Tutte le falsità del sindacato di Djokovic su Sinner: realtà manipolata per scopi di potere

È una lotta di potere senza precedenti all'interno del tennis quella cui ha dato il via martedì la Professional Tennis Players Association, ovvero il sindacato dei giocatori fondato nel 2021 da Novak Djokovic e Vasek Pospisil, avviando una causa legale a livello mondiale (sono tre le azioni promosse, negli Stati Uniti, in Europa e nel Regno Unito) contro quello che ha definito il sistema "corrotto, abusivo e illegale", portato avanti da ATP, WTA e ITF e ITIA. Gli atti allegati dalla PTPA nel dare notizia della propria iniziativa giudiziaria sono lunghi e articolati, rivendicando tutti i punti che vedrebbero i tennisti professionisti ‘asserviti' al sistema attualmente vigente: dal calendario super affollato alle condizioni di gioco che creerebbero le premesse per far infortunare i giocatori, per arrivare al vero nocciolo della questione, ovvero i soldi, tra premi troppo bassi, diritti di immagine usurpati, tornei vs esibizioni e tanto altro.
L'attacco della PTPA all'ITIA sul caso Sinner: il sindacato di Djokovic dice falsità
Poi c'è il capitolo dedicato all'antidoping, la cui gestione è ugualmente contestata, e lì la PTPA mette in mezzo Jannik Sinner, scrivendo una serie di falsità che tirano in ballo anche l'ITIA, ovvero l'International Tennis Integrity Agency che nello scorso agosto aveva assolto in primo grado il 23enne campione azzurro dopo la sua doppia positività al Clostebol durante il torneo di Indian Wells nel marzo del 2024. Difficile dire se sia il sindacato di Djokovic – che ovviamente condivide dalla prima all'ultima riga del documento – a strumentalizzare il caso Sinner per farne uno degli argomenti forti nel contestare l'attuale sistema antidoping del tennis mondiale che è in mano all'ITIA, oppure se i nemici di Jannik, a partire da quel Nick Kyrgios che è uno dei 12 firmatari delle azioni legali in questione, abbiano colto la palla al balzo per dare addosso al numero uno al mondo. Fatto sta che nel punto 254 dell'atto legale depositato negli Stati Uniti si leggono cose completamente false.

Nessuna "applicazione" di Clostebol su Sinner, ma solo contaminazione
"L'ITIA ha dimostrato nell'agosto 2024 che il suo approccio severo è arbitrario e selettivo – si legge nel documento – Quel mese, l'ITIA ha annunciato che Jannik Sinner, il giocatore al vertice dell'ATP Tour, era risultato positivo due volte a uno steroide anabolizzante proibito, all'inizio di quella stagione. A differenza della sua tenace persecuzione di altri giocatori, tuttavia, ha accettato la spiegazione di Sinner secondo cui il suo fisioterapista aveva applicato accidentalmente una sostanza vietata sulla pelle di Sinner durante il trattamento".
Quest'ultima è una ricostruzione dei fatti completamente diversa da quella resa da Jannik, avvalorata dal suo staff di allora e accettata da ITIA e WADA: non ci fu nessuna "applicazione" – sia pure accidentale – della sostanza vietata in questione, ma una contaminazione, peraltro nella misura inferiore a un miliardesimo di grammo, dovuta all'uso del Trofodermin da parte del fisioterapista Naldi su un proprio dito ferito (ci sono immagini che lo mostrano col dito in questione fasciato in tribuna a Indian Wells). Naldi in quei giorni aveva massaggiato Sinner senza usare guanti – commettendo ovviamente una grande negligenza rispetto alle attenzioni richieste dal suo ruolo, poi pagata col licenziamento assieme al preparatore Ferrara che aveva comprato lo spray – e da lì la sostanza sarebbe stata passata all'altoatesino.
Una ricostruzione peraltro accettata non solo dall'ITIA, che ha revocato immediatamente la sospensione a Sinner come da suo regolamento, ma anche da quella WADA che prima ha fatto appello al TAS per farlo squalificare e poi ha patteggiato con lui lo stop di tre mesi. Secondo l'Agenzia mondiale antidoping, Jannik è pulitissimo, la sua sospensione è dovuta solo a responsabilità oggettiva per l'operato del suo staff, non c'è stata nessuna volontà di barare, men che meno una "applicazione" – a qualsiasi titolo – di Clostebol sul campione di San Candido.

"L'ITIA ha concluso", "Non c'è stata nessuna indagine": altre falsità sul caso Sinner
Ma l'atto della PTPA dice il falso anche nel passaggio successivo del punto in questione, accusando l'ente che si occupa dell'antidoping nel tennis di aver assolto direttamente Sinner senza "alcuna indagine": "Come risultato della sua immediata accettazione, l'ITIA ha concluso che Sinner non aveva ‘alcuna colpa o negligenza' per il suo test positivo e gli ha permesso di competere agli US Open del 2024, che Sinner ha vinto. Non c'è stata alcuna indagine che si sia trascinata per oltre un anno su un giocatore di spicco che non aveva espresso alcun problema con il cartello", dove per "cartello" si intende il ‘sistema' di ATP & Co con cui – si lascia intendere – Sinner sarebbe pappa e ciccia.
I fatti dicono tutt'altro: l'ITIA non ha deciso niente di sua iniziativa, e men che meno senza "alcuna indagine", ma ha demandato la risoluzione del caso Sinner a un tribunale indipendente, Sport Resolution, che nell'agosto del 2024 – dunque dopo oltre 4 mesi dalla positività di Jannik – ha emesso la sentenza di assoluzione (qua il link), a conclusione di un'indagine condotta da esperti indipendenti. È Sport Resolution e non l'ITIA (che ne ha recepito la sentenza) a concludere il 19 agosto che "il signor Sinner non ha avuto alcuna colpa o negligenza e, pertanto, qualsiasi periodo di sospensione è eliminato".
Sono falsità ed errori davvero marchiani da parte di chi invoca maggiore trasparenza e eguaglianza di trattamento nel mondo del tennis: non manipolare la realtà per scopi di parte sarebbe un buon punto di partenza per essere credibili.