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Opinioni

Si, ho l’acne. Ma adesso quei brufoli (forse) non mi fanno più paura

Chi non ha mai avuto l’acne non sa cosa si prova a guardarsi allo specchio e pensare di non essere abbastanza. Non sa cosa voglia dire sentire una pugnalata al cuore ogni volta che qualcuno ride per l’aspetto della tua pelle. E si, è una forma di violenza anche questa.
A cura di Federica Ambrogio
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La prima volta che mi sono guardata allo specchio e ho visto qualcosa di diverso avrò avuto 14 anni. È cominciato tutto con un piccolo rossore sul viso, che con il passare dei giorni non andava via e, al contrario, si infiammava sempre di più. In poco tempo il mio volto si è trasformato, e la pelle liscia e omogenea era soltanto più un ricordo. Dopo il viso è toccato alla schiena, che si è riempita a sua volta di rossori, pustole e brufoli così fastidiosi che mi impedivano di coricarmi.  Lì è cominciato tutto. Quelli che prima mi guardavano in silenzio hanno iniziato a prendermi in giro. Chi mi diceva "vedrai che passa" cominciava a guardarmi con occhi diversi. Da lì ho capito che niente sarebbe stato più come prima.

A scuola hanno iniziato a chiamarmi pustolina. È stato orribile. Non ho avuto il coraggio di rispondere ai compagni che mi prendevano in giro, mi sono avvolta nel mio sciarpone e ci ho nascosto il mento dietro, come se quella sciarpa potesse nascondere anche a me. In piscina non vado più, perché sento tutti gli occhi addosso e le voci dietro di me che commentano la mia schiena. È terribile parlare con qualcuno e vedere che i suoi occhi vagano sul mio viso osservando con un misto di pena e disprezzo i miei brufoli. L'altro giorno ho incontrato una persona che non vedevo da un po'. Si è avvicinata con un sorriso ma poi prima di salutarmi ha cambiato sguardo, e con un ghigno ha esordito con "come mai sei fiorita?" indicando il mio mento. Volevo sprofondare. Pensavo di aver coperto tutto sotto il trucco, e invece no. Da qualche tempo non esco più. Quando le mie amiche mi chiedono di vederci dopo scuola invento sempre una scusa. A scuola ci vado, ma porto sempre i capelli sciolti che mi coprono il viso e non mi tolgo mai la sciarpa. Per l'ora di educazione fisica, quando non riesco a farmi fare una giustificazione e saltare le ore di ginnastica, mi cambio per ultima nello spogliatoio, con la schiena contro il muro.

Quando mia mamma ha capito che la situazione non era più sostenibile mi ha portata da un dermatologo. Sono uscita dallo studio con una marea di ricette e tante promesse: "tra qualche mese la tua pelle migliorerà", diceva. Dopo qualche settimana la mia pelle è peggiorata. Il medico diceva che era normale, che serviva tempo. Non potevo toccarla, non riuscivo a parlare da tanto dolore provavo a muovere le labbra, non mangiavo niente di solido. Un giorno un mio compagno di classe si è messo a ridere vedendo la mia pelle rossa e a pezzi che si stava squamando e mi ha detto che ero diventata un rettile. La classe è scoppiata in una risata fortissima, e io ho sentito una pugnalata al cuore. Non so quanto riuscirò ad andare avanti così. Non ce la faccio più.

L'acne non è solo avere qualche imperfezione

Chi non ha mai avuto l'acne pensa che soffrirne voglia dire avere qualche brufoletto. Chi non ha mai avuto l'acne non sa, e non capisce, il dolore fisico e psicologico che si prova. Guardarsi allo specchio e non riconoscersi, guardarsi allo specchio e farsi schifo, allontanare le mani delle persone che ami che vorrebbero accarezzarti, abbassare il volto per non farsi guardare, nascondersi dietro strati di fondotinta per cercare di non essere presi in giro. Chi soffre di acne a volte arriva davvero a chiudersi in sè stesso, a non voler più uscire, a pensare di non essere abbastanza. Guarire dall'acne non vuol dire solo tornare ad avere una bella pelle. E per farlo non basta il tempo. È necessario rivolgersi a medici, dermatologi, skin therapist, specialisti nella delle. E non al ginecologo che ti prescrive la pillola per calmare tutto. Perché quando la smetti, torna tutto, e anche con gli interessi.

Ho sofferto di acne per tanto tempo. Da piccolissima, quando venivo presa in giro, e da adulta, quando mi guardavano il volto invece che guardare i miei occhi quando parlavo. Nella vita oggi mi occupo di rendere belle le persone, di valorizzarle attraverso il make up, e ogni giorno vedo bambine, ragazze e donne che soffrono di acne. Tutte hanno lo stesso sguardo. Tutte si giustificano per la loro pelle. Come se dovessero chiedere scusa. Accettare la propria acne non è facile. Guardarla allo specchio e prenderla a pugni per combatterla ancora meno. Non farsi ferire dalle persone che ti attaccano per via dello stato della pelle, è la cosa più difficile. Quelle parole, tutte le parole, quegli occhi che vagano sul viso fissando i rossori, ti entrano dentro, scolpendo la tua anima, il tuo modo di essere, e la tua mente. La maggior parte delle persone riterrà esagerato parlare di violenza psicologica in relazione all'acne. Non lo è. Vi siete mai chiesti quante persone si sono ritrovate ad andare in terapia per superare tutti quegli anni di cattiverie, risate goliardiche e commenti pesanti sul proprio aspetto? Per superare quella sensazione di non essere abbastanza, di farsi schifo guardandosi allo specchio e di vedersi brutta sempre? Chi non ha mai avuto l'acne non sa cosa si prova.

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Sono Federica Ambrogio, make up artist e giornalista per Fanpage.it dal 2013. Dopo la Laurea in Lettere ho deciso di seguire le mie due passioni più grandi, il make up e la scrittura, trasformandole nel mio lavoro. Prima di arrivare nella redazione di Fanpage.it ho svolto uno stage nella redazione di Vogue.it e lavorato per altre testate giornalistiche come Tu Donna e Paper Project: proprio in collaborazione con Paper Project, nel 2014 ho pubblicato l’ebook "I trucchi del make up. Manuale di sopravvivenza al mondo beauty” edito da 40k Unofficial/Paper Project. Su Stile e Trend Fanpage mi occupo della sezione bellezza, creando contenuti su trucco, skincare e nuove tendenze dell’ambito beauty.
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