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Follemente: che significa la scritta nascosta sulla T-shirt e gli altri dettagli che non avete notato

La scritta sulla T-shirt di Maurizio Lastrico, i capelli di Maria Chiara Giannetta, il personaggio a cui si ispira il look di Emanuela Fanelli: tutto quello che vi è sfuggito.
A cura di Giusy Dente
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Follemente è ancora grande protagonista al Box Office, in testa con oltre 10 milioni di euro di incasso dal giorno dell'uscita. Il successo del film di Paolo Genovese è dovuto alla geniale idea di mettere in scena un primo appuntamento, con le sue tipiche dinamiche uomo-donna, ma proponendolo allo spettatore in due diversi punti di vista. Dà voce all'inconscio di Pietro e Lara, i due protagonisti interpretati da Edoardo Leo e Pilar Fogliati. Dentro di loro ci sono diverse personalità, ciascuna con una propria visione, una propria idea: c'è il caos nelle loro teste e non sanno di chi fidarsi, perché ovviamente entrambi vogliono dare una bella impressione all'altro, vogliono fare bella figura. A parlare sono gli archetipi dell'inconscio che vivono dentro di noi: la parte razionale, quella libertina, quella romantica e così via. La costumista Grazia Materia ha dunque dovuto vestire queste otto diverse personalità, dando a ciascuna una netta caratterizzazione, coerente con quelle caratteristiche. A Fanpage.it ha raccontato le sue fonti di ispirazione e ha rivelato alcuni dettagli che, a prima vista, sicuramente sono sfuggiti alla maggior parte degli spettatori.

Il significato dei look

In Lara c'è una parte che sogna la famiglia perfetta (Vittoria Puccini), una che insegue l'indipendenza e la libertà (Maria Chiara Giannetta), una più sessualmente disinibita (Emanuela Fanelli), una crede nei valori del femminismo (Claudia Pandolfi). In Pietro convivono una parte seria e razionale (Marco Giallini), una folle (Rocco Papaleo), una romantica (Maurizio Lastrico) e una sessualmente più libertina (Claudio Santamaria). Questi otto personaggi sono stati inseriti in spazi molto diversi. Lo scenografo Massimiliano Sturiale ha concepito l'ambiente femminile come un laboratorio, quello maschile come un archivio.

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Sul fronte maschile, Grazia Materia ha spiegato di aver avuto poche difficoltà con Giallini: "Lui è un professore". Più difficile è stato il romanticone: "Eravamo partiti pensandolo vestito di azzurro, come appunto un principe azzurro contemporaneo. Poi invece a me piaceva l'idea di Timothée Chalamet in Un giorno di pioggia a New York , che è proprio l'eroe romantico. Ci piaceva l'idea della T-shirt con un gilet e dei pantaloni abbastanza morbidi, che riprende un po' l'eroe romantico, ma volevamo anche una stampa. Non se ne sarà accorto nessuno, ma la T-shirt sopra aveva delle scritte, una formula in realtà: la formula dell'amore".

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Ci si è adattati in corso d'opera anche per Rocco Papaleo: "All'inizio noi pensavamo a un trapper, ma non gli potevo mettere il felpone coi pantaloni larghi. Quindi per rappresentare l'uomo sarcastico, bastian contrario, che incarna un po' il male di vivere ma in modo poetico abbiamo pensato alla rockstar, ispirandoci a delle immagini di Johnny Cage. Un Kate Richards avrebbe prevalso parecchio sugli altri e invece doveva esserci equilibrio. Nessuno di loro, in questo c'è stato un lavoro simile a quello di Perfetti Sconosciuti, doveva prevalere".

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Arriva da lontano anche l'ispirazione per Santamaria: "Gli abbiamo messo una camicia vintage di seta trasparente, giacca di pelle. Secondo me gli uomini più sexy alla fine non sono quelli del concetto contemporaneo di sex appeal: muscolosi, palestrati, con la tartaruga. Io ho pensato agli uomini degli anni Settanta e Sessanta, al modo di vestire di un Gigi Rizzi".

Follemente
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Passando alle donne, la romantica della situazione è vestita da principessina sì, ma moderna: "Non la volevo con i soliti fiori. Abbiamo trovato questo vestito di Max Mara, in tulle trasparente: è carino, ma di un romantico più contemporaneo, che strizza un po' l'occhio al fashion". Opposto il look di Pandolfi: "Ha un bellissimo tailleur di Dsquared in un colore forte, deciso: è la più mascolina. E nessuno se ne è accorto, ma aveva la parrucca, non erano i capelli suoi. Perché lei lì aveva i capelli lunghi, ma con quelli ne perdeva in forza. Così invece risulta moderna, contemporanea, mai scontata ma con una certa classe ed eleganza, con un occhio alla moda. Ha anche degli anelli molto particolari".

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E a proposito di dettagli passati inosservati: "Con Giannetta ci siamo divertiti, soprattutto per capire come fare l'acconciatura. Ho pensato: ma perché noi le mettiamo dei chiodi in testa? Perché erano chiodi, non forcine! Il chiodo è proprio una ripresa di quello che tu hai in testa: è duro, non molla. Ci sta con questo genere di personaggio".

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Ma la difficoltà maggiore, la costumista l'ha avuta con Fanelli: "Lei è una pratica, ironica, simpatica, ma non è la femme fatale. Doveva essere sexy per lo spettatore, ma senza dare fastidio, quindi abbiamo trovato un abito sì da femme fatale con maxi scollatura, lungo, ma non esagerato. L'abbiamo fatta come Jessica Rabbit, che aveva comunque un grande humor. Quando l'ispettore le chiede: perché scegli di amare un coniglio? Lei risponde: perché mi fa ridere".

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