Adolescenti e porno, l’esperto spiega i rischi: “Mancano gli strumenti per capire il materiale più estremo”
Siamo bombardati di contenuti pornografici, a cui si accede sempre prima e in modo sempre più facile. Un tempo c'erano le videocassette, i giornali da acquistare in edicola (magari camuffati sotto sciarpa e passamontagna): poco materiale, che spesso veniva scambiato tra gli amici. Adesso l'offerta è sconfinata e accedere a siti e chat è estremamente semplice. A una certa età è del tutto normale provare curiosità verso il sesso, voler sperimentare e scoprire cose nuove. Il problema subentra quando, complice l'assenza di un'adeguata educazione affettiva e sessuale, la pornografia va a incidere su uno sviluppo sano della propria sessualità, delle relazioni con l'altro. I rischi principali sono: la confusione sul tema del consenso, la paura di interagire con l'altro perché si teme di non essere abbastanza, il confronto con i pornoattori che fa sentire inadeguati fino a sfociare in problematiche fisiche erettili. Il dottor Matteo Merigo ha approfondito l'argomento, confermando l'importanza che hanno scuola e famiglia nell'educazione di ragazzi e ragazze: l'educazione sessuale non si fa sui film porno.
Come influisce il porno sugli adolescenti
A differenza di un adulto, che possiede adeguati strumenti di analisi per valutare i contenuti pornografici che sta guardando, un adolescente non si rende conto pienamente che quella è finzione: i pornoattori seguono dei canovacci, hanno dei veri ne propri copioni. Il dottor Merigo ha affrontato l'argomento mettendo prima a confronto due generazioni: "È vero che tanti adulti di oggi hanno scoperto la sessualità guardando i primi film porno che circolavano, ma oggi siamo in un'altra epoca. Per la generazione X era diverso: giravano pochi film, si scambiavano tra amici in videocassetta. Oggi c'è una quantità e qualità esagerata, quindi in alcune situazioni una ragazza o un ragazzo possono trovarsi di fronte a elementi della sessualità estremamente cinematografici e fuorvianti. Un adolescente (o pre adolescente, perché oggi la fruizione è anticipata) pensa che la sessualità funzioni come nel film porno. Magari entrano in contatto subito con materiale BDSM o estremo, ma mancano gli strumenti di base per permettere di capire cosa si sta guardando. Un tempo per trovare del materiale dovevi per uscire e andare in edicola col passamontagna. Adesso basta scrivere porn su qualsiasi dispositivo".
Perché è sbagliato fare educazione sessuale con la pornografia
Il rischio è dunque confondere i due piani: quello della realtà e quello della finzione cinematografica estrema: "Guardo delle cose e penso che quella sia la realtà della sessualità. Quei meccanismi, su un preadolescente, possono essere promotori di idee sbagliate sulla sessualità. Per esempio: alcuni siti hanno tolto la categoria consent non consent. In sostanza è quella che simula uno stupro, che è concordato tra gli attori, ma ovviamente dall'altra parte ci può essere l'adolescente che non capisce il tema del consenso".
Quello del consenso è un tema delicatissimo e non è il solo: "Si crea una visione sbagliata della sessualità, un'idea pornografica della sessualità con assenza del sentimento. Perché effettivamente quando si guarda un prodotto porno c'è solo l'azione, manca tutto il pezzo prima: la conoscenza, il corteggiamento, tutte cose che fanno parte della trama della vita. Rocco Siffredi in questo è stato molto bravo, raccontando che la sessualità del film porno è completamente diversa". Ovviamente quando poi ci si deve mettere in gioco personalmente, relazionarsi con persone in carne e ossa e non con uno schermo, si va a replicare schemi cinematografici che non possono funzionare nella realtà. In sintesi: "Si stanno creando due situazioni abbastanza strane: o poca sessualità o sessualità molto estrema".
A occuparsi di corretta educazione sessuale dovrebbero essere famiglia e scuola. L'esperto ha spiegato: "È difficile che un genitore guardi un film porno con il proprio figlio, ma il controllo andrebbe fatto a monte, magari controllando le cronologie. L'educazione sessuale fatta dai genitori dovrebbe partire già in tenera età. Ci sono libri apposta per aiutare i genitori a raccontare quando arrivano le prime domande scomode. In seconda battuta dovrebbe arrivare la scuola. Qui il problema è che i professori non si assumerebbero questa responsabilità. Quella della scuola dovrebbe essere innanzitutto educazione all'affettività. E di affettività bisognerebbe cominciare a parlare già all'asilo, alle elementari. Anche i primi concetti legati alla sessualità dovrebbero arrivare alle elementari: come avviene la riproduzione, perché siamo fatti in modo diverso, il consenso, il rispetto dell'altro, limiti e confini. Farlo alle superiori è tardi".