Tutti i tic di Nadal, ripete ossessivamente lo stesso rito maniacale: ma non è scaramanzia
Soli contro gli avversari e spesso anche contro il pubblico e se stessi. È la dura vita dei tennisti e di tutti i protagonisti di sport individuali. Una situazione che giustifica spesso atteggiamenti particolari: lamentele, sfoghi più o meno plateali, e anche tutta una serie di piccoli e grandi rituali. Un esempio, anzi l'esempio per antonomasia? Rafa Nadal. Lo spagnolo non si è praticamente mai lasciato andare in carriera a gesti inconsulti, o a sceneggiate, ma è diventato iconico oltre che per le sue eccezionali doti tecniche ed agonistiche e per i suoi successi anche per i tantissimi tic, che lo accompagnano in tutte le partite.
Cosa s'intende per tic nel caso di Nadal? Si tratta di gesti che il tennista spagnolo ripete in maniera incredibilmente identica in vari momenti del match. Non si tratta di semplici contrazioni muscolari ripetitive e involontarie, ma di una serie di azioni che si ripropongono quasi automaticamente in modo maniacale. Stessa identica procedura, stesse sequenze, tempistiche e modalità che ormai spettatori e avversari conoscono praticamente a memoria.
Il più celebre? Il rito che Nadal compie prima di ogni battuta, sfiorando quasi (e in molti casi superando) il limite di 25 secondi concessi per il servizio. Prima di tutto, Rafa pulisce con il piede la riga di fondo spostando la terra rossa, e rendendo la stessa più visibile, nel punto in cui andrà a servire. A seguire ecco i tre colpi con il telaio della racchetta sotto la suola delle scarpe per rimuovere ancora la terra. Fatto questo, inizia una sequenza di piccoli gesti, impressionante per regolarità: prima si sistema i pantaloncini e gli slip all'altezza dei glutei, poi in pochissimi secondi si tira su la maglia sulla spalla sinistra, poi su quella destra, si tocca il naso, mette a posto i capelli sull'orecchio sinistro, si tocca il naso nuovamente e mette a posto i capelli sull'orecchio destro. A quel punto si asciuga la fronte con il polsino, poi la guancia e infine ecco lo sguardo all'avversario, prima di battere finalmente.
Tutto qui? Certo che no, anche perché Nadal segue una "rigida procedura" anche per l'utilizzo degli asciugamani. Sia quelli presenti in panchina, che quelli a bordo campo nella posizione vicina ai raccattapalle, vengono minuziosamente collocati e ripiegati. Basti pensare che in occasione della sfida del Roland Garros, contro Zverev interrottasi in anticipo per il grave infortunio alla caviglia del tedesco, Nadal è stato costretto a ricorrere ad uno stratagemma. Accortosi della presenza di un filo di troppo sull'asciugamano, ecco allora che Rafa lo ha tirato via con un morso prima di tornare a sistemarlo più o meno perfettamente al suo posto.
Come poi non citare il famoso tic di Rafa Nadal sulle bottigliette d'acqua? Il tennista spagnolo, al momento del suo arrivo in campo provvede con attenzione maniacale a posizionare le bevande in un determinato modo. Dopo aver testato la giusta temperatura, ecco il rito: il campione è attento al millimetro per piazzare le bottiglie in maniera tale che siano perfettamente allineate e perde diversi secondi per questa procedura. Ma cosa c'è dietro questa serie di gesti? Si tratta di scaramanzia, o di un qualcosa di cui ormai non può fare semplicemente a meno?
Diversi mesi fa, stuzzicato sull'argomento Nadal spiegò in questo modo il motivo di questa serie di riti in campo: "Non sono superstizioso, altrimenti cambierei il rito ad ogni sconfitta – raccontò al Corriere della Sera – Non sono nemmeno schiavo della routine: la mia vita cambia continuamente, sempre in giro, e la competizione è molto diversa dall'allenamento. Quello che chiami tic è un modo per riordinare la mia testa, per me che normalmente sono molto disordinato. Sono i mezzi per focalizzare e silenziare le voci interiori. Non ascoltare la voce che mi dice che perderò, o la voce ancora più pericolosa che mi dice che vincerò".