Sinner svicola su una domanda sui capelli: “Non posso rispondere”. Poi svela: “È una magia”
Conoscendo Jannik Sinner e il suo carattere schivo e riservato, frutto anche dell'educazione datagli dai suoi genitori, sicuramente il 22enne campione azzurro preferirebbe affrontare 10 set contro Djokovic, Alcaraz e Medvedev messi assieme, piuttosto che il tour de force pubblico che lo attende ora che è tornato in Italia, due giorni dopo la vittoria storica nell'Australian Open, primo tennista italiano ad essere riuscito nell'impresa. Sinner è appena atterrato a Fiumicino dopo una trasvolata massacrante da Melbourne e oggi è atteso dalla Premier Meloni, poi giovedì dal presidente Mattarella al Quirinale e probabilmente la settimana prossima dalla passerella a furor di popolo al Festival di Sanremo. Jannik sa che adesso dovrà essere anche personaggio oltre che campione e sta imparando velocemente, come dimostra il siparietto sui suoi capelli andato in scena nella conferenza stampa dopo l'epico successo su Medvedev.
Un giornalista gli fa una domanda che esula dall'andamento della finale, dalla sua leggendaria rimonta sul russo da due set a zero sotto, dalla svolta arrivata grazie ai consigli del suo staff in tribuna. Viene chiesto a Sinner come fa a tenere tutti i suoi capelli sotto il cappellino mentre è in campo. E in effetti vedendolo in partita senza che un solo capello sia visibile e invece fuori dal campo con quella zazzera rossa, così voluminosa e appariscente, viene da chiedersi quanta cura ci metta anche nel sistemarsi il berretto in testa e nel tenerlo a posto mentre serve o corre con la racchetta in mano.
"Questa è una domanda difficile…", replica inizialmente Sinner, che appare un po' impacciato e prova a svicolare, mettendosi una mano sul volto e ridendo: "Non posso rispondere". Poi però ha il guizzo e trascina alle risate tutta la sala stampa di Melbourne: "È una magia", spiega Jannik, accompagnando le sue parole col gesto delle mani che mimano il mettersi il cappello in testa.
Sinner impara presto, in campo ma anche fuori: sa che adesso avrà addosso gli occhi di milioni di tifosi, ancora più di prima. Essere un protagonista dello sport al massimo livello rende inevitabilmente personaggi pubblici a 360 gradi, ma con Jannik siamo in buone mani anche da quel punto di vista.