Sonego fa la volée che torna indietro, Shelton non ci crede: è un numero da illusionista
La volée che torna indietro è il colpo di prestigio che Lorenzo Sonego inventa nella sfida contro Ben Shelton agli Australian Open. È il (secondo) punto più bello del torneo che il tennista italiano estrae dal cilindro e lascia di stucco pubblico, avversario, telecronisti, chi è casa e considerata l'ora stropiccia gli occhi e si chiede "sono o son desto?". L'ha fatta addirittura di rovescio, quasi in tuffo per prendere la palla corta che gli era stata lanciata a mo' di boccone avvelenato. È quella che in gergo viene definita bounce back on your side ed è una beffa tremenda per chi la subisce: può nulla se non stare lì a guardare quel virtuosismo che sembra da ping pong. Peccato non sia bastato per vincere e accedere in semifinale.
Il tennista italiano fa un altro numero magico, l'effetto è lo stesso
Tutto vero, l'azzurro l'ha fatto per davvero ancora una volta. E se con Wawrinka si rese protagonista di una sorta di no look disperato perché girato di spalle, trasformando un pallonetto in un tracciante velenoso, all'americano serve un numero da illusionista. Shelton non ci crede, poggia entrambe le mani sulla rete e guarda per terra. La folla è impazzita, l'ovazione è un boato, Sonego si avvicina all'avversario gli tende la mano come a scusarsi per quella prodezza magistrale, Ben ricambia con molto fair-play e gliela stringe.
Le domande che sorgono spontanee nel rivedere in loop quel frangente di match sono un paio: come ci è riuscito? L'ha fatto apposta oppure è stato solo pura fortuna? Un po' l'una e un po' l'altra variabile lo hanno aiutato a trarsi d'impaccio da una situazione di gioco divenuta difficile, quasi proibitiva.
Come ha fatto Sonego a fare quel punto lecito da regolamento
L'episodio è accaduto all'inizio del secondo set con l'americano in vantaggio per aver vinto il primo (6-4): nel primo game il punteggio è di 40-30 per Shelton ed è Sonego al servizio. Lo scambio arriva al momento clou quando l'italiano, spintosi a rete, dà prova di elasticità e destrezza atletica nell'avventarsi sul dritto a incrociare scagliato da fondo campo. Ha solo una possibilità, colpire la palla di rovescio: lo fa in maniera acrobatica, allungando il braccio, ruotando il polso di quel tanto che basta per imprimere alla traiettoria della sfera una rotazione speciale.
È a terra e ormai impossibilitato a reagire, Shelton si avventa a rete ma inutilmente: sta lì a vedere la pallina che gli rimbalza davanti e poi torna indietro. Non riesce nemmeno a sfiorarla con la racchetta (in tal caso il punto sarebbe stato suo) e si arrende a quel numero di prestigio. Punto buono da regolamento. Chapeau anche per la tenacia dell'azzurro che sotto di due set (6-4, 7-5) non mollerà vincendo il terzo (6-4) e allungando la sfida al quarto, cedendo 7-6 con molto rammarico per qualche errore di troppo.