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Cibi da evitare: uno studio rivela quali sono quelli che accorciano la vita

Mangiare tanto cibo ultra-processato può ridurre la durata della vita di oltre il 10% e aumentare il rischio di sviluppare malattie cardiovascolari.
A cura di Giusy Dente
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Le abitudini alimentari quotidiane incidono notevolmente sulla salute. C'è una grande quantità di cibo spazzatura sempre a portata di mano e parallelamente poco tempo a disposizione da dedicare a cucinare in modo sano e ben ponderato. Ma a lungo termine questo stile di vita diventa deleterio e pericoloso. Un nuovo studio, dedicato in particolare ai cibi ultra-processati, lo conferma. La produzione di questa tipologia di alimenti è esplosa dalla metà degli anni '90: oggi costituiscono il 70% degli alimenti che si trovano in un qualsiasi supermercato. Includono zuppe preconfezionate, pizze surgelate, pasti pronti, patatine fritte, biscotti, torte, gelati e molto altro ancora.

Perché i cibi ultra-processati fanno male

Secondo un nuovo studio condotto su oltre 500.000 persone, mangiare quantità elevate di cibo ultra-processato potrebbe ridurre la durata della vita di oltre il 10%. Il rischio, nello specifico, è salito al 15% per gli uomini e al 14% per le donne, ha affermato l'autrice principale dello studio: Erikka Loftfield è ricercatrice presso il National Cancer Institute di Bethesda, nel Maryland. Lo studio preliminare è stato presentato domenica al convegno annuale dell'American Society for Nutrition a Chicago.

I ricercatori hanno analizzato i dati nutrizionali raccolti nel 1995 su circa 541.000 americani di età compresa tra 50 e 71 anni e li hanno poi messi in relazione coi tassi di mortalità. È stata registrata una correlazione tra l'alimentazione e patologie come malattie cardiache e diabete. A differenza di altri studi, però, i ricercatori non hanno riscontrato alcun aumento della mortalità correlata al cancro. In passato, invece, soprattutto le carni lavorate (salsicce, pancetta, hot dog, prosciutto, carne secca) e le carni rosse sono state messe in relazione ai tumori dell'intestino e dello stomaco.

Interrogati sul loro consumo di 124 alimenti, la maggioranza delle persone coinvolte nello studio ha messo in cima alcune bevande poco salutari, come quelle analcoliche spacciate per dietetiche, che contengono in realtà dolcificanti artificiali (aspartame, stevia) e additivi collegati a un rischio più elevato di morte precoce per malattie cardiovascolari, ictus, diabete, obesità. Secondo lo studio, al secondo posto in termini di popolarità si collocano i cereali raffinati, dunque il pane e alcuni altri prodotti da forno.

Ad oggi esiste un sistema di classificazione che identifica gli alimenti suddividendoli in categorie: da minimamente lavorati (frutta e verdura) a lavorati (insaccati, salumi) e fino a ultra-lavorati. Questo ultimi contengono ingredienti e additivi che li rendono più appetitosi e più invitanti, ma anche più pericolosi. L'elenco di queste sostanze comprende, per esempio, conservanti per resistere alle muffe e ai batteri, coloranti, volumizzanti, sbiancanti, gelificanti e ovviamente zuccheri, sale e grassi aggiunti. Questi cibi influiscono negativamente soprattutto sulle malattie cardiovascolari e il diabete di tipo 2.

"La carne altamente trasformata e le bevande analcoliche sono due dei sottogruppi di alimenti ultra-processati più fortemente associati al rischio di mortalità" ha evidenziato l'autrice dello studio. Secondo Loftfield, bisognerebbe limitare gli alimenti ultra-processati nella propria dieta e scegliere cibi poco lavorati: "Dovremmo concentrarci su diete ricche di cibi integrali. E se il cibo è ultraprocessato, allora guardate i livelli di sodio e zuccheri aggiunti e cercate di prendere la decisione migliore possibile usando l'etichetta dei valori nutrizionali".

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