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Che cos’è la cleptomania e perché è diversa dal furto

La cleptomania fa parte dei disturbi del controllo degli impulsi e, come ha specificato lo psichiatra a Fanpage.it, presenta sostanziali differenze col furto.
Intervista a Dott. Francesco Cuniberti
Psichiatra presso Humanitas Pio X
A cura di Giusy Dente
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Come suggerisce il nome, di origine greca, la cleptomania è la mania del furto compulsivo, questo il suo significato. Non si può ridurre al semplice concetto del rubare, perché ci sono sostanziale differenze con un furto intenzionale. La problematica presenta molte complessità e c'è ancora molto da indagare al riguardo, come ha illustrato il Dott. Francesco Cuniberti.

Che cos'è la cleptomania

L'esperto ha chiarito: "La cleptomania è classificata tra i disturbi del controllo degli impulsi secondo il DSM-5 (Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders) ed è caratterizzata dall’incapacità di resistere all’impulso di rubare oggetti, generalmente privi di necessità personale o di valore economico. Sebbene presenti alcune somiglianze con i disturbi ossessivo-compulsivi (DOC), come l’ansia crescente prima dell’atto e il sollievo successivo, la cleptomania si distingue per il fatto che il furto è impulsivo e non motivato da pensieri ossessivi ricorrenti. Tra i disturbi del controllo degli impulsi, oltre alla cleptomania, rientrano il Disturbo Esplosivo Intermittente (IED) e la Piromania. In generale, questi disturbi sono caratterizzati dall’incapacità di resistere a un impulso, un desiderio o una tentazione che può risultare dannosa per sé stessi o per gli altri". L'impulsività è quindi un elemento centrale: "Si definisce come l'incapacità di resistere a una tentazione o a un desiderio, anche quando si riconoscono i rischi associati. Studi suggeriscono che il comportamento impulsivo potrebbe essere radicato in alterazioni della neurotrasmissione serotoninergica, che compromettono la capacità di inibire l'impulso. Una trasmissione serotoninergica ridotta può portare a un controllo degli impulsi così diminuito".

Sintomi e cause del disturbo

I sintomi della cleptomania si manifestano seguendo cinque fasi comportamentali principali. A un'iniziale eccitazione, quasi uno stato d'ansia che precede l'azione, segue il fallimento nel riconoscere di essere incapaci di resistere a quell'impulso. La persona cede, pur consapevole delle conseguenze negative a cui va incontro: l'atto in sé genera un iniziale sentimento di piacere e sollievo, si riduce la tensione accumulata, ma poi avanza di nuovo una sensazione di malessere: "A posteriori il soggetto prova rimorso o colpa per il comportamento". Tutti i disturbi del controllo degli impulsi hanno in comune la sequenza di: impulso irrefrenabile, intenso e improvviso, tensione crescente, piacere o sollievo, senso di colpa o vergogna, ricorrenza: il ciclo si ripete, nel caso specifico della cleptomania si ripete l'istinto a rubare, a cui non ci si sa sottrarre. Se sui sintomi la scienza è riuscita a identificare i comportamenti, sulle cause esatte c'è ancora del lavoro da fare, perché non sono state comprese del tutto. "Le cause esatte della cleptomania però non sono completamente comprese, ma Possono in generale includere fattori biologici (squilibri nei neurotrasmettitori cerebrali), fattori genetici (storia familiare di disturbi del controllo degli impulsi o altre condizioni psichiatriche), fattori psicologici (eventi traumatici o stressanti)". Difficile anche stimare quanto sia diffusa nella popolazione.

Differenza tra cleptomania e furto

Ci sono sostanziali differenze tra la cleptomania e il furto. Nel primo caso parliamo di: "Un furto impulsivo, non premeditato e non motivato da necessità o profitto. L'atto di rubare avviene in risposta a un impulso improvviso e incontrollabile, senza pianificazione. Gli oggetti rubati spesso non hanno valore per il soggetto e il comportamento è accompagnato da sensi di colpa e vergogna". Nel secondo caso, invece: "Il furto è premeditato e motivato da guadagno personale o necessità. Gli oggetti rubati hanno un valore specifico per il ladro, che non prova rimorso o sensi di colpa associati all'atto". Nello specifico, l'attenzione del cleptomane si concentra soprattutto su articoli di cancelleria, prodotti cosmetici, capi di abbigliamento, alimenti o piccoli oggetti domestici: "Questi oggetti spesso non hanno un'utilità specifica per il soggetto e possono essere accumulati, regalati o persino restituiti".

Si può curare?

Ad oggi non esistono linee guida specifiche o trattamenti convalidati per la cleptomania. Tuttavia, si utilizzano strategie basate su analogie con altri disturbi impulsivi e comorbilità. La farmacoterapia prevede antidepressivi SSRI per ridurre l'impulsività e trattare sintomi depressivi, Naltrexone per ridurre la gratificazione legata al furto specialmente nei pazienti con una storia familiare di dipendenze, stabilizzatori dell’umore per pazienti con sintomi di instabilità emotiva, benzodiazepine per ridurre la tensione iniziale. È previsto anche un percorso di psicoterapia: "La Terapia Cognitivo-Comportamentale (CBT) è considerata la più efficace. Si concentra sull'identificazione e sulla modifica dei pensieri disfunzionali e sull'insegnamento di strategie di coping. Tecniche di esposizione e prevenzione della risposta (ERP) sono utilizzate per ridurre gli impulsi. Gruppi di supporto o programmi di auto-aiuto possono offrire sostegno emotivo e strategie di coping. Il supporto sociale e familiare è fondamentale per migliorare l’aderenza terapeutica e la consulenza legale è utile per gestire le conseguenze legali".

Le informazioni fornite su www.fanpage.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.
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