Stamina, la Cassazione: “Metodo non scientifico e pericoloso”
Nuova bocciatura per Stamina. Secondo la Cassazione al metodo ideato da Vannoni "non può annettersi alcuna validità scientifica" e sono emersi "una serie di rischi" inerenti "l'attività di estrazione e re-inoculazione delle cellule staminali poste in essere fuori dalle dovute precauzioni e al di fuori delle procedure richieste dalla legge". Lo scrive la suprema corte nelle motivazioni sul ‘no' alla ‘cura'. La Cassazione, con tre diverse sentenze le cui motivazioni sono state depositate oggi, ha respinto la richiesta di dissequestro dei materiali per le infusioni del metodo Stamina presso gli Spedali Civili di Brescia avanzata da Davide Vannoni, il fondatore del metodo Stamina, e dai parenti di alcuni malati che avevano accettato di sottoporsi alle infusioni. Secondo i giudici, lo stop al metodo Stamina su input delle indagini della Procura di Torino si basa su considerazioni "puntuali e coerenti".
Secondo i giudici il trattamento Stamina costituisce "medicinale tecnicamente imperfetto e somministrato in modo potenzialmente pericoloso per la salute pubblica": "L'unico protocollo presentato da Stamina Foundation non è supportato da dati scientifici;è privo di riferimenti a procedure scientifiche validate o a pubblicazioni scientifiche e in esso le metodiche non sono dettagliate" scrive ancora la suprema corte. "In tutta la documentazione prodotta da Vannoni la preparazione e la caratterizzazione delle proprietà delle cellule staminali" non è "definita nè documentata adeguatamente". Secondo il relatore della sentenza Orlando Villoni "secondo la ricostruzione, oltre modo esauriente, del quadro della vigente normativa nazionale ed europea applicabile operata dal Tribunale di Torino, detto trattamento costituisce a tutti gli effetti un medicinale imperfetto, tale dovendosi ritenere, fra gli altri, quello non preparato secondo le rigorose prescrizioni scientifiche o secondo i precetti della tecnica farmaceutica, la cui somministrazione è considerata pericolosa dal legislatore a prescindere dai concreti effetti negativi o anche dall'assenza di effetti prodotti sulla salute dei pazienti, atteso che il pericolo non è requisito del fatto, ma la ratio stessa dell'incriminazione penale".
Lo scorso 21 aprile sempre la Cassazione aveva respinto i ricorsi avanzati contro il sequestro, disposto dall'autorità giudiziaria torinese, di attrezzature e cellule per la somministrazione ai pazienti della "cura" con metodo Stamina agli Sperdali Civili di Brescia. Il sequestro era scattato l'anno scorso nel corso delle indagini della Procura di Torino e, nel procedimento, si ipotizzava anche l'associazione per delinquere per Davide Vannoni, lo psicologo torinese promotore della terapia, che ne è uscito patteggiando un anno e dieci mesi.
Il ricorso avanzato proprio da Vannoni contro il sequestro era stato definito "inammissibile" dai supremi giudici, che avevano anche condannato il "guru" di Stamina al pagamento delle spese processuali e a versare mille euro di multa alla Cassa delle Ammende. Anche i ricorsi dei familiari dei malati erano stati rigettati, nella convinzione che le "cure" fossero in realtà ingannevoli.