Wimbledon, ritratto di Nick Kyrgios, la nuova stella del tennis mondiale
“L'ultimo teenager che avevo visto con questo atteggiamento, con la convinzione di poter battere chiunque, è Boris Becker”. Così John McEnroe ha celebrato la nuova stella del tennis, il 19enne australiano Nick Kyrgios, secondo giocatore fuori dalla top-100 a battere il numero 1 del mondo in uno slam dopo Olhovsky, n.193 quando sorprese Courier a Wimbledon nel 1992. Di origine greca come Pete Sampras (7 titoli ai Championships) e dell’ultimo finalista australiano di Wimbledon, Mark Philippoussis (2003, battuto da Federer, al primo trionfo londinese), a 19 anni ha messo ko Rafa Nadal in quattro set, perdendo il servizio solo una volta, nell'ultimo game del secondo set. Ha servito 31 ace, l'ultimo sul match point come riuscì anche a Rosol due anni fa contro il maiorchino, e 70 vincenti.
I record di Nick – Con questa vittoria, Kyrgios diventa il primo giocatore dopo Florian Mayer (2004) ad arrivare ai quarti al suo primo Wimbledon. Il tedesco, però, non aveva annullato nove match point come l'australiano ha fatto al terzo turno contro Gasquet, firmando la sua prima vittoria su un top-50. Si è concesso anche il lusso di un vincente tirato con la racchetta fra le gambe e la fronte alla rete che ha già fatto il giro del web. Eppure solo tre settimane fa perdeva da John-Patrick Smith, numero 185 del mondo, al primo turno del challenger di Nottingham. Contro Nadal non ha mai perso la fiducia in se stesso, non ha mai dato segno di essere teso, preoccupato, infastidito. Ha continuato ad assommare dritti vincenti e ace con la stessa espressione sul volto e ha finito per smentire anche una leggenda come Rod Laver, l'unico nella storia capace di completare per due volte il Grande Slam, una da dilettante nel 1962, l'altra da professionista nel 1969. “Se riuscisse a vincere anche solo un set, sarebbe una grandissima sorpresa – diceva alla vigilia – tutta questa attenzione potrebbe fargli male, potrebbe convincerlo di essere già arrivato, mentre invece adesso deve allenarsi ancora più duro di prima”. Ma il giovane Nick non dà affatto l'impressione di rischiare di perdersi fra corse in macchina e feste come l'altra speranza australiana, oggi un po' sopita, Bernard Tomic, ultimo teenager in grado di entrare in top-100 quando raggiunse i quarti a Wimbledon nel 2011. Una storia che si ripete: Kyrgios, infatti, entrato ai Championships da numero 144 del mondo, sarà almeno numero 66 la prossima settimana.
Storia e futuro – Figlio di padre greco e mamma malese, fino a 14 anni ha giocato a basket. Ha scoperto tardi il tennis, la prima volta era solo un ragazzino sovrappeso che faceva da raccattapalle al fratello più grande, Christos. In soli tre anni, però, è arrivato a diventare il numero 1 del mondo nel ranking ITF under-18 e a dominare gli Australian Open junior del 2013 con una superiorità più unica che rara. Un dato su tutti. Il primo set della finale vinta sull'amico e compagno di doppio Thanasi Kokkinakis, anche lui australiano di innegabili origini elleniche, è durato di più di ogni altra partita giocata da Kyrgios nel torneo. Gli infortuni non l'hanno abbandonato nei primi anni da pro, per questo porta al braccio destro quel nastro che in tanti sui social network in questi giorni hanno scambiato per un tatuaggio. Ma non hanno fermato la sua scalata a tappe forzate verso l'elite del tennis. Con un ranking di n.1267 due anni fa, ha chiuso la stagione da numero 214, ha già vinto quattro titoli Challenger e sogna una semifinale a Wimbledon contro Roger Federer, il suo idolo, con cui si è allenato per una settimana a Zurigo il mese scorso.
Tanto oro quanto pesa – Per Mark Markson, il manager di Bill Clinton e Kim Kardashian che cura gli interessi di Kyrgios insieme a Clinton Coleman, la vittoria su Nadal potrebbe aprire al giovane australiano la strada verso contratti milionari. Già sponsorizzato da Nike e Yonex, che quasi certamente ritoccheranno verso l'alto le cifre degli accordi, Kyrgios potrebbe ora prestare il suo volto a orologi, occhiali, telefoni, soft drink e perfino cereali per la colazione, e diventare una sorta di brand come Federer o Nadal. Dopo Wimbledon, però, Kyrgios ha già deciso che lascerà il suo coach, Simon Rea, che lavora con la federazione australiana, e Melbourne per tornare a casa a Canberra. Non è da escludere che, almeno part-time, Nick scelga di tornare con Todd Larkham, che l'ha seguito negli anni da junior. Nessuna certezza, invece, sul ruolo futuro del preparatore atletico Aaron Kellett, che come Rea lavora di base a Melbourne. Una scelta che fa felice il governo del territorio di Canberra (ACT), che sta cercando di convincere Tennis Australia a organizzare i prossimi incontri di Coppa Davis e Fed Cup al Lyneham, il nuovo impianto della città che sarà terminato entro il 2015. Di sicuro, la vittoria di ieri segna un punto di non ritorno nella sua carriera. L'ha spiegato bene Pat Cash, che a Wimbledon ha trionfato nel 1987 ed è stato il primo a rompere l'etichetta e arrampicarsi sulle tribune come poi farà proprio Rafa Nadal dopo lo storico successo del 2008. “E' l'ultima volta che Nich ha giocato senza pressione, l'ultimo torneo in cui scenderà in campo senza aspettative”. Da lunedì si parrà la sua nobilitate.