibile può essere necessario ricorrere ad un aiuto professionale".
Chi lascia e chi viene lasciato: cosa cambia?
"La fine di una relazione comporta sempre in qualche misura una quota di dolore, sia per chi è lasciato che per chi lascia" ha spiegato la psicologa. Chi viene lasciato subisce la situazione, viene colto di sorpresa, dunque non ha modo di prepararsi per attutire il colpo: "Si sente abbandonato, rifiutato, usato e in certi casi ingannato, si sente crollare il mondo addosso. Può arrovellarsi sui motivi della fine senza riuscire a darsi un perché, soprattutto se il partner che lascia non è chiaro. Può subire un calo dell’autostima e temere di non poter essere più amato da altri. Da una parte non avere il controllo della situazione e subire la decisione dell’altro aumenta l’angoscia, dall’altra avere subito la decisione lo solleva da dubbi e ripensamenti. Chi viene lasciato riceve di solito un maggior supporto sociale, perché gli altri tendono a solidarizzare con la parte che subisce la decisione".
Situazione diversa per chi lascia, che sperimenta sentimenti e sensazioni leggermente diverse: "Va incontro a un livello di sofferenza minore perché prova un senso di liberazione, perché può avere davanti a sé una prospettiva positiva come nel caso in cui lasci per stare con un’altra persona, perché ha avuto il tempo di meditare sulla scelta e di prepararsi. Ha il controllo della situazione, sa che cosa succederà. D’altra parte affronta una propria quota di dolore. Se decide di lasciare, di solito è infelice da molto tempo e arriva alla decisione con un travaglio interiore. Va maggiormente incontro a dubbi sulla scelta fatta e al rimorso di non aver fatto ulteriori tentativi per salvare la relazione. Ha su di sé la responsabilità della fine con tutti i sensi di colpa che ne derivano, anche quando in realtà è stato costretto a fare questo passo anche per la passività del partner che ha preferito non assumersi il peso della decisione. Deve affrontare gli attacchi o le suppliche del partner. Può vivere il dolore lacerante di far soffrire l’altro. Chi lascia riceve meno supporto sociale, è giudicato dagli altri come il cattivo della situazione, può essere oggetto di riprovazione da parte di amici e familiari dell’ex partner, può non sentirsi in diritto di soffrire e di esternare il proprio dolore".