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Guerra in Ucraina

Stakhovsky a Fanpage, il tennista soldato: “Ho sbagliato sull’Italia ma ero arrabbiato con voi”

Sergey Stakhovsky è passato in poche settimane dai campi di tennis alla guerra in Ucraina. A Fanpage.it racconta la vita a Kiev e fa chiarezza sulle sue esternazioni sull’esercito italiano: “Sono stato fuori luogo, ma dovete capirmi”.
A cura di Alessio Morra
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Sergiy Stakhovsky è stato un tennista di buon livello. È arrivato fino alla 31ª posizione del ranking, ha vinto quattro titoli ATP e soprattutto è riuscito a battere Roger Federer a Wimbledon, un'impresa riuscita a pochissimi. Lo scorso gennaio dopo aver perso nelle qualificazioni degli Australian Open ha deciso di ritirarsi. A 36 anni era pronto a godersi la sua famiglia e magari un ruolo diverso nel mondo del tennis. Ma anche la sua vita è cambiata quando è scoppiata la guerra in Ucraina. Lui non ci ha pensato un attimo e ha deciso di arruolarsi. Stakhovsky è tornato a Kiev, ha indossato la divisa e si è messo a difendere il suo paese.

La sua storia ha fatto il giro del mondo: ha raccolto la solidarietà di Novak Djokovic e tanti altri tennisti. È diventata nota anche in Italia, in seguito a dichiarazioni controverse ("L'esercito italiano non durerebbe un giorno contro quello russo") che Stakhovsky ha voluto chiarire nel corso in un'intervista esclusiva con Fanpage.it, direttamente da Kiev: "Sono stato fuori luogo, ma ero arrabbiato per quello che stava succedendo in studio".

Sergiy, ci racconti in poche parole com’è la situazione a Kiev adesso?
"Kiev è abbastanza tranquilla. Gli attacchi stanno diminuendo. Si sono dimezzati rispetto a qualche giorno fa, succede 3-4 volte al giorno. Non ci sono truppe russe qui, sono ancora fuori. Stanno provando ad avanzare ma non ci riescono, perché ad ogni mossa subiscono perdite. Si stanno concentrando sui sobborghi di Irpin e Buča dove la nostra artiglieria non può colpire, perché sono zone residenziali e ci sono molti ucraini. Rispetto a Kharkiv e Mariupol la situazione è più tranquilla".

Da lontano si fa fatica a visualizzare fisicamente la guerra. Come la racconteresti in una sola parola?
"Inimmaginabile. Stanno uccidendo bambini, donne. Stanno bombardando ospedali. Ammazzano i civili che provano a scappare perché ne hanno bisogno, come scudo. E gli sparano. Passano con i carrarmati sulle auto dei civili. Uccidono intere famiglie".

Stakhovsky in collegamento da Kiev con la redazione Fanpage.it
Stakhovsky in collegamento da Kiev con la redazione Fanpage.it

Hai paura?
"In questo momento no, perché attorno a me non ci sono combattimenti. Non so come la gestirò quando arriverà. I primi giorni ero più spaventato: c’erano bombardamenti e missili che mi passavano sulla testa. Ora la situazione si è normalizzata e ci si abitua".

Sei passato dal campo al fronte nel giro di poche settimane. Come sono le tue giornate da soldato?
"L’Ucraina è in stato di guerra in questo momento e tutti i civili che ritengono in grado di poter impugnare le armi e difendere il territorio, sono chiamati. Questi individui però possono essere usati solo all’interno dei confini cittadini, non oltre. Diciamo che siamo l’ultimo baluardo. Noi collaboriamo con l’esercito e la guardia nazionale ma possiamo stare solo all’interno delle città".

Hai già parlato di Djokovic: ci sono altri tennisti che ti hanno fatto sentire la propria vicinanza?
"Sono stati davvero tanti. Djokovic, Gasquet, Barrere, Pouille e molti altri".

Le sanzioni agli atleti russi hanno fatto discutere, alcuni non l’hanno presa bene. Sono giuste per te?
"Era il minimo che potesse essere fatto. Una sorta di colpevolezza collettiva sui cittadini russi è l’unico modo per influire anche sulla struttura governativa. Loro viaggiano per il mondo e si sentono liberi, mentre la loro nazione sta ammazzando degli innocenti. Non è giusto e la responsabilità è anche di chi ha il potere di voto, di scelta di chi andrà a governare. È un diritto che va usato bene. Finché non lo faranno, devono stare a casa".

Una delle immagini recenti pubblicate da Stakhovsky su Instagram
Una delle immagini recenti pubblicate da Stakhovsky su Instagram

Ne sta facendo le spese anche Medvedev, nuovo numero 1 al mondo.
"Mi dispiace per Daniil perché è un bravo ragazzo. Per lui è ingiusto. Ma è più importante che ci sia una bandiera russa accanto a lui o salvare la vita di un bambino?".

Hai detto che l’Italia non durerebbe un giorno contro l’esercito russo e questo ha fatto discutere molto. Vuoi chiarire meglio il tuo pensiero?
"Non sono uno stratega militare, ma dovete capire che ero arrabbiato con le persone in studio. Erano lì sedute e rilassate, senza sentire la pressione, e discutevano: dobbiamo sanzionare la Russia o no? Chiudere lo spazio aereo o no? A loro non importa dei bambini che stanno morendo. Questo è il mio problema. Sono stato fuori luogo e non avrei mai dovuto dare un giudizio sull’esercito, perché non ne ho le capacità. Ma l’Ucraina sta affrontando un attacco senza precedenti ai confini con Russia e Bielorussia e siamo ancora in piedi dopo due settimane".

Sei lì da qualche giorno ormai: ti sei fatto un’idea su come o quando potrà finire questa guerra?
"Presto. Spero davvero molto presto".

Stakhovsky impegnato a Wimbledon
Stakhovsky impegnato a Wimbledon
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