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Come migliorare la vita allenando l’ottimismo (e come scacciare quello tossico)

Non è questione di segni zodiacali: l’ottimismo è un’attitudine che si può allenare. In che modo e perché ci fa bene alla salute lo abbiamo chiesto allo psicologo De Simone, che ci avverte però: “Attenzione alla sindrome di Pollyanna”.
Intervista a Dott. Andrea De Simone
Psicologo e psicoterapeuta
A cura di Francesca Parlato
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Quando in una situazione difficile ci sentiamo dire ‘pensa positivo, guarda il bicchiere mezzo pieno', non tutti reagiamo alla stessa maniera. C'è chi riesce ad avere un approccio effettivamente fiducioso, uno slancio benevolo verso il mondo, anche quando tutto sembra non andare così bene, e chi invece si abbandona a pensieri negativi. Ottimisti vs pessimisti. Ma l'ottimismo non è solo una questione di carattere, di indole. Si può allenare, si può praticare, si può educare all'ottimismo, e ne vale la pena perché l'ottimismo fa bene anche alla salute. "Numerose ricerche dimostrano che l’ottimismo ha effetti positivi sulla salute. – spiega a Fanpage.it lo psicoterapeuta Andrea De Simone, autore del libro "Ti meriti la felicità" edito da Sperling & Kupfer "Oggi possiamo associare con certezza l'ottimismo a una riduzione del rischio di malattie cardiovascolari, a minori livelli di stress, a un sistema immunitario più forte e a una maggiore longevità. Gli ottimisti tendono ad adottare stili di vita più sani, a gestire meglio lo stress e a recuperare più rapidamente da malattie e interventi chirurgici".

Che cos’è l’ottimismo?

Ma come si può definire l'ottimismo? È l'attitudine al pensare positivo? La capacità di trovare il bene anche nei momenti di sconforto? "Io lo definirei come speranza mista a fiducia che genera positività e lo includo tra quelli che ritengo i cinque pilastri della felicità, insieme all’autostima, alla motivazione, alla resilienza e all’empatia". L’ottimismo è un atteggiamento mentale che si focalizza sul lato positivo delle situazioni "Tende a presupporre che gli eventi futuri avranno esiti favorevoli e interpreta le difficoltà come temporanee e superabili o addirittura come opportunità. Questo stato d’animo non si lascia condizionare dalle esperienze negative del passato, ma guarda al futuro con fiducia". Questo non significa ignorare i problemi, ma affrontarli con la convinzione che esistano soluzioni e possibilità di miglioramento.
"Non è semplicemente “pensare positivo” a tutti i costi, ma è un modo di interpretare la realtà che ci permette di affrontare le sfide con fiducia.
Essere ottimisti significa avere la capacità di leggere gli eventi in modo costruttivo, cercando sempre di individuare una soluzione anziché soffermarsi solo sul problema. È un’attitudine che nasce anche dal desiderio di essere protagonisti della propria vita, anziché vittime delle circostanze".

Essere ottimisti aiuta nelle situazioni stressanti

Per spiegare perché l'ottimista affronta meglio le situazioni stressanti dobbiamo ricorrere a una delle parole più abusate degli ultimi anni: resilienza. "L'ottimista non si lascia sopraffare dalle difficoltà ma le interpreta come momentanee e risolvibili. Questo atteggiamento lo porta a cercare soluzioni concrete, a non arrendersi facilmente e a mantenere un senso di controllo sulla propria vita, ovvero di adattarsi alle avversità senza lasciarsi sopraffare". Una mentalità positiva favorisce l’iniziativa e la perseveranza "Due elementi chiave per trasformare le intenzioni in realtà. Non è un caso se l'ottimismo è strettamente legato anche alla realizzazione dei propri progetti, l'ottimismo può essere uno dei motori per il successo personale e professionale". 

