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WADA ha ricontrollato tutti i test anti-doping fatti da Sinner nell’ultimo anno: cosa hanno scoperto

Ross Wenzel, General Counsel della WADA, ha parlato dei test anti-doping di Sinner dell’ultimo anno chiarendo che il suo “non è un caso di doping o di comportamento scorretto”
A cura di Marco Beltrami
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L'accordo con la WADA ha chiuso il caso Sinner. Mentre il tennista numero uno al mondo è alle prese con i tre mesi di squalifica, colleghi e addetti ai lavori continuano ad esprimersi sulla vicenda, alimentando anche polemiche. C'è anche chi continua a puntare il dito sulla positività dell'azzurro, nonostante l'agenzia mondiale anti-doping abbia certificato come la tesi di Sinner sulla positività sia "scientificamente plausibile e ben supportato dai fatti". A conferma di questo sono arrivate anche le parole di Ross Wenzel, il General Counsel della WADA che in modo perentorio ha chiarito ancora: "Questo non è un caso di doping o di comportamento scorretto".

WADA ha ricontrollato tutti i test anti-doping di Sinner dell'ultimo anno

L'uomo che si occupa di gestire tutte le questioni legali all'interno di WADA è intervenuto su Sky UK e ha spiegato perché Sinner abbia dovuto rispondere solo della responsabilità oggettiva e della negligenza. La tesi di Sinner sulle modalità della contaminazione (avvenuta attraverso il massaggio galeotto) è stata sposata completamente, dopo che sono stati effettuate ulteriori indagini.

Ross Wenzel infatti ha spiegato: "Wada ha condotto una significativa indagine dal punto di vista scientifico, non solo sui fatti. C’è stata una versione dei fatti assolutamente comprovata dall’inizio alla fine. Quello che è successo è molto chiaro. Ma anche dal punto di vista scientifico c’è stata una investigazione. Wada ha consultato diversi esperti con lo stesso risultato. Le due positività del marzo 2024 semplicemente non sono compatibili con il doping intenzionale, nemmeno attraverso micro-dosaggi. Posso aggiungere una cosa, che non è stata ancora dichiarata ufficialmente dalla Wada ma che credo sia importante dire per la prima volta. Sono stati controllati tutti i campioni dei test sostenuti da Sinner nei 12 mesi precedenti alle due positività del marzo dello scorso anno. Lo scopo era cercare ogni indizio simile, ogni possibile traccia della sostanza incriminata in tutti i campioni".

Nessun caso di doping o di comportamento scorretto da parte di Sinner

Insomma non è stato mai trovato nulla che potesse alimentare l'idea di un possibile ricorso al doping da parte di Jannik Sinner: "La risposta da parte di tutti i laboratori su un numero così grande di campioni è stata che non è stato trovato nulla. Qualsiasi cosa la gente possa pensare di questo caso, è chiaro che questo non è un caso di doping o di comportamento scorretto. Penso che sia necessario capire bene questo fatto".

Nessun dubbio sul patteggiamento come soluzione, ribadendo il concetto relativo alla necessità di trovare una sanzione non eccessiva: "I tre mesi di sospensione sono una sanzione giusta e corretta in questo caso. La possibilità di arrivare ad un accordo in ogni fase del procedimento è qualcosa che è chiaramente stabilito dalle regole. Wada lo ha fatto in altri 67 casi da quando l’articolo che prevede i patteggiamenti è entrato in vigore quattro anni fa con il codice del 2021. Abbiamo pensato che fosse il modo giusto per risolvere questo caso. È stato, direi, un caso esemplare di accordo tra le parti. La pena minima di un anno, stabilita dal codice per la negligenza, secondo noi sarebbe stata ingiusta per i fatti specifici che sono avvenuti. Molti mi sembrano d’accordo con questa interpretazione".

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