“Ce l’ho sulla punta della lingua” perché a volte dimentichiamo le parole: che cosa è la disnomia
"Ce l'ho sulla punta della lingua…" Quante volte ci capita mentre parliamo con un'altra persona di non ricordare un nome o una parola, ci giriamo intorno, ci sembra di averla lì a portata di mano, ma niente non ci viene. In medicina questo fenomeno ha un nome: disnomia. "Sarà sicuramente successo a tutti durante una conversazione di non riuscire a ricordare un nome specifico di un oggetto, una persona o un luogo – spiega a Fanpage.it la neuropsicologa Marcella Mauro – È lì, ce l’abbiamo in testa, ma in quel momento proprio non riusciamo a dirlo. La disnomia è proprio la difficoltà a richiamare una parola alla memoria in un certo momento, dal nostro magazzino lessicale".
Cosa succede quando non riusciamo a ricordare una parola
Quando ci manca un nome, quando non riusciamo proprio a farcelo venire in mente, spesso facciamo dei lunghissimi giri di parole per farci capire dal nostro interlocutore. "Questo perché il nostro cervello cerca sempre una via d'uscita, una strada alternativa. A volte va a cercare nella stessa categoria semantica, la parola che ci manca è mela e allora diciamo pera, oppure diciamo borsa al posto di zaino. Oppure utilizziamo delle parole filler, che servono a prendere tempo: come, cioè, aspetta. Oppure frasi e termini generici: passami quella cosa che c'è sul tavolo, o ancora utilizziamo dei gesti per farci capire da chi è vicino a noi. Nei casi più gravi addirittura si inventano nuovi vocaboli".
Le cause delle disnomia
Le cause di questo fenomeno possono essere diverse a seconda della gravità e della frequenza con cui la disnomia si manifesta. "La disnomia può colpire bambini, adulti e anziani. Nei bambini bisogna fare attenzione perché potrebbe essere un sintomo di un disturbo del linguaggio o di dislessia". Può accadere anche durante un momento di stress di non riuscire a trovare le parole. "In una situazione di sovraccarico cognitivo, di forte ansia o al termine di una giornata di lavoro, è molto comune avere problemi di disnomia. Oggi sappiamo infatti che le emozioni e i sentimenti influenzano le nostre performance e i processi cognitivi. Chi sperimenta tutti i giorni stress e ansia può andare incontro a questo tipo di conseguenze, come avere difficoltà cognitive di memoria. C'è proprio una perdita di vitalità dei neuroni e questo induce per forza un rallentamento delle attività cognitive. Ma a volte basta ristabilire gli equilibri, rilassarci, per vedere le nostre capacità rientrare nella norma". Negli anziani questo tipo di problema è abbastanza fisiologico. "Dopo una certa età si riduce la capacità di elaborare velocemente le informazioni e di elaborarle in memoria". Anche le persone bilingue vanno spesso incontro a problemi di disnomia. "I lapsus linguistici sono molto più frequenti nei bilingue perché conoscono il doppio delle parole, e hanno quindi il doppio delle possibilità di dimenticarle oltre che un magazzino lessicale raddoppiato". Scordare una parola, avere difficoltà a ricordarla in un certo momento, può capitare a tutti e non deve certo destare preoccupazione, ci sono però alcuni casi dove è invece utile rivolgersi a uno specialista. "Se ci accorgiamo che questo fenomeno compare all'improvviso e in modo frequente la causa potrebbe essere qualcosa di diverso dallo stress: potrebbe trattarsi di una degenerazione cognitiva, di un principio di Alzheimer o di demenza, di un ictus transitorio o anche di un trauma cranico o di un effetto collaterale dell'utilizzo di droghe".
Come allenare il cervello a superare la disnomia
Quando ci si rende conto che la disnomia si manifesta con troppa frequenza può essere utile rivolgersi quindi a una figura professionale. "Un logopedista, uno psicologo o un neuropsicologo, ad esempio – spiega la dottoressa Mauro – E con questi esperti potremmo seguire dei training specifici per favorire la denominazione rapida visiva". Altri esercizi invece possiamo farli anche da soli in casa. "Se ad esempio non riusciamo a ricordare una parola, partiamo dalla lettera iniziale e se non ricordiamo neanche quella scorriamo una a una tutte le lettere dell'alfabeto. Proviamo a utilizzare dei sinonimi oppure a visualizzare la parola scritta o ancora proviamo con le rime o con delle associazioni visive". La disnomia genera quasi sempre un grande senso di frustrazione e di impotenza. "Quando la comunicazione verbale è compromessa o interrotta, si ha l'impressione che il nostro interlocutore possa perdere la pazienza e allora alcuni rinunciano, evitano di parlare, altri invece si arrabbiano e qualcuno invece persevera. Quello che è importante da sapere, e che è utile proprio per gestire la frustrazione, è che non sempre si tratta di un sintomo di una patologia, anzi può essere facilmente risolvibile". Per prevenire problemi di questo genere ci sono altre due cose che possiamo fare, e che suggerisce la neuropsicologa Mauro. "Esercizio fisico, che mantiene in salute il nostro cervello e riposo. Fare movimento e avere un'accurata igiene del sonno ci aiutano ad essere sempre efficienti nelle nostre funzioni cognitive".