Quando l'ottimismo diventa tossico

Però diciamo anche la verità, avere intorno una persona che ti dice di guardare sempre il bicchiere mezzo pieno, di pensare positivo, che sorride a 32 denti anche quando sembra che non ci sia niente da sorridere, può essere irritante, soprattutto per una persona di indole più pessimista. In alcuni casi si parla di ottimismo tossico. "Diventa tossico quando porta a minimizzare i problemi, ignorare i segnali di pericolo o si trasforma in negazione della realtà. Le persone che adottano un ottimismo ingenuo o tossico hanno la tendenza a ignorare gli aspetti negativi, i rischi e i pericoli associati a una situazione o un contesto. Sembrano non tenere conto della difficolta di certe sfide o delle possibilità di insuccesso e hanno una visione idealizzata della realtà". Non è un caso se molti accomunano l'ottimismo tossico al pensiero magico: "Uno schema mentale che attribuisce un peso eccessivo e irrealistico alle speranze e alle aspettative positive, che non ci fa vedere gli ostacoli o ci induce a ritardare continuamente il momento di affrontarli. Ad esempio credere che “andrà tutto bene” senza adottare comportamenti adeguati per affrontare le richieste reali può essere dannoso. L’ottimismo per non diventare tossico deve essere accompagnato da un sano realismo, da una consapevolezza lucida dei problemi e da un’azione responsabile".

Ottimismo tossico e sindrome di Pollyanna

Ve la ricordate Pollyanna? Un romanzo, e poi un cartone, che ha per protagonista una bambina che rimane orfana di entrambi i genitori e che è adottata da una zia tutt'altro che simpatica, anzi, ostile e mal disposta nei suoi confronti. Nonostante le avversità però la bambina mantiene sempre il sorriso e un atteggiamento positivo. "In realtà Pollyanna vede sempre il lato positivo, ma in modo distorto. Chi ‘soffre' di questa sindrome tende a negare o sminuire gli aspetti negativi della vita evitando il confronto con la sofferenza e l’incertezza. Un meccanismo disfunzionale che inevitabilmente presenterà il conto, perché per quanto ci sforziamo di negarle, le emozioni troveranno altri modi per manifestarsi e ricordarci che quella parte buia di noi merita ascolto e comprensione". Quest'atteggiamento rivela una difficoltà nell'affrontare emozioni negative o nel tollerare la complessità della realtà "A lungo termine, può portare a illusioni poco realistiche, frustrazione e difficoltà nel prendere decisioni basate su una valutazione equilibrata delle situazioni. É importante, invece, essere in grado di accettare la sofferenza, il dolore e il disagio: solo cosi potremo continuare il nostro percorso di crescita ed evoluzione". 

Allenare l'ottimismo

L’ottimismo può essere il riflesso di una componente innata, legata alla personalità, ma può anche essere allenato "Non tutti nasciamo ottimisti, ma attraverso l’allenamento mentale ed emotivo possiamo imparare a cambiare le nostre strategie, reazioni emotive e più in generale l’approccio alle difficoltà. Si tratta di una vera e propria competenza che si può sviluppare. Un modo efficace per farlo è modificare il nostro dialogo interiore, imparando a riconoscere i pensieri negativi e a sostituirli con interpretazioni più funzionali e costruttive".
Studi di psicologia positiva dimostrano che è possibile svilupparlo attraverso abitudini mentali e comportamentali "Il pensiero costruttivo, la gratitudine e la ristrutturazione cognitiva delle esperienze negative. In altre parole, pur essendo più naturale per alcuni, tutti possono lavorare per diventare più ottimisti". E nel nostro quotidiano possiamo provare a inserire dei piccoli esercizi per imparare a pensare positivo. "Prendiamo un salvadanaio, basta anche una scatola, e ogni giorno proviamo a scrivere su un biglietto qualcosa di bello che ci è accaduto: un momento di gratificazione, un complimento ricevuto, una piccola gioia o un successo. Dopo un mese, oppure in un giorno in cui vediamo tutto grigio, apriamo la scatola e rileggiamo con calma i biglietti, ripensando al vissuto di quei momenti, ci aiuteranno a ricordare quante cose belle accadono e viviamo anche quando non sembrano così evidenti". L'altro esercizio è la "sfida della chiave positiva". "Ogni giorno, scegli un evento che ti ha infastidito o demoralizzato e prova a rileggerlo in chiave positiva. Fatto queste domande precise e rispondi su un foglio: Cosa posso imparare da questa situazione? C’è un lato utile o persino divertente che non avevo considerato? Ad esempio, se hai trovato traffico, potresti pensare che hai avuto più tempo per ascoltare la tua musica preferita. Se un imprevisto ha scombinato i tuoi piani, forse ti ha offerto un’opportunità inaspettata. Con il tempo, allenerai la mente a cercare e trovare il lato positivo in modo sempre più semplice e naturale".

Le informazioni fornite su www.fanpage.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.
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