Come cambia viaggiare in Spagna: quali città hanno introdotto il “divieto turistico”
Secondo il World Tourism Barometer di UN Tourism, la Spagna è al secondo posto tra le nazioni più visitate al mondo con 98 milioni di turisti nel 2024. Il Paese è una meta gettonata e apprezzata: cibo, divertimento, locali, attrazioni, arte, cultura. Non manca davvero nulla. Eppure tutto questo è diventato un'arma a doppio taglio, perché se da un lato cresce il settore turistico, dall'altro cresce anche il malcontento dei residenti, di fatto penalizzati nella loro quotidianità. Il problema dell'overtourism, del turismo di massa non adeguatamente regolamentato, sta rendendo più difficile la vita della gente sul posto: basti pensare all'aumento degli affitti, alla difficoltà di trovare soluzioni abitative a lungo termine. Per questo il Paese sta prendendo drastiche misure.
La Spagna limita l'ingresso ai turisti
Per meglio gestire il flusso di turisti che arrivano nel Paese, la Spagna ha optato per delle misure drastiche, capaci però di porre un freno all'overtourism incontrollato. Non è un vero e proprio "divieto turistico": si tratta piuttosto di nuove regole, di limiti e restrizioni che potrebbero avere un impatto sui prossimi viaggi nel Paese. Sono politiche messe in atto principalmente per tutelare i residenti, ma anche per proteggere le località stesse, che prese d'assalto rischiano di collassare. Questa estate non sono mancate le proteste anti-turismo, in posti come Barcellona e Tenerife per esempio: da qui la decisione delle autorità.
Il cambiamento più grande per i turisti che hanno in programma una vacanza spagnola, sarà la disponibilità di alloggi: saranno ridotti in alcune delle aree più gettonate del Paese. Dopo le restrizioni sul numero di alloggi da destinare agli affitti brevi di Siviglia (in 108 quartieri), si aggiungono nel 2025 anche 43 distretti di Malaga tra cui tra cui il centro storico, El Ejido, La Merced. Dal 14 gennaio non sono più concesse nuove licenze per gli appartamenti turistici nelle zone più affollate della città e il divieto sarà in vigore per tre anni.
A gennaio una misura simile è stata introdotta anche ad Alicante: divieto di due anni per i nuovi affitti vacanze e le strutture non rispetteranno la normativa saranno chiuse. Il consiglio comunale di Barcellona, invece, sta attualmente lavorando a un Piano d'azione per ridurre il sovraffollamento negli spazi pubblici, attenuare l'impatto dei flussi di visitatori e recuperare spazi per le attività di quartiere, con focus specifico sulla zona della Sagrada Familia.