Squinzi: “Fiducia a Renzi, ma ora vogliamo subito i fatti”
“Temo che anche quest'anno la crescita che vorremmo vedere non ci sarà e, assieme alla crescita, non ci sarà il lavoro". A dirlo è il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, che, anche alla luce dei dati del rapporto Istat 2014, lancia un grido di allarme e invoca riforme. “È arrivato il momento di costruire un’Italia nuova”, che “può tornare a crescere in modo robusto”, dice all’assemblea degli industriali. Confindustria non si rassegna “a un Paese stanco e sfiduciato” e detta quella che dovrebbe essere la road map verso l’uscita definitiva dalla recessione: “Occorre stabilità per fare le riforme, le riforme innescano la crescita, con la crescita viene il lavoro”. E aggiunge. “Occorre superare le vecchie logiche, non avere paura del nuovo. Da questa crisi, che sembra non finire mai, possiamo uscire solo decidendo ciò che da almeno due decenni non abbiamo avuto il coraggio di fare. Cambiare facendo”.
“Forte mandato a Renzi, ora i fatti”
Squinzi poi si rivolge indirettamente a Renzi. "Il mandato popolare". ricevuto nel corso delle ultime elezioni, "testimonia la voglia di cambiamento che c'è nel Paese. Questa voglia attende fatti che diano sostanza alle riforme e alla crescita". Il presidente di Confindustria riconosce "incoraggianti segni di cambiamento" e dopo il voto chiede che "la stagione delle riforme istituzionali adesso parta davvero". Ancora, assicura che "la nostra disponibilità è immutata e completa", ma "fate le riforme, ne abbiamo bisogno per ricreare lavoro, reddito, coesione sociale. Non deludeteci". Anche perché, secondo Squinzi, "il Governo può agire con determinazione, con il vento della legittimazione popolare alle spalle. Il voto dà forza politica alle riforme che si sono annunciate in queste mesi".
Ai sindacati: "Basta liturgie"
Squinzi fa un appello anche ai sindacati. "Al sindacato dico: guardiamo al mondo. Non chiudiamoci conservativamente nel nostro familiare ma ristretto orizzonte domestico. Il tempo delle eterne liturgie è trascorso". Per questo "dal sindacato mi aspetto uno sforzo di innovazione". Guardando ai contratti, chiede di "favorire la contrattazione aziendale virtuosa, che lega i salari ai risultati aziendali. Bisogna privilegiare la natura dei salari, piuttosto che la loro fonte e consentire di decontribuire e detassare quello di produttività anche se nasce dall'autonoma decisione dell'imprenditore". Anche per questo Confindustria chiede di "semplificare e migliorare la disciplina del contratto a tempo indeterminato, rendendolo più conveniente e attrattivo per le imprese".