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Sinner spiega perché ha evitato la squalifica dopo la positività al Clostebol: “Lo abbiamo capito subito”

Alla vigilia dell’US Open 2024 Jannik Sinner ha parlato pubblicamente per la prima volta della sua positività al Clostebol e del processo per doping durato cinque mesi: il tennista azzurro ha spiegato il motivo per il quale ha potuto continuare a giocare nonostante sia stato trovato positivo a due test dell’antidoping e non sia stato squalificato in attesa della sentenza.
A cura di Michele Mazzeo
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L'incontro con la stampa alla vigilia dell'US Open 2024 è stata la prima occasione in cui Jannik Sinner si è trovato a parlare pubblicamente dopo la diffusione della notizia della sua positività al doping nello scorso marzo per la quale è stato dichiarato innocente dalla sentenza dell'ITIA, l'International Tennis Integrity Agency, al termine di un processo durato cinque mesi.

E in questa occasione il numero uno del ranking ATP, oltre a raccontare le difficoltà con cui ha dovuto fare i conti dal momento in cui è risultato positivo per due volte al Clostebol mentre stava giocando il torneo di Indian Wells fino alla sentenza di assoluzione, ha anche anche risposto alle critiche piovutegli addosso da più parti, da tennisti ed ex tennisti, spiegando il motivo per il quale a differenza di altri episodi analoghi avvenuti in passato a lui è stato permesso di continuare a giocare nonostante sia stata accertata la sua positività.

"Non è ideale dover gestire una questione come quella della mia positività prima di uno Slam. Non ho fatto nulla di sbagliato, ho giocato per mesi con questa cosa in testa. È un sollievo aver avuto questo risultato. È stato un processo molto lungo, ho dovuto prendere decisioni nel corso di questo periodo. Ci sono scadenze da rispettare in questo processo, non si può scegliere quando completare le varie fasi. Sono felice che sia finita e sono felice di aver ottenuto un risultato positivo" ha infatti esordito il tennista azzurro rispondendo alle prime domande riguardo lo spinoso caso che lo ha visto recentemente finire sotto i riflettori.

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L'essere risultato positivo è stato inevitabilmente uno shock per lui e il suo team, ma non si è perso tempo nel cercare di capire il motivo per il quale quella sostanza considerata dopante fosse all'interno del suo organismo: "Quando mi hanno informato che ero positivo, inizialmente abbiamo cercato di capire di che sostanza fosse, e Umberto (Ferrara, ndr) ha capito immediatamente che era il suo spray" ha infatti spiegato facendo riferimento alla pomata Trofodermin acquistata dal suo preparatore atletico per curare la ferita alla mano rimediata dal suo fisioterapista, Giacomo Naldi, che poi massaggiandolo senza guanti ha trasferito residui di Clostebol al tennista che per questo è risultato poi positivo a tale sostanza nei test antidoping effettuati il 10 e il 18 marzo scorsi.

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Ed è stato proprio l'aver compreso immediatamente quale fosse l'origine di tutto a consentire a Jannik Sinner di evitare la squalifica in attesa che si concludesse il processo dell'ITIA e continuare a giocare in questi mesi: "In base a quella rivelazione, abbiamo risposto immediatamente alle autorità e quello è stato il motivo per cui sono riuscito a giocare. Sapevamo tutto, sapevamo da dove veniva la sostanza e come era entrata nel mio corpo – ha difatti proseguito l'altoatesino –.

Ovviamente ero preoccupato, perché sono sempre stato molto attento, e ho sempre cercato di comportarmi onestamente in campo. Ogni giocatore che viene trovato positivo deve attraversare lo stesso processo, non ci sono scorciatoie. Capisco la frustrazione degli altri giocatori che magari hanno dovuto aspettare tanto tempo per essere giudicati, ma può darsi che loro non sapessero da dove veniva e come era entrato nel loro organismo. Noi invece abbiamo capito tutto immediatamente" ha quindi aggiunto mettendo a tacere coloro che hanno palesato sospetti di un trattamento di favore in virtù della sua posizione nel ranking ATP e della sua popolarità facendo quindi il paio con le dichiarazioni dell'ex capo dell'antidoping dell'ATP che aveva spiegato che tutto si è svolto secondo le regole.

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Ovviamente questa è stata l'occasione anche per fare chiarezza riguardo le persone che circondano il tennista numero uno al mondo: "Chi mi conosce sa che non ho fatto e non farei mai nulla che va contro le regole. È stato molto difficile per il mio team, e lo è ancora. In questi momenti si vede chi sono i tuoi amici e quelli che non lo sono" ha difatti proseguito.

E infine Jannik Sinner ha anche parlato delle conseguenze di questo spiacevolissimo episodio come il licenziamento dei due membri del suo staff che hanno dato origine a tutto: "Umberto (Ferrara, ndr) e Giacomo (Naldi, ndr) hanno dato un contributo molto importante alla mia carriera finora. Ora, però, a causa di questo errore, non ho più la fiducia per continuare a lavorare con loro, e c’è bisogno di un po’ di aria nuova nel team" ha difatti chiosato Jannik Sinner annunciando dunque che a breve ci saranno delle novità nel suo staff che, per l'US Open, sarà composto soltanto dagli allenatori Simone Vagnozzi e Darren Cahill.

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