Sinner svela i suoi pensieri prima della rimonta contro Djokovic: “Era tutto diverso da Torino”
Jannik Sinner è già nella storia del tennis: la partita contro Novak Djokovic in Coppa Davis è il suo capolavoro più grande, un risultato incredibile che ha tenuto viva l'Italia prima del doppio decisivo con il suo amico Lorenzo Sonego. Sembrava impossibile, eppure l'italiano è riuscito a portare a casa il risultato annullando tre match point al numero uno al mondo.
Djokovic era arrivato a un passo dal suo traguardo con il 4-5 0-40 e gli mancava soltanto l'ultimo passo per chiudere la partita e mandare la Serbia in finale. Lì è uscito fuori il carattere di Sinner che, dopo aver dominato nel primo set e perso il secondo, si è preso la scena nel momento decisivo. E l'italiano ha spiegato anche cosa è successo in quei minuti: "Ho servito con le palle nuove e non avevo forse tanta confidenza, e infatti ho sbagliato i primi punti del game. Ma poi ho trovato il giusto feeling ed è andata bene".
A cambiare la sua visione delle cose è stata la forza del collettivo. Da lui dipendevano le sorti dell'Italia dopo la sconfitta di Musetti e sulle sue spalle pesava la responsabilità di tutti: "Quando giochi per te stesso, come è successo contro Nole a Torino, è diverso. Qui quando ho salvato quei match point non ho pensato a me, ma a tutti noi, ho detto tra me e me ‘dai, siamo salvi, siamo ancora vivi'. Ripeto, oggi non ho vinto un match, ma abbiamo vinto, il resto non conta".
E alla fine, spinto dal desiderio di trascinare gli Azzurri in finale, Sinner ha creato un vero capolavoro contro l'avversario più forte al mondo. Una piccola vendetta dopo la finale persa a Torino, un mattoncini in più per la sua carriera che sembra proprio essere quella del predestinato.
Nonostante l'impresa storica con i tre match point annullati l'italiano si sforza di tenere i piedi saldamente incollati al terreno: "Non so se sia stata la partita della mia vita, ma è stata di quelle importanti".