video suggerito
video suggerito

Perché in Cina il turismo non decolla: dal numero di voli al periodo post pandemia, tutte le motivazioni

In Cina le difficoltà legate al turismo sono sempre più forti: nel 2024 l’indotto del settore è calato quasi del 30%. Perché l’afflusso di Pechino è diminuito dopo il Covid?
A cura di Arianna Colzi
28 CONDIVISIONI
Una turista a Hong Kong
Una turista a Hong Kong

Nel novembre 2024 la Cina ha eliminato l'obbligo di visto per diversi Paesi, consentendo l'ingresso a quasi 2 miliardi di persone che prima non potevano visitare il Paese senza il documento. Degli ipotetici 2 miliardi di turisti, però, solo una piccola parte ha scelto effettivamente di visitare la Cina. Il tema del turismo in Cina è sempre più presente perché, pur essendo in fase di recupero, i flussi turistici non sono ai livelli sperati per un Paese così grande. Secondo un'analisi di Bloomberg i turisti che visitano la Cina provengono perlopiù da altri Paesi asiatici: la percentuale di visitatori dagli USA e dall'Europa è bassa.

I motivi dietro ai problemi del turismo in Cina

Sempre stando ai dati di Bloomber, gli ingressi turistici in Cina sono stati poco meno di 23 milioni nei primi nove mesi del 2024. Pur essendo circa il doppio rispetto al 2023, si tratta ancora solo del 63% dei visitatori che avevano scelto la Cina nello stesso periodo del 2019. Dunque la scelta di eliminare il visto per snellire la burocrazia e attrarre i turisti sembra non aver funzionato del tutto. Ma perché la Cina non riesce ad attrarre turisti?

Ci sono diverse motivazioni: la prima riguarda il numero di voli intercontinentali verso la Cina, molto diminuiti negli ultimi anni. A questo si aggiungono i difficili rapporti socioeconomici e politici tra la Cina e diversi Paesi occidentali. Il problema degli scarsi flussi turistici si aggiungono a un'economia in crisi: tutto questo a pochi giorni dall'insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca. Sicuramente il Covid non ha aiutato a far avvicinare le persone alla Cina, anzi le ha allontanate ancora di più e la politica di eliminazione del visto è solo un piccolo tassello in una questione molto più ampia e problematica. Prima della pandemia, comunque, l'ingresso in Cina senza visto era consentito unilateralmente solo ai cittadini di Singapore, Giappone e Brunei.

L'incapacità di attrarre i turisti occidentali verso la Cina non è un problema solo per il settore turistico ma anche geopolitco, poiché rende Pechino molto più isolata. Tuttavia è innegabile che l'indotto turistico rappresenti una fonte di introiti piuttosto vasta. Nel 2019 i turisti internazionali hanno portato in Cina 132 miliardi di dollari, poco più di 136 miliardi di euro. Nel 2024 i turisti stranieri hanno riversato in Cina solo per 98 miliardi di dollari, con un calo del 26%.

Nonostante siano in molti a ribadire che l'immagine geopolitica della Cina non c'entri con la scelta di trascorrervi le vacanze o meno, questa tendenza non corrisponde a verità, soprattutto per i turisti occidentali. Lo dimostrano anche i voli, visto che, ad esempio, sempre secondo Bloomberg, i voli dalla Malesia alla Cina sono aumentati del 69% nel 2024 rispetto a cinque anni prima. Tendenza tutt'altro che analoga ai voli dall'Europa. Pur avendo oggi l'esenzione per il visto, nel 2024 le prenotazioni da Germania e Francia sono calate al 38%, mentre quelle andata e ritorno dall'Italia al 29%. A tutto questo si aggiunge il fatto che una discreta fetta di ingressi turistici sia diretta soltanto a Pechino, creando dunque un indotto quasi solo nella Capitale.

28 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views