Voleva solo ricomprare le Airpods, ha vinto 2 milioni: la vita di Emma Raducanu stravolta in un mese
La 18enne Emma Raducanu ha appena vinto il torneo femminile degli Us Open e gli sponsor sono già pronti ad offrirle contratti da capogiro, essendo diventata la prima giocatrice di tennis, sia maschile che femminile, a vincere un titolo del Grande Slam partendo dalle qualificazioni. E pensare che la tennista britannica, da numero 150 del mondo, non nutriva ambizioni di gloria. Anzi, ha scherzato sul fatto che il suo primo obiettivo nel torneo di New York fosse vincere abbastanza soldi per sostituire un paio di airpods. In una intervista a ESPN ha rivelato di averli persi poco prima di entrare in campo per la prima partita delle qualificazioni (era il 25 agosto) e di averli continuati a cercare nello spogliatoio. Da qui la scommessa fatta con il suo team: "Se riesco a superare il primo turno posso vincere una somma di denaro sufficiente per ricomprare le mie airpods…". Non avrebbe mai immaginato che il bottino finale sarebbe stato pari a oltre 2 milioni di euro. I 2.000 punti Wta e il best ranking in classifica generale sono stati la ciliegina sulla torta. Cosa ha portato la tennista a diventare la 23esima nel ranking generale è stato un percorso netto, da far invidia alle più grandi della storia di questo sport. Ha infatti vinto gli Us Open senza perdere nemmeno un set, proprio come Serena Williams nello stesso torneo del 2014, ed è diventata la tennista più giovane a vincere un torneo del Grande Slam dopo la russa Maria Sharapova, che aveva trionfato a Wimbledon nel 2004 a soli 17 anni.
Gli sponsor si contendono la nuova stella
I più esperti dicono che la 18enne fresca vincitrice degli Us Open sarebbe pronta a firmare un contratto con la Nike del valore di dieci milioni di sterline, ben più alto rispetto a quello che già ha per alcuni capi di abbigliamento. Il successo di Raducanu è stato paragonato a quello di Maria Sharapova anche per questo. La tennista russa, ora 34enne, è stata l'atleta femminile più pagata per 11 anni consecutivi e aveva accordi con marchi internazionali quali Land Rover, Tag Heuer, Pepsi, Sony, Motorola e Canon. Paragone simile si può azzardare con Serena Williams, che è considerata la più grande tennista di tutti i tempi e ha firmato un contratto di £ 39,7 milioni con Nike all'età di 22 anni. Da allora è stata quattro volte campionessa del Grande Slam. Da quando ha iniziato a qualificarsi al tabellone principale degli Us Open, i follower di Emma Raducanu su Instagram sono triplicati fino ad arrivare a 1,7 milioni, bel biglietto di presentazione per far gola agli sponsor più importanti. I marchi di tempo libero, sport, salute, fitness e lifestyle busseranno alla porta della nuova stella del tennis non solo perchè ha vinto gli Us Open ma perchè adesso ogni adolescente donna del mondo guarderà a lei come un modello da seguire. Jonathan Sigmund Shalit, talent manager britannico che fornisce consulenza al governo sull'industria dell'intrattenimento del Regno Unito, ha definito Emma Raducanu il sogno di ogni sponsor. "Ha 18 anni ed è una bellissima giovane donna. Fa uno sport individuale di gladiatori e la sua unica arma è una racchetta da tennis. La sua favola arriva poi in un momento unico della nostra storia, durante una pandemia e con le persone che vogliono provare positività e felicità. Emma rappresenta quella positività che tutti possiamo celebrare". Tim Crow, un consulente di marketing sportivo, ha dichiarato: “Non ho ricevuto mai così tante chiamate da clienti e grandi marchi da quando Lewis Hamilton ha sfondato in Formula Uno. Credo che diventerà una delle celebrità più in voga dello sport britannico, se non la più in voga". Già oggi era attesa a Lussemburgo per le qualificazioni di un Wta 250 ma il cambio di programma la costringerà a fare il giro dei talk show americani.
Emma simbolo di multi-culturalità
Alla combinazione di gioventù, abilità sportiva e personalità carismatica si aggiunge un altro fattore che rende speciale la storia di Emma Raducanu. Nata in Canada da padre rumeno e madre cinese, si è poi trasferita in Gran Bretagna all'età di due anni. Un simbolo di multi-culturalità simile a quello di Naomi Osaka, l'atleta femminile più pagata al mondo nata in Giappone da padre haitiano e madre giapponese e cresciuta negli Stati Uniti. Con il suo successo Emma Raducanu ha interrotto anche il lungo digiuno del tennis britannico al femminile: l’ultima gioia in uno Slam l’aveva regalata nel 1977 Virginia Wade, regina di Wimbledon. Non è un caso che la 18enne sia la favorita per essere nominato BBC Sports Personality of the Year e potrebbe anche essere ricevuta dalla Regina Elisabetta. A tutta questa improvvisa fama la protagonista sembra non pensarci ancora:
"Non sto nemmeno pensando a quando torno a casa. Non ho idea di cosa farò domani. Sto solo cercando di godermi il momento. Penso decisamente che sia il momento di staccare da qualsiasi pensiero futuro o da qualsiasi piano, da qualsiasi programma. Non ho ancora controllato il mio telefono! Non ho assolutamente idea di cosa stia succedendo al di fuori del piccolo mondo in cui siamo qui. Penso che almeno oggi bisogna godersi il lavoro collettivo che abbiamo fatto, perché è stato un vero lavoro di squadra. Non sarei mai arrivata qui da sola".
La partita che ha incoronato Emma Raducanu
Emma Raducanu ha raggiunto la finale di New York, quarta tennista di sempre a riuscirci al debutto dopo Pam Shriver (1978), Venus Williams (1997) e Bianca Andreescu (2019), partendo dalle qualificazioni e riuscendo ad ottenere successi inaspettati, come quello sulla campionessa olimpica di Tokyo Belinda Bencic e sulla greca Maria Sakkari. Mancava l’ultimo tassello ed è arrivato nella prima finale tutta under 20 degli Us Open dal ’99 (quando la 17enne Serena Williams ebbe la meglio sulla 18enne Martina Hingis). Di fronte a lei l’altra grande rivelazione del torneo, anche lei classe 2002, Leylah Fernandez. La canadese era numero 73 Wta ed era stata capace di eliminare una dopo l’altra Naomi Osaka, Angelique Kerber, Elina Svitolina e Aryna Sabalenka. La partita è stata più equilibrata di quello che il 6-4 6-3 finale può far immaginare. La britannica si è dimostrata più pronta, ha servito meglio nei momenti decisivi e ha colto il break con uno splendido lungolinea che ha deciso il primo set nel decimo game. Dopo aver subito il 6-4 la canadese ha provato a reagire e ha sfiorato il break al terzo game del secondo set. Sul 5-2 la Raducanu ha sciupato ben due matchpoint e si è ritrovata addirittura a fronteggiare una pericolosa palla break sul 5-3. Ma il necessario medical time-out per una piccola ferita subita ha spezzato l'inerzia della Fernandez e un ace ha chiuso i giochi.