Bonus psicologo: perché la salute mentale non è meno importante di quella fisica
Alla fine il bonus psicologo è stato approvato. Nel decreto Milleproroghe è stato previsto uno stanziamento di venti milioni di euro, di cui dieci milioni da ripartire in contributi da 600 euro. Una cifra che consentirà ad almeno 16mila persone di poter svolgere una media di 12 sedute, considerando il costo medio di uno specialista di circa 50 euro a incontro. Il bonus è una vittoria per tutti quelli che si sono battuti in questi mesi per porre l'accento sulla salute mentale e sui disagi che la pandemia ha causato. "Al di là della somma stanziata questo bonus è un primo segnale di avvicinamento tra il bisogno di psicologia che il paese esprime e la politica, che sinora ha considerato questi bisogni come privati. È un segnale culturale molto importante" ha detto a Fanpage.it David Lazzari, presidente del Consiglio Nazionale dell'Ordine degli Psicologi.
Professore, a causa della pandemia, sono emerse tante difficoltà e fragilità di carattere emotivo.
I dati sono noti, parliamo di un terzo della popolazione e di quasi metà dei giovani. Con queste cifre il problema è sociale e richiede che la società si attrezzi per affrontarlo efficacemente. È difficile voltarsi dall’altra parte.
Quali sono i problemi più comuni che le persone si sono trovate ad affrontare in questi ultimi mesi ?
Sono problemi di stress, disagio, malessere, fatica psicologica, traumi. Questi milioni di persone non sono “malati” in senso stretto ma non stanno affatto bene. Questa enorme area tra chi ha una malattia mentale e chi sta bene è cresciuta negli anni ed esplosa con la pandemia. È un’area che ha bisogno di ascolto e spesso terapia psicologica, che è sempre legata ad un'azione di promozione delle risorse personali. Ma non può essere solo un discorso privatistico, non solo perché taglia fuori milioni di persone che non hanno risorse economiche, ma perché non è il modo corretto di affrontarla. Al Paese serve una rete di psicologia pubblica diversificata per competenze nella scuola, nella sanità, nel sociale. Che faccia, anche a livello collettivo, prevenzione e promozione, oltre alla psicoterapia.
Perché è importante rivolgersi a un esperto quando si sta vivendo un disagio, cosa succede se si sottovaluta un problema di carattere psicologico?
La salute e la qualità della vita sono la risultante degli equilibri che creiamo con il mondo intorno a noi. E questa capacità e possibilità dipende dalle nostre risorse psicologiche. Scegliere, analizzare e risolvere i problemi, i conflitti, affrontare le situazioni, gestire le emozioni e le relazioni, rialzarsi dalle sconfitte, realizzare noi stessi, tutto questo dipende dalle nostre capacità psicologiche. Lo psicologo è un consulente per la vita prima di un terapeuta, dobbiamo imparare ad utilizzarlo. E sempre più persone lo hanno capito.
Molti sono restii a iniziare un percorso con uno psicologo o uno psicoterapeuta perché temono la lunghezza delle terapie.
La media degli italiani effettua dei percorsi di consulenza e di terapia di 10-15 incontri. Le persone si rivolgono allo psicologo o allo psicoterapeuta per motivi molto diversi e questo determina anche la durata degli incontri.
Un altro motivo per cui si teme lo psicologo è lo stigma che ancora ruota intorno alla malattia mentale.
Basaglia ha dato una grande lezione sulla malattia mentale. Che va affrontata con metodi psichiatrici, psicologici e sociali. L’Italia investe oltre 3 miliardi per i servizi che si occupano di malattie mentali. Un campo che ci vede impegnati e che certamente va migliorato. Ma quello che manca nel paese sono i servizi per il disagio psicologico e la promozione del benessere psicologico individuale e collettivo. Qui stiamo quasi all’anno zero. Ecco perché abbiamo proposto i consultori psicologici nei distretti sanitari e nelle case di comunità, lo psicologo di assistenza primaria per affiancare il medico e il pediatra di famiglia, lo psicologo scolastico per aiutare giovani e docenti.
L'approvazione del bonus è finalmente un segnale che la salute mentale deve essere considerata al pari di quella fisica?
Il bonus è stato chiamato “salute mentale” ma poi tutti lo hanno chiamato “psicologico”, soprattutto i cittadini che ne parlano per strada. Ma non è destinato alla malattia mentale in senso stretto, che deve necessariamente trovare risposte articolate, anche farmacologiche, nei servizi di salute mentale, ma al disagio psicologico così diffuso nella popolazione e che è di fatto senza servizi pubblici dedicati, tranne poche eccezioni. In ogni caso la psiche non solo ha la stessa dignità del corpo ma se siamo persone è proprio perché abbiamo questa dimensione psicologica.