Come riconoscere un narcisista patologico: onnipotenza e mancanza di empatia, i principali tratti
Gli antichi greci avevano già visto tutto. Tra i canti di Ovidio, l'epica omerica, le tragedie di Sofocle e Euripide, troviamo traccia di tutta (o quasi) l'umanità possibile. Ogni divinità, ogni mito è un racconto che in qualche modo potrebbe riguardarci: l'infedeltà di Zeus, l'astuzia di Ulisse, la curiosità di Icaro. E poi c'è Narciso, figlio di una ninfa e di un dio, talmente bello e vanesio da disdegnare chiunque l'amasse, che finisce – a seguito di una punizione divina – per innamorarsi della sua immagine riflessa in uno specchio d'acqua. Lo sentiamo nominare spesso, Narciso, dagli psicologi e dagli psicanalisti, il suo mito ha dato il nome a un disturbo che rientra anche nel DSM-5 (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali): il disturbo narcisistico della personalità. "Se ne parla tantissimo è vero – dice a Fanpage.it la psicologa e psicoterapeuta Erica Pugliese – Ma le persone che veramente ne soffrono non sono così tante. Più che altro è frequente riscontrare alcuni dei tratti che rientrano nel disturbo, ma che da soli non sono sufficienti a diagnosticare la patologia".
Chi è il narcisista patologico
La grandiosità, il senso di onnipotenza, la mancanza di empatia, sono i principali tratti che caratterizzano il narcisista patologico. "La difficoltà ad avere relazioni stabili, l'eccessiva ricerca di ammirazione da parte degli altri, la voglia di stare al centro dell'attenzione sono elementi che se combinati insieme danno luogo a un disturbo della personalità". Alcuni tratti del narcisismo sembrano essere piuttosto comuni. "Nella maggior parte dei casi sono addirittura anche funzionali: pensiamo alla voglia di essere ambiziosi, al piacere che si prova quando si ottiene l'ammirazione degli altri. Si tratta di aspetti che tutti noi abbiamo in una certa misura. Se diventano però eccessivi o sregolati si passa a uno stato di sofferenza, che è quello del narcisista patologico".
Da dove nasce il narcisismo
Gli antichi greci avevano come sempre dato la colpa agli dei. Narciso si era innamorato di sé stesso per una punizione divina. La psicologia invece fa risalire il narcisismo patologico alle relazioni problematiche. "Il narciso non è una persona cattiva – chiarisce Pugliese – È una persona che ha sofferto o che sta soffrendo. Quasi sempre la causa è da ricercare nelle relazioni con dei genitori abusanti o svalutanti o emotivamente carenti oppure di genitori che hanno basato la loro relazione con il figlio sul raggiungimento di risultati: Ti amo se sei bravo. Il bambino inizia a sviluppare una sensazione di grande inadeguatezza e ritiene di poter essere amato soltanto se è il migliore, non è libero di essere sé stesso". Ma anche un genitore iperprotettivo può essere causa del narcisismo patologico. "Un genitore che non è in grado di dare confini, che è in qualche modo ‘vittima' del bambino potrà essere la causa di un crescente senso di grandiosità. Quando un genitore non riesce a mettere dei limiti sani, quando non riesce a imporre regole e confini, il rischio è che si scateni un senso di onnipotenza nell'adulto".
Il meccanismo di ipercompensazione nelle relazioni
Il narciso ha quindi un passato fatto di relazioni sbagliate. "Il suo modo di comportarsi è una forma di difesa. Si chiama coping di ipercompensazione. Cerca attenzioni dalle persone da cui si circonda oppure mette in atto dei meccanismi di evitamento, delle strategie per sottrarsi alle relazioni, per sentirsi cercato, voluto". Chi soffre di questo disturbo ha difficoltà nelle relazioni amorose. "All'interno di una relazione ritiene di avere diritto alla totale attenzione del proprio partner, attua uno schema delle pretese importante. E questo deriva proprio dal senso di grandiosità che caratterizza il disturbo". La tipologia di attaccamento del narcisista si definisce controdipendenza: "È l'altro lato della dipendenza affettiva. Per questo quando un narcisista patologico incontra un dipendente affettivo l'incastro è perfetto, come due pezzi di un puzzle. Ma si tratta di una relazione che potrà anche durare nel tempo ma che sarà sempre e comunque puntellata da grandi sofferenze".
Come si cura il narcisismo
Abbiamo detto che narciso e dipendente affettiva sono un incastro perfetto. Sbagliato, ma perfetto. Uno dei casi più comuni di questo tipo di relazioni riguarda il fatto che spesso il dipendente affettivo (più facile che sia una donna) abbia la presunzione di poter curare il narcisista patologico. "Non è così. – spiega Pugliese – Il narcisismo patologico non è un tratto del carattere che si può modificare o su cui si può intervenire senza avere le competenze, è un disturbo della salute mentale e così va trattato. Ha la dignità di qualsiasi problematica di questo genere. Non si tratta di un difetto, di un tratto caratteriale e basta, è una patologia a tutti gli effetti che si può curare con successo con l’aiuto di uno specialista".