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Come riconoscere la distimia e perché è diversa dalla depressione: “Passa inosservata, diventa normalità”

La distimia è una depressione cronica con sintomi meno intensi. “È un fardello silenzioso, le persone sembrano solo giù di morale” ha detto lo psichiatra.
Intervista a Dott. Francesco Cuniberti
Psichiatra presso Humanitas Pio X
A cura di Giusy Dente
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Quando si parla di disturbi dell'umore ci si riferisce a quelli in cui il paziente vive una grave alterazione del tono dell’umore, non solo prolungata nel tempo, ma anche capace di interferire molto sulla vita della persona, sia nelle attività lavorative che nelle relazioni sociali. Ci sono diversi gradi di alterazione, nei casi più gravi si arriva ai disturbi bipolari, ma rientrano in questa macro categoria anche i disturbi depressivi. Tra i disturbi dell’umore esiste anche la distimia o disturbo distimico. Abbiamo approfondito l'argomento con Francesco Cuniberti, psichiatra presso il Centro per i disturbi d’ansia e di panico dell'Humanitas San Pio X (Milano). L'esperto ha spiegato: "I disturbi dell’umore, in particolare la depressione, rappresentano i più importanti e frequenti disturbi psichiatrici, anche se le stime divergono a seconda dei criteri diagnostici utilizzati. La depressione è un problema di salute pubblica, sia per la sua alta prevalenza, sia perché comporta una considerevole disabilità e spesso si manifesta con patologie croniche mediche e con altri disturbi psichiatrici".

Che cos'è la distimia

La distimia rappresenta una forma cronica di depressione. È un disturbo depressivo persistente che si manifesta però con sintomi meno intensi rispetto alla depressione maggiore classica. Lo psichiatra ha spiegato che c'è stato un aggiornamento, nella sua definizione: in precedenza compariva nel Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM-5) come disturbo distimico. Nello specifico: "È il frutto dell’unione del disturbo distimico e del disturbo depressivo maggiore cronico della precedente versione. Questa scelta è stata fatta per riflettere meglio la natura cronica e a lungo termine della depressione in alcune persone, piuttosto che mantenere due diagnosi distinte. La differenza principale tra le due forme è l’intensità dei sintomi. Sono più lievi nella distimia e più intensi nella forma cronica, in cui c’è un vero e proprio episodio di depressione maggiore (ovvero con sintomi più gravi)". Quello che hanno in comune è la durata: "Per entrambi un periodo di tempo esteso di almeno due anni. Durante questo periodo, la persona può non essere mai stata senza sintomi per più di due mesi consecutivi". La prevalenza del disturbo depressivo persistente è stimata attorno al 2-5% della popolazione generale e colpisce maggiormente le donne rispetto agli uomini. Spesso l'inizio dei sintomi si verifica già nell'adolescenza o nella prima età adulta.

Sintomi e caratteristiche della distimia

Pur rappresentando una forma cronica di depressione, la distimia si manifesta con sintomi meno intensi rispetto alla depressione maggiore classica e ha una durata di almeno due anni. Nonostante questo, lo psichiatra ha specificato: "Le persone con distimia possono anche sperimentare episodi di depressione maggiore, quindi con sintomi più gravi nel corso del disturbo, una condizione definita doppia depressione". È importante sottolineare quanto sia invalidante: "Ha un impatto dal punto di vista del funzionamento personale, sociale e relazionale e quindi una riduzione della qualità di vita". La distimia si manifesta con umore depresso per la maggior parte del giorno, quasi tutti i giorni. Si aggiungono ai sintomi: mancanza di interesse o piacere nelle attività, scarsa autostima, difficoltà di concentrazione o di prendere decisioni, sensazione di disperazione, ridotto o aumentato appetito, disturbi del sonno (insonnia o ipersonnia), fatica o mancanza di energia.

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La distimia è cronica

Una delle caratteristiche più singolari della distimia è appunto la sua natura cronica: "Mentre la depressione maggiore classica può manifestarsi in episodi acuti, la distimia persiste per anni, spesso senza remissione completa dei sintomi" ha detto lo psichiatra. Andando più a fondo: "Le persone che soffrono di distimia possono convivere con un umore basso e una sensazione costante di tristezza o vuoto per lunghi periodi. Vi è una tendenza ad abituarsi ai sintomi e considerandoli parte della loro personalità o del loro modo di essere. La cronicità del disturbo fa sì che molte persone con distimia non si rendano nemmeno conto di essere depresse, poiché la loro condizione è così persistente che la vedono come normale. Viene spesso descritta come un fardello silenzioso che può passare inosservato a lungo, sia dai pazienti che dai professionisti della salute. Le persone con distimia possono sembrare semplicemente giù di morale o pessimiste: una volta un genitore mi ha definito il figlio come malato di tristezza leopardiana. A lungo termine questo funzionamento può avere un impatto sulla qualità della vita, sulle relazioni e sulla carriera". Tra i sintomi che riferiscono i pazienti, infatti, ci sono anche: "Una distorsione nella percezione del tempo, sentendosi bloccati in uno stato cronico di malinconia e difficoltà a ricordare momenti di felicità o benessere. Questa percezione può alterare la loro capacità di pianificare il futuro o di provare speranza. E la tendenza al rimuginio cronico, una forma di pensiero ripetitivo negativo incentrato su preoccupazioni passate o presenti, che contribuisce a mantenere e aggravare i sintomi depressivi".

Come si arriva alla diagnosi

Molte persone convivono con questo disturbo per anni senza ricevere una diagnosi corretta oppure senza cercare aiuto: "A causa della sua natura meno grave ma cronica, la distimia è spesso sottovalutata, sia dai pazientistessi che dai medici. Può capitare che non venga diagnosticata perché i pazienti riescono a mantenere un’apparente normalità nella loro vita, seppur con difficoltà. Tuttavia, la sottovalutazione della distimia può portare a un peggioramento del quadro clinico nel tempo, con un aumento del rischio di sviluppare depressione maggiore. È possibile il ricorso all’uso di sostanze come tentativo di autocura fino a sviluppare veri e propri disturbi da uso di sostanze" ha detto l'esperto. Dopo la diagnosi si può agire in diversi modi, il trattamento è simile a quello per la depressione maggiore: psicoterapia, farmacoterapia. Può aiutare anche agire sullo stile di vita: "L’esercizio fisico regolare può migliorare l’umore e ridurre i sintomi della depressione, mangiare in modo sano e mantenere uno stile di vita equilibrato può aiutare a gestire i sintomi e avere una rete di supporto forte può migliorare l’outcome del trattamento".

Le informazioni fornite su www.fanpage.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.
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