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Opinioni

Stavolta siamo con Grillo: questa legge elettorale è un insulto agli italiani

Beppe Grillo durissimo sull’ipotesi di una legge elettorale che garantisca il premio di maggioranza solo al raggiungimento dela soglia del 42,5%. “Un colpo di stato”. Una schifezza, in ogni caso. Schifani invece lancia l’allarme: “Facciamola o Grillo arriva all’80%”.
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Grillo-5Stelle

Una settimana intensa per la politica italiana, con tutti i partiti alle prese con una serie di problematiche interne di complessa risoluzione. Sullo sfondo, quello che è il vero fattore decisivo per il futuro a breve termine del nostro Paese: la discussione sulla legge elettorale. Già, perché per paradossale che possa sembrare, l'assetto politico – istituzionale sarà deciso non tanto (non solo) dal voto degli elettori alle prossime politiche, ma soprattutto dal modo in cui i partiti "confezioneranno" la legge elettorale. E, lo diciamo a scanso di equivoci, andare al voto con il modello di cui si discute in queste ore costituirebbe davvero un problema senza precedenti. Se infatti dovesse essere confermato il sistema proporzionale con preferenze e premio di maggioranza del 12,5% per la coalizione che raggiungerà il 42,5% dei consensi, è evidente che dalle urne non potrebbe in alcun caso venir fuori una maggioranza politica in grado di governare. Tutto insomma sarebbe rimandato ad accordi parlamentari, con la sensazione che la consultazione servirà solo per determinare "il punto di equilibrio" di una grosse koalition retta, con ogni probabilità, nuovamente da Mario Monti (o da una simile figura di garanzia). Andare alle urne solo per stabilire quanti parlamentari toccheranno e a chi, con un assetto dell'esecutivo già predeterminato e con un'agenda già piena di programmi, numeri e scadenze. Siamo a questo, dunque.

La conferma in qualche modo arriva da Schifani, che parla di ampio consenso per "scrivere le regole, una fase costruttiva tra i partiti per la legge che porterà in aula a una riforma ampiamente condivisa", ma che soprattutto si lascia sfuggire quella che è la vera emergenza: "Ce la sto mettendo tutta e ce la facciamo, altrimenti Grillo dal 30 va all'80%".

Insomma, fare un obbrobrio, esautorando di fatto i cittadini, per paura che il Movimento 5 Stelle possa capovolgere le sorti della consultazione elettorale. ma non solo. Perché a guardar bene, si tratta di un'operazione che serve, lo diciamo tra parentesi, anche (o soprattutto) per scongiurare la vittoria elettorale dell'asse PD-Sel che, numeri alla mano, sembra inevitabile. Insomma, colpire da una parte, guardando dall'altra: la mossa Kansas City, tanto per capirci.

Se ne è accorto da tempo Bersani. Lo denuncia con nettezza Grillo, tramite il solito post "sui generis" sul suo blog. E stavolta ha ragione. Punto.

E ora, di fronte al colpo di Stato del cambiamento della legge elettorale in corsa e al tetto del 42,5% per il premio di maggioranza per impedire a tavolino la possibile vittoria del M5S e replicare il Monti bis, la UE tace. Chissà forse ci farà una multa per divieto di sosta a Montecitorio

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A Fanpage.it fin dagli inizi, sono condirettore e caporedattore dell'area politica. Attualmente nella redazione napoletana del giornale. Racconto storie, discuto di cose noiose e scrivo di politica e comunicazione. Senza pregiudizi.
